Interinali negli uffici immigrazione, verso il licenziamento beffa dopo anni da precari per il Viminale
- Postato il 23 giugno 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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Della vasta galassia dei precari di Stato fanno parte anche loro: oltre mille addetti al rilascio dei permessi di soggiorno, in servizio da quattro anni presso gli uffici immigrazione di questure e prefetture con contratti interinali rinnovati a volte di mese in mese. Ora rischiano addirittura di finire a casa per un clamoroso cortocircuito: il ministero dell’Interno ha prorogato per sei mesi i contratti di somministrazione, ma le stesse agenzie – Randstad e Adecco – hanno fatto ricorso al Tar. Formalmente si sono attaccate a una questione molto tecnica, ma chi segue il dossier assicura che il problema sostanziale delle due agenzie interinali è un altro: ritengono che il ministero non riconosca adeguatamente il costo del lavoro sostenuto per questi addetti, quindi vorrebbero un adeguamento.
Il Tribunale amministrativo del Lazio dovrebbe decidere domani, 24 giugno, ma oggi i lavoratori stanno manifestando sotto le sedi Adecco di Milano e Napoli con Nidil, Felsa e UilTemp, sindacati che rappresentano i lavoratori “atipici” per Cgil, Cisl e Uil. La vicenda è una sorta di teatro dell’assurdo. Il servizio di rilascio dei permessi di soggiorno è essenziale da parte del ministero; eppure, anziché bandire concorsi per assumere personale dedicato a tempo indeterminato, da noi si ricorre a lavoratori somministrati. Il primo contratto di somministrazione risale alla primavera del 2021 e allora se lo aggiudicarono Manpower e GiGroup. La prima fase è durata 21 mesi per i somministrati presso le prefetture e 20 mesi per quelli impiegati nelle questure; a volte le proroghe erano di appena un mese e mezzo. Poi c’è stato uno stop di 14 mesi durante i quali questi lavoratori si sono potuti aggrappare solo all’assegno di disoccupazione, la Naspi.
Tra febbraio e marzo 2024 sono ritornati in servizio con Adecco e Randstad, venendo ancora coinvolti in un’estenuante sequenza di proroghe: prima due da tre mesi l’una, poi addirittura due proroghe da appena un mese. E ora siamo ai giorni nostri: il ministero ha bandito una gara che dovrà coprire tutto il 2026 e partirà appunto a gennaio. Insomma, il Viminale continua a ritenere che questo servizio dovrà essere gestito tramite lavoratori interinali e non assumendo personale interno e stabile. Fino a gennaio, è stata disposta la proroga tecnica, ma le stesse agenzie che sono state incaricate l’hanno impugnata. In questa situazione kafkiana, oltre mille lavoratori si trovano di mezzo e non sanno se il primo luglio potranno continuare a lavorare o se torneranno ancora una volta in disoccupazione. Con tutte le conseguenze per il servizio, ovvero un rallentamento nel rilascio dei permessi di soggiorno per immigrati regolari che ne hanno diritto.
“Il problema di questa storia – dice Davide Franceschin, della segreteria nazionale Nidil Cgil – è che siamo corsi dietro alle proroghe, perché la priorità era farli continuare a lavorare, e non siamo mai riusciti ad aprire una vertenza, ma ora basta, il ministero deve stabilizzare queste persone”. “Chiediamo il ritiro immediato del ricorso da parte di Adecco e Randstad – si legge in una nota dei tre sindacati – la proroga dei contratti fino alla nuova gara, il rispetto del lavoro, delle persone e della funzione pubblica svolta, l’avvio di percorsi di internalizzazione al Ministero dell’Interno”. La palla, ora, è nelle mani del Tar.
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