Instagram rompe il feed: il nuovo formato cinema ultra sottile è l’ultima moda. Ecco come crearlo
- Postato il 27 settembre 2025
- Di Panorama
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nstagram vive di regole invisibili: la verticalità, la velocità, l’istante che si consuma nello scroll. Ma quando nel feed compare quella sottile banda orizzontale, tutto si interrompe. È come se qualcuno avesse inserito un trailer cinematografico nel cuore della routine digitale. Il nuovo formato ultra-wide — 5120×1080 pixel — è diventato un linguaggio parallelo, un esperimento estetico che divide e affascina.
Non è una funzione ufficiale, e forse proprio qui sta la sua forza. È un gesto di ribellione creativa che sfrutta le pieghe del sistema per dire: “guardami, sono diverso”. Una vera e propria feed disruption.
Cos’è davvero il formato ultra-wide da 5120×1080
Tecnicamente è semplice, ma visivamente dirompente. Si prende un video orizzontale ad altissima risoluzione, lo si incastra dentro il canvas verticale dei Reels e si lascia che sopra e sotto resti il vuoto. Il risultato è una striscia centrale che sembra uscita da una sala cinematografica.
La suggestione è potente: in un mondo di contenuti verticali, questo piccolo “errore voluto” appare come una dichiarazione di stile. È un modo per dire che Instagram non è solo spontaneità: può diventare set, palcoscenico, sala proiezioni.
Perché funziona (e perché infastidisce)
Chi lo ama parla di rivoluzione narrativa. Con il formato ultra-wide tutto sembra più grande, più patinato. Anche un caffè al bar si trasforma in una scena d’autore. Il pubblico, abituato a contenuti che si somigliano, reagisce con curiosità: lo sguardo resta più a lungo, il watch time cresce, l’algoritmo sorride.
Chi lo detesta lo vede come un trucco cheap. Le bande nere sprecano spazio, i dettagli si perdono, il volto di un creator diventa minuscolo. Per i puristi del verticale è un’eresia, una forzatura che sacrifica l’immediatezza in nome di un’estetica da festival.
La forza della disruption visiva
Il cuore della questione è l’interruzione del flusso. Nei social si chiama pattern interrupt: spezzare il ritmo per catturare l’attenzione. Funziona sempre, perché rompe l’ipnosi dello scroll.
In termini di marketing, si traduce in una sola parola: attenzione. Chi vince l’attenzione, vince tutto. Il formato ultra-wide ha il merito di far sembrare speciale ciò che in verticale rischierebbe di passare inosservato. È la stessa logica dei trailer cinematografici: il contenuto diventa evento.
Chi lo sta usando davvero
Non è più solo un gioco dei creator indipendenti. Diversi brand hanno iniziato a testare l’ultra-wide per campagne mirate. Marchi di moda, travel e automotive sono i più attivi: l’orizzonte aperto di un paesaggio, il design di un’auto, il dettaglio di una passerella acquistano forza proprio perché sembrano girati per il grande schermo.
Gli influencer di viaggio lo amano: un tramonto a Santorini, una skyline di New York, le dune del deserto diventano opere visive da collezione. Anche la musica lo sta abbracciando: videoclip adattati a striscia panoramica che scorrono nei Reels come anteprime di un concerto.
Come si crea un Reel in formato cinema
La magia nasce dall’editing. Si parte da un girato orizzontale, meglio se in 4K o superiore. Si importa in un software — da Premiere Pro a CapCut — e si adatta al canvas verticale 9:16. La striscia centrale resta, le bande nere diventano cornice.
Il trucco sta nel framing: posizionare il soggetto al centro, lasciare che la scena respiri. Poi si lavora di color grading per enfatizzare l’effetto cinema. Il testo, se serve, deve essere minimale, elegante, quasi sottotono: perché il vero protagonista è l’immagine.
Quando usarlo e quando no
Non tutto può diventare ultra-wide. Funziona per paesaggi, storytelling, momenti di lifestyle che vogliono sembrare film. Perde senso quando bisogna mostrare dettagli, prodotti piccoli, gesti rapidi.
È uno strumento da dosare con intelligenza. Non la regola, ma l’eccezione che colpisce. Una spezia rara che trasforma un piatto semplice in un’esperienza gourmet.
Il futuro del formato: cinema nel palmo della mano
Questa moda racconta una verità più profonda: Instagram non è più solo spontaneità. È un’arena estetica, un terreno di sperimentazione visiva in cui i codici cambiano a velocità di algoritmi.
Il formato ultra-wide è il segnale che il cinema e i social stanno fondendosi. Che un Reel può sembrare un trailer. Che un tramonto può trasformarsi in evento. Meta potrebbe ignorarlo o decidere di farne un’opzione ufficiale: in entrambi i casi, i creator hanno già scritto la prossima pagina del linguaggio digitale.