Insonnia cronica e declino cognitivo

  • Postato il 5 ottobre 2025
  • Di Focus.it
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Da tempo si studiano i legami tra qualità del sonno e declino cognitivo: abbiamo capito che le due cose sono legate, ma non ci è ancora perfettamente chiaro in che modo. Ora un ampio studio condotto su 2.750 statunitensi ultracinquantenni ha scavato la questione ancora più a fondo, scoprendo che l'insonnia cronica modifica il cervello rendendolo più vulnerabile al declino cognitivo. I risultati sono pubblicati in dettaglio su Neurology.. I ricercatori hanno seguito i volontari, 440 dei quali soffrivano di insonnia cronica, per cinque anni e mezzo: i test di memoria e le scansioni cerebrali hanno messo in luce una correlazione tra cattiva qualità del sonno e declino cognitivo, evidenziando che chi dormiva poco e male era un 40% più propenso a sviluppare un lieve decadimento cognitivo o demenza durante il periodo dello studio.. I danni cognitivi dell'insonnia cronica sono ancora più evidenti in chi ha la variante genetica ApoE4, il principale fattore di rischio genetico per l'Alzheimer, che riduce la rimozione notturna delle proteine tossiche come l'amiloide e rende i vasi sanguigni cerebrali più vulnerabili all'infiammazione (per approfondire).. Spie della demenza. Il cervello di chi soffriva di insonnia e dormiva meno ore del normale dimostrava già al primo test quattro anni in più dell'età reale. Le scansioni cerebrali hanno inoltre messo in luce due importanti segnali, spie di possibili problemi cognitivi futuri: un accumulo di placche amiloidi, aggregati anomali della proteina beta-amiloide, e piccole lesioni alla sostanza bianca (un fenomeno noto come iperintensità della sostanza bianca), la parte del cervello che contiene le fibre nervose. Al contrario, chi soffriva di insonnia ma nel periodo dello studio stava dormendo più del normale presentava meno danni alla sostanza bianca rispetto alla media.. In cerca di una soluzione. Questi risultati, pur rafforzando l'idea che cattiva qualità del sonno e declino cognitivo siano collegati, non mostrano chiaramente in che direzione agire: l'equazione "curare l'insonnia=evitare la demenza" sembra non funzionare, dal momento che – come ricorda l'esperto Timothy Hearn in un articolo di The Conversation – «una cattiva qualità del sonno spesso si accompagna a depressione, ansia, dolore cronico e apnee notturne — tutte condizioni che, a loro volta, danneggiano il cervello». È comunque importante agire sui fattori di rischio del declino cognitivo, come l'insonnia cronica, il colesterolo e l'ipertensione – e farlo il prima possibile.  .
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Focus.it

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