Inter, la notte della delusione: scudetto regalato
- Postato il 23 maggio 2025
- Di Panorama
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La vittoria più amara, i gol che non servono a nulla se non ad alimentare il rimpianto per uno scudetto che poteva essere e invece non è stato. L’Inter che vince a Como schierando le riserve, con in testa la finale della Champions League a Monaco di Baviera, chiude il campionato a quota 81 punti. Uno in meno del Napoli che si ubriaca di gioia per il quarto titolo della storia, tricolore strappato a una squadra sulla carta più forte e completa ma che ha scelto di provare ad arrivare in fondo in tutte le competizioni e a questa lucida follia ha quasi certamente sacrificato il titolo di campione d’Italia.
Abdica e fa male, la formazione di Inzaghi. Scudetto perso ben prima che nella notte decisiva. Perso in avvio di stagione con i pareggi concessi a Genoa e Monza, nel derby d’andata disputato con troppa sufficienza, nelle rimonte concesse alla Juventus e in troppe altre situazioni: la forza mentale che era stato il sigillo di lacca sullo scudetto 2024 a tratti è venuta meno ed è costata tanti, troppi, punti per rimanere in testa fino alla fine.
A Como Inzaghi ha ricavato anche buone sensazioni in vista dell’Allianz e della sfida al Psg. Le seconde linee hanno mostrato buona condizione e verranno utili nella sfida che vale la Champions League, i pochi titolari gettati in campo hanno fatto un rodaggio utile. (anche se non si è visto Lautaro, da capire se per precazione o se esiste qualche ragione per preoccuparsi). La testa era già oltre una volata scudetto persa più volte, l’ultima nella cocente serata di San Siro contro la Lazio che ha lasciato uno strascico emotivo il cui impatto si potrà misurare solo nella lunga vigilia del viaggio in Baviera.
Sarà la notte della verità perché Inzaghi per primo sa che una stagione senza titoli non gli verrà perdonata. Non da Marotta e dal club e nemmeno da parte del popolo interista: non gli sarà perdonata dai critici che lo attendono dietro l’angolo per bollare come fallimentare la sua gestione, ricordare il solo scudetto conquistato in quattro anni con la rosa migliore (dicono i critici), dimenticare il lavoro fatto per dare valore alle scelte di un’area sportiva che per diverse stagioni è stata costretta a tirare la cinghia e a ingegnarsi per costruire il gruppo che oggi esce sconfitto nel duello con il Napoli.
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