Innocenti. Il libro bianco dell’ingiusta detenzione in Italia

  • Postato il 2 luglio 2025
  • Di Il Foglio
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Innocenti. Il libro bianco dell’ingiusta detenzione in Italia

Se il tema dell’ingiusta detenzione fosse un termometro, il nostro sistema giudiziario avrebbe la febbre alta. Qualora la cronaca da sola non basti, questo volume conferma ulteriormente la diagnosi. A scriverlo sono i giornalisti Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone, che da anni raccolgono nell’archivio online errorigiudiziari.com decine di casi di arresti o condannati da innocenti, accendendo un faro su un incubo che ancora oggi non raccoglie l’attenzione che merita: l’abuso della custodia cautelare. 

Per quanto spesso si intreccino fra loro, errore giudiziario e ingiusta detenzione sono concetti diversi. Il primo implica il riconoscimento dell’innocenza a chi è stato condannato in via definitiva, dopo l’intervento di un processo di revisione. Il secondo, invece, riguarda tutti coloro che subiscono una custodia cautelare, sia in carcere che agli arresti domiciliari, salvo poi essere riconosciuti innocenti dal giudice. Si stima che negli ultimi trent’anni in Italia almeno centomila persone siano state arrestate o condannate ingiustamente: una catena umana che idealmente va da Napoli a Roma. E’ una piaga che lo stato paga a caro prezzo a suon di indennizzi: oltre 901 milioni di euro dal 1992 al 2024, con picchi di più di 56 milioni solamente a Reggio Calabria nell’ultimo decennio, seguita da Catanzaro (47 milioni) e Palermo (30 milioni). Soldi pubblici, ovviamente.

Nel libro si passano in rassegna storie e volti di chi si è visto togliere giorni, mesi e anni di vita negati senza ragione. Si citano i casi più noti di Enzo Tortora e Beniamino Zuncheddu, fino a manager, sindaci di piccoli comuni e persone di ogni levatura sociale. A dimostrazione di quanto il fenomeno sia democratico: nessuno ne è escluso. Il volume è un affresco analitico e deprimente fatto di dati, percentuali e top ten delle zone in cui ci sono più casi di ingiusta detenzione, con un dominio assoluto e incontrastato del sud. Nel 43,7 per cento dei casi gli sbagli provengono dalle indagini. La seconda causa di errori giudiziari è costituita da intercettazioni fraintese e scritte male, mentre come terza e quarta causa troviamo le false accuse e le testimonianze errate. 

Al dolore della privazione della libertà si sommano poi i lunghissimi tempi della giustizia e, una volta smontata l’accusa, la matassa burocratica in cui tuffarsi per ottenere l’indennizzo. Su cui, neanche a dirlo, si dovrà pagare un’imposta di registro, sempre che l’istanza non venga respinta per aver “indotto i giudici, con dolo o colpa grave, ad applicare la misura cautelare nei suoi confronti”. Nell’elencare i tanti, troppi, problemi su cui si avvita la giustizia italiana, gli autori auspicano che il loro saggio sia il punto di partenza per una nuova riflessione e confronto. Affinché la febbre cali, affinché giustizia sia.

   

Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone 
Innocenti. Il libro bianco dell’ingiusta detenzione in Italia
Giappichelli, 144 pp., 19 euro

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Autore
Il Foglio

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