Indagati anche due medici per falso nell’inchiesta sull’infermiere accusato di omicidio a Ferrara

  • Postato il 20 agosto 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Ci sono due nuovi indagati nell’inchiesta che ha portato all’arresto di un infermiere per omicidio volontario. Si tratta – come riporta l’Ansa – di due medici indagati per falso ideologico in atto pubblico. L’infermiere, 44 anni, era in servizio all’ospedale di Argenta ed è accusato di aver ucciso un anziano con un farmaco letale e di aver maltrattato altri pazienti, sedandoli, non assistendoli o facendoli soffrire. I due medici, secondo la pm Barbara Cavallo, avrebbero invece falsificato le cartelle cliniche in alcuni dei casi che lo vedono coinvolto. La procura contesta anche l’interruzione di pubblico servizio: l’infermiere, mentre era di turno notturno, avrebbe lasciato il reparto per andare a curare, a casa, la madre di uno dei medici.

Il fascicolo era stato aperto dopo le segnalazioni per due morti sospette nel reparto di lungodegenza, due anziani deceduti a pochi giorni di distanza. L’accusa di omicidio volontario, sfociata nell’ordinanza cautelare eseguita a metà luglio, riguarda però solo uno dei due, un 83enne, morto il 5 settembre 2024. L’infermiere, stando all’ipotesi dell’accusa, gli avrebbe somministrato, senza alcuna finalità terapeutica, un farmaco, l’Esmeron: si tratta di un miorilassante che solitamente si utilizza solo per favorire l’intubazione in casi di anestesia generale e andrebbe accompagnato necessariamente dalla respirazione artificiale.

Poi ci sono i maltrattamenti: l’infermiere avrebbe dato in maniera abituale agli anziani ricoverati benzodiazepine e sedativi, in assenza di prescrizioni specifiche. Ma ci sono anche altre situazioni in cui il 44enne avrebbe sottoposto gli assistiti a sofferenze, con manovre improprie, con purghe, lasciandoli sporchi e disattivando intenzionalmente i campanelli per chiedere aiuto. In un caso avrebbe praticato, con un bisturi, un’incisione senza anestesia che ha provocato dolori e conseguenze ad un paziente. Altre volte non sarebbe intervenuto in casi di cadute dal letto o di anziani rimasti incastrati con le gambe nelle sponde laterali.

Le indagini si sono poi allargate ai medici per il falso. Secondo la procura l’infermiere diede un sedativo a un paziente, questo non venne annotato in cartella clinica dove si dava atto dell’assopimento dell’anziano senza indicarne la reale causa e venne poi indicata la prescrizione del farmaco quando questo era già stato somministrato. L’infermiere stesso risponde anche di aver dichiarato il falso nei diari clinici e di esercizio abusivo della professione medica per aver somministrato direttamente i farmaci ai pazienti.

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