“Io sono il boss. Avremo noi la governance operativa”: così due fratelli ultras della Lazio erano pronti a prendersi gli appalti per le Olimpiadi
- Postato il 8 ottobre 2025
- Sport
- Di Il Fatto Quotidiano
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Le mani della malavita romana sullo spaccio di droga e sul controllo di discoteche ed eventi nei ristoranti di Cortina. Un vero racket, con uso di metodi mafiosi. Ma anche il tentativo di entrare negli appalti per le Olimpiadi Milano Cortina 2026, attraverso un aggancio con la giunta comunale per influenzare le elezioni del 2022 e per la successiva spartizione degli affari. Questi ultimi tentativi sono andati a vuoto, perché l’assessore Stefano Ghezze non è caduto nella trappola, anche se non ha denunciato le minacce ricevute. È uno scenario sconcertante quello che emerge dall’operazione “Reset” condotta dalla Direzione distrettuale antimafia (sostituti Stefano Ancilotto e Federica Baccaglini), che ha origine da un’indagine per traffico di stupefacenti, ma getta ombre inquietanti anche sugli appetiti che hanno suscitato gli appalti olimpici e sulla millanteria riguardante uno “zio parlamentare romano” a cui facevano riferimento due degli indagati.
Due romani arrestati
L’ordinanza del gip Alberto Scaramuzza ha fatto finire in carcere Leopoldo Cobianchi di 38 anni e ai domiciliari il fratello Alvise di 36 anni, indicati nei capi d’accusa come “appartenenti al gruppo ultras degli ‘Irriducibili’ della squadra di calcio SS Lazio (gruppo già capeggiato da Fabrizio Piscitelli)”. Quest’ultimo, noto anche come Diabolik, venne ucciso nel 2019 in un parco romano a colpi di pistola per un regolamento di conti. Il terzo indagato è Daniele Mazzarella, 29 anni, raggiunto da un provvedimento che lo costringe a non lasciare Roma e a presentarsi due volte al giorno in caserma per l’obbligo di firma. I reati contestati sono (a diverso titolo) quelli di rapina, estorsione, tentata estorsione e porto abusivo d’arma, con l’aggravante dell’uso di modalità mafiose. I due Cobianchi vengono descritti come frequentatori di palestre di boxe, tatuati, con i capelli rasati e piuttosto inclini alla violenza, al punto da essere stati coinvolti in una rissa a Cortina, con conseguente foglio di via.
Minacce ai carabinieri
L’inchiesta ha preso avvio dall’individuazione di un pizzaiolo egiziano trovato in possesso di sostanze di stupefacenti, cocaina e hashish, che abitava a Cortina in un appartamento messogli a disposizione dai due Cobianchi. È stato trovato in possesso di una lista con i nomi di consumatori di droga, che ruotavano attorno a locali pubblici ed erano dipendenti di ristoranti. Nei rapporti dei carabinieri ricorrono i nomi dei bar Sport, Suite, Embassy, Arnica, dei ristoranti Vizietto, Al Passetto, Vienna, e degli hotel Vittoria, la Poste, Europa. I Cobianchi si sarebbero rivolti ai carabinieri con parole offensive del tipo: “Pezzo di merda, cagasotto, non vali un cazzo, non hai capito con chi hai a che fare, non sono il delinquentello di paese, io sono il boss”, oppure: “So chi sei, sapevo chi eri ancora prima di venire, questa cosa la risolviamo con le pistole, non hai ancora capito che noi siamo della mala vita romana”. Il comandante dei carabinieri nel 2024 aveva così arrestato Leopoldo Cobianchi. Dal suo telefonino era spuntata la foto di un uomo in un bosco, una pistola puntata alla tempia e una scritta: “Guarda questi sistemati l’altro giorno in mezzo al bosco, insieme a mio fratello e i ragazzi miei, e lasciata là a fa i pupazzi di neve. Se spillavano il fumo pensando non lo venivamo a sapere, mo gli ho pure sequestrato 5 chili di commerciale che manco nelle favelas se lo fumano da quanto fa schifo, e levato 10.000… da Scampia erano venuti qua a rompe i coglioni pensavano de sta..”.
Gli appalti delle Olimpiadi
Le mire dei Cobianchi portano alle Olimpiadi, con un tentativo di estorsione nei confronti di Stefano Ghezze, poi diventato assessore a Cortina nella giunta Lorenzi. Il tentativo era “consistito nel fare pressioni ripetute al loro dipendente (e dipendente del Ghezzi) Alec Manaigo perché organizzasse un incontro con Ghezze, candidato alle elezioni comunali del giugno 2022, prima delle elezioni, presso la propria (del Manaigo) abitazione in cui proponevano un voto di scambio, in cambio di appalti connessi alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026”. Inoltre lo avrebbero minacciato “ad elezione avvenuta e a nomina di assessore conseguita, di ritorsioni in caso di mancato rispetto degli accordi, mediante messaggio recapitatogli tramite Manaigo”. Ghezze però non aveva ceduto alle richieste. Cobianchi si era offerto di “dare una grande mano” quale imprenditore la cui famiglia, pur provenendo da Roma, era molto in vista in Cortina, avendo interessi radicati da decenni a Cortina e nel Veneto. Il romano voleva sapere da Ghezze se “avremo noi la governance operativa per la gestione delle opere per il 2026… dimmi cosa devo far rientrare in pancia ad ogni assegnazione appalto… spiegare che ogni opera assegnata dovrà rientrare in pancia sua e dei vari tra assessori e tecnici che avranno redatto le perizie asseverate volte poi all’assegnazione dei lavori”. Cobianchi aveva fatto arrivare il messaggio: “Abbiamo le spalle molto larghe a livello economico e le spalle coperte a livello politico tramite nostro zio in Parlamento”. Ques’ultima è probabilmente una millanteria.
L’incontro con l’assessore Ghezze
Dagli appunti telefonici di Cobianchi emerge la conoscenza dello stato degli appalti a cui erano interessati, dal bob a Socrepes. “Progetti da assegnare a noi: in zona cimitero uno spazio dedicato a garage e piastre commerciali 100 milioni di euro operazione da fare in partnership come investitori diretti; ex pasticceria stabile in disuso di fronte enoteca; bretella e nuova circonvallazione stradale dal bar Toto fino al cimitero; realizzazione villaggio olimpico in zona Campo 20 milioni di euro poi verrà smantellato o lasciato a uso foresteria a disposizione delle strutture ricettive o ristoranti”. C’è spazio nell’inchiesta anche per contatti con un manager di Webuild, nel 2023 interessata alla pista da bob, anche se i lavori li ha poi fatti Pizzarotti.
Ghezze incontra Cobianchi a casa di Manaigo, ex falegname dipendente di Ghezze, poi diventato dj. Ghezzi è stato interrogato nel maggio 2025. “La deposizione è stata fondamentale per la ricostruzione del fatto in termini di tentata estorsione. Ha detto che durante la campagna elettorale del 2022, dal momento che era coordinatore del gruppo della lista civica “Vivere Cortina”, il cui candidato sindaco era l’attuale sindaco Gianluca Lorenzi, Manaigo lo aiutava nella campagna elettorale”. Ghezze andò a casa di Manaigo e incontrò i due Cobianco: “Ha riferito che nell’incontro, durato circa 20 minuti, parlò prevalentemente uno dei due, rappresentando di avere dei locali a Cortina, e di seguire la politica anche a Cortina, e di aver visto i programmi elettorali, affermando che il programma di maggior gradimento fosse proprio quello della lista di Ghezze. Conoscevano parecchie persone a Cortina intenzionate a supportare la lista, tanto che chiesero a Ghezze materiale elettorale da distribuire per favorire la lista, proponendosi quindi di aiutare la sua lista nella campagna elettorale”. Inoltre avevano detto di voler lavorare a Cortina “con riferimento alle grandi opere ed appalti pubblici per le Olimpiadi”.
L’intimidazione
Dopo le elezioni, Manaigo diede appuntamento a Ghezze al Top Bar e “gli fece leggere o comunque lo informò di un messaggio che aveva ricevuto da uno dei due soggetti incontrati prima delle elezioni, che diceva che poiché loro avevano fatto vincere le elezioni alla lista ora volevano gli appalti per le grandi opere. Ghezze precisava che si trattava “di un messaggio minaccioso in quanto l’autore scriveva espressamente di essere ‘boss’ o comunque parte della criminalità organizzata, scrivendo ‘Siamo dei mafiosi, non scherzare con noi’, pretendendo di lavorare per le opere delle olimpiadi”. L’assessore cosa fece? “Non diede peso al messaggio, ritenendolo addirittura un’invenzione di Manaigo per ottenere soldi, e comunque non ritenendo che i due soggetti da lui incontrati fossero stati in grado né di influire sulle elezioni, né di aggiudicarsi direttamente gli appalti – tanto da non denunciare il fatto a forze di polizia”. Anzi, “suggerì al Manaigo ‘di mandarli a quel paese e di non rispondergli proprio’”.
Ne aveva però parlato con un altro assessore, Giorgio Da Rin, che ha confermato il racconto di Ghezze. “Sentiì Manaigo avvisare Ghezze dell’incontro con due persone non di Cortina, prima delle elezioni. Dopo sentìi Manaigo leggere a Ghezze un messaggio pervenutogli dalle due persone che aveva contenuto minatorio e una frase del tipo ‘vi abbiamo fatto vincere le elezioni’” associata a qualche richiesta”.
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