Inter, Acerbi va ancora all’attacco di Spalletti: la verità sulla finale di Champions col PSG e sull’addio di Inzaghi
- Postato il 24 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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“Io, guerriero“. Questo è il titolo dell’autobiografia di Francesco Acerbi, uno che nella vita ha dovuto combattere eccome in campo e anche fuori. Intervistato da Sky Sport in occasione della presentazione del libro, il difensore dell’Inter ha raccontato le sue verità sul rapporto con Luciano Spalletti, sulla finale di Champions e sull’addio di Simone Inzaghi. Insomma, ha fatto il punto sui temi più importanti e controversi del momento.
- Il burrascoso rapporto con Spalletti
- Porte aperte invece a Gattuso
- Il ricordo più bello e la finale persa
- Da Simone Inzaghi a Chivu: la differenza
Il burrascoso rapporto con Spalletti
Ricordate cosa disse Luciano Spalletti prima di salutare la Nazionale italiana? L’ex Ct diede un consiglio al suo successore Rino Gattuso invitandolo a portare con sé in battaglia solo chi aveva davvero l’azzurro nel cuore. A molti quelle dichiarazioni sembrarono una stilettata nei confronti di Francesco Acerbi e non solo. Tra il difensore dell’Inter e il tecnico del primo scudetto dell’era De Laurentiis del Napoli non è mai corso buon sangue.
Tutto cominciò col rifiuto del giocatore a prendere parte all’Europa: “Non sono uno che fa polemica, ho solo detto quello che è successo. Non sono andato all’Europeo perché dovevo operarmi e dopo non ho ricevuto nessuna chiamata“. Un rapporto che si è deteriorato anche per le dichiarazioni del tecnico toscano, poco gradite – per usare un eufemismo – dal centrale lombardo: “Spalletti era l’allenatore, era pagato per fare delle scelte e se non vengo chiamato non mi faccio problemi. Poi però ci sono state quelle dichiarazioni non bellissime sull’età che secondo me un allenatore non dovrebbe fare in pubblico e alla fine ho deciso io di no“.
Infine, ci sono state le scuse di Spalletti ad Acerbi, che tuttavia non hanno portato ad una tregua: “Spalletti mi aveva poi chiamato e mi aveva chiesto quasi scusa per quello che aveva detto ma mi aveva fatto capire che avrei giocato solo con la Norvegia e basta ma a 37 anni non vengo in Nazionale per una partita e poi torno a casa, mi sono sentito usato. Non sono né Messi né Pelé ma non mi puoi chiamare perché sono l’unico rimasto“.
Porte aperte invece a Gattuso
Porte chiuse a Spalletti, dunque, ma non all’Italia: “Io spero che l’Italia vada ai Mondiali– ha spiegato Ciccio Acerbi – , abbiamo giocatori forti, un Ct che ci mette passione, abbiamo una grandissima possibilità di farcela. Per quanto mi riguarda io vivo per la mia famiglia e per il calcio, ho sempre detto che finché gioco e ho la possibilità di andare in Nazionale, ci sono“.
Il ricordo più bello e la finale persa
Tra i ricordi più belli di Acerbi c’è la vittoria nella semifinale della scorsa di Champions contro il Barcellona, con tanto di gol segnato ai blaugrana. “Dopo la malattia c’è stata la mia rinascita calcistica – confessa il calciatore dell’Inter –. E’ iniziato il mio percorso personale, ho cercato e cerco finché avrò la possibilità di giocare a calcio di tirare fuori più soddisfazioni possibili“. Peccato, però, che quel trionfo non abbiamo poi portato alla coppa: “Siamo arrivati scarichi contro il Psg. Alla fine non eravamo nemmeno incavolati perché la partita era finita appena è iniziata“.
Da Simone Inzaghi a Chivu: la differenza
Il passato, comunque, è alle spalle. Anche Simone Inzaghi, l’allenatore con cui Acerbi ha condiviso buona parte della carriera. Tra gli allenatori che hanno dato di più al 37enne difensore c’è anche Max Allegri con il quale però ha trascorso appena 6 mesi ai tempi del Milan. Oggi a guidarlo c’è Cristian Chivu, definito così dal leader della difesa nerazzurra: “Si vede che ha giocato con gruppi forti, che ha vinto. Gli allenamenti sono abbastanza diversi rispetto a quelli con Inzaghi, sono belli e intensi e lui è una brava persona, ha ottime idee, mi ha molto stupito in positivo“.