Incriminato l’ex capo dell’Fbi che indagò sul Russiagate. Comey: “Non ho paura, sono innocente”. E Trump esulta

  • Postato il 26 settembre 2025
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L’ex direttore dell’Fbi, James Comey, è stato incriminato. Considerato ai primi posti nella “lista nera” di Trump per aver indagato, tra le altre cose, sul Russiagate, Comey è stato accusato di dichiarazioni false e ostruzione alla giustizia. Dopo aver fatto pressione sulla sua ministra della giustizia affinché agisse contro i suoi nemici, il presidente statunitense ha festeggiato l’incriminazione. “Giustizia in America”, ha scritto sul suo social Truth, definendo James Comey una delle persone peggiori con cui gli Stati Uniti si siano mai confrontati.

Per Trump le indagini di Comey, soprattutto quelle sul Russiagate, furono una “caccia alle streghe” oltre che una delle maggiori “bufale” della storia. Nel 2017 Comey venne fatto fuori dalla guida dell’Fbi, Trump puntò il dito sulla sua gestione dell’indagine sul server email privato usato da Hillary Clinton, ammettendo poi di averlo silurato per l’inchiesta su una sua possibile collusione con la Russia.

Dopo le accuse, Comey ha registrato un video pubblicato su Instagram: “Io e la mia famiglia sappiamo da anni che ci sono costi per tenere testa a Trump. Ma non potevamo immaginare di vivere in altro modo. Non vivremo in ginocchio – commenta – e nemmeno tu dovresti. Qualcuno che amo molto recentemente ha detto che la paura è lo strumento di un tiranno. E ha ragione. Ma non ho paura e spero non l’abbiate neanche voi. Il mio cuore è spezzato per il dipartimento di giustizia, ma ho grande fiducia nel sistema giudiziario federale e sono innocente“.

Al centro dell’incriminazione c’è la testimonianza di Comey alla commissione giustizia del Senato del 30 settembre 2020, durante la quale venne accusato di aver mentito sull’autorizzazione data alla diffusione di informazioni sensibili. Comey si è sempre dichiarato innocente.

L’incriminazione è firmata solo dalla procuratrice Lindsay Halligan, l’ex avvocatessa di Trump specializzata nel settore assicurativo e che ha l’incarico da soli tre giorni. Secondo gli osservatori, la mancanza di altre firme, così come il fatto che Halligan abbia presentato direttamente il caso al gran giurì, sembrano indicare come nessuno all’interno dell’ufficio della procuratrice abbia voluto farsi carico di una mossa così controversa. Il gesto non sembra infatti essere stato condiviso all’interno del dipartimento di Giustizia. Secondo alcune indiscrezioni la procuratrice Pam Bondi avrebbe cercato di fermare l’incriminazione e insieme al suo numero due, l’ex legale di Trump, Todd Blanche, avrebbero anche cercato di convincere il tycoon a non rimuovere Erik Siebert, l’ex procuratore della Virginia di cui Halligan ha preso il posto.

Si tratta dell’ennesima mossa di Trump per epurare i suoi nemici. Il presidente però, secondo gli esperti, sarebbe già pronto per il prossimo bersaglio. Molti scommettono che sarà Joh Bolton, il suo ex consigliere divenuto un suo agguerrito critico

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