Industria italiana in affanno: ad agosto produzione giù del 2,4%

  • Postato il 10 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Un agosto difficile per l’industria italiana, la produzione torna calare bruscamente, interrompendo la fase di moderato recupero di inizio estate. Secondo i dati diffusi dall’Istat c’è stata una flessione del 2,4% rispetto a luglio e del 2,7% su base annua, il peggior dato mensile da dicembre 2024. Anche il trimestre giugno–agosto mostra una contrazione dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti, segnale di una frenata ormai estesa all’intero comparto manifatturiero. Numeri così non si vedevano da giugno 2020, nel pieno della pandemia.  L’arretramento, più marcato delle previsioni degli analisti (che stimavano un calo intorno allo 0,4%), fotografa un recupero ancora fragile. Un andamento che, secondo l’Istat, riflette “l’impatto combinato di domanda interna debole, scorte elevate e tassi di interesse ancora alti”, fattori che scoraggiano nuovi investimenti e frenano gli ordinativi, soprattutto nel comparto metalmeccanico e nella chimica.

Produzione industriale in Italia in calo: brillano farmaceutica e trasporti, crolla l’energia

La flessione è evidente, ma non colpisce tutti i settori allo stesso modo. L’industria italiana mostra un quadro a macchia di leopardo, dove solo i comparti più tecnologici riescono a reggere l’urto. La farmaceutica continua a fare da traino, con una crescita del 16,1% grazie a forti esportazioni e investimenti in ricerca, seguita dal buon andamento dei mezzi di trasporto (+9,9%) e dei prodotti petroliferi raffinati (+7,1%). Restano in lieve progresso anche i beni strumentali (+0,7%) e intermedi (+0,2%), segno che una parte del manifatturiero mantiene vitalità. Ma il comparto energetico soffre un tracollo del 13,5% su base annua, zavorrato dalla riduzione dei consumi industriali e dal ritorno alla normalità dopo l’emergenza energetica. Nel complesso, la manifattura limita le perdite, ma la ripresa resta fragile: l’economia industriale italiana fatica a ritrovare slancio, sostenuta solo dai settori che investono in tecnologia e digitalizzazione.

Produzione industriale: l’Italia paga la frenata tedesca e il costo del credito

Il nuovo calo della produzione industriale italiana arriva in un momento delicato per tutta l’Europa. A pesare è soprattutto la frenata della Germania, nostro primo partner commerciale, dove ad agosto la produzione è crollata del 4,3% rispetto al mese precedente, scendendo ai livelli più bassi dal 2005. Il tonfo del settore auto tedesco, precipitato del 18%, ha avuto un effetto domino anche sull’Italia, ancora fortemente legata a Berlino. A complicare il quadro ci sono i tassi d’interesse ancora alti, che rendono più caro il credito e frenano gli investimenti, mentre la domanda interna resta fiacca, compressa da un potere d’acquisto incerto e consumatori più cauti. A questo punto sarà il dato di settembre a dire se quello di agosto è solo un passo falso estivo o il segnale di un rallentamento più profondo per l’industria italiana.

Autore
Panorama

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