Iran firma lo stop alla cooperazione con l’Aiea. Teheran: “Siti nucleari gravemente danneggiati dai raid”

  • Postato il 2 luglio 2025
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“In merito alla violazione della sovranità nazionale e dell’integrità territoriale dell’Iran da parte di Israele e degli Stati Uniti con il loro attacco agli impianti nucleari del Paese e la messa in pericolo degli interessi dell’Iran, l’amministrazione è obbligata a sospendere qualsiasi cooperazione con l’Aiea”, finché l’agenzia Onu “non garantirà la sicurezza dei siti nucleari e degli scienziati iraniani”. Con queste parole e senza ulteriori commenti il capo del Parlamento di Teheran, Mohammad-Bagher Qalibaf, ha trasmesso la legge per interrompere la collaborazione con l’agenzia al presidente Masoud Pezeshkian, che l’ha promulgata. A fine giugno Trump aveva giustificato i raid statunitensi contro i siti di Fordow, Natanz e Isfahan, spiegando che il paese mediorientale fosse “a poche settimane dalla bomba atomica” e Rafael Grossi, direttore generale Aiea, aveva dichiarato che gli impianti colpiti hanno riportato danni “significativi, ma non completi” e ha previsto che “entro pochi mesi, direi, possono avere centrifughe operative per la produzione di uranio arricchito”. L’Iran ha sempre sostenuto che il suo programma nucleare ha scopi pacifici, ma l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, le agenzie di intelligence occidentali e altri sostengono che Teheran abbia avuto un programma organizzato per la produzione di armi fino al 2003. La decisione arriva a seguito della ratifica della legge da parte del Parlamento lo scorso 25 giugno e della successiva approvazione del Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione. Intanto, le stesse Guardie hanno annunciato che almeno due persone sono state uccise e altre 50 sono state arrestate per “attività di spionaggio per il Mossad” nei pressi della città di Khash, nella provincia sudorientale del Sistan-Baluchistan.

Qual è lo stato dei siti nucleari colpiti da Washington – Il ministro degli Esteri di Teheran, Abbas Araghchi, in un’intervista sa Cbs News, ha dichiarato che quello di Fordow e altri sono stati “gravemente danneggiati”. “Nessuno sa esattamente cosa sia successo a Fordow. Detto questo, quello che sappiamo finora è che gli impianti sono stati gravemente danneggiati”, ha detto, aggiungendo che l’agenzia per l’energia atomica iraniana “sta attualmente effettuando una valutazione, il cui rapporto sarà presentato al governo”, afferma. Martedì una portavoce del Ministero degli Esteri iraniano aveva dichiarato in una conferenza stampa che i siti nucleari del Paese avevano subito “gravi danni” durante i bombardamenti israeliani e statunitensi, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa semiufficiale iraniana Tasnim. Tuttavia, il Washington Post ha riportato domenica che le comunicazioni iraniane intercettate hanno minimizzato l’entità dei danni causati dagli attacchi statunitensi al programma nucleare iraniano, citando quattro persone a conoscenza di informazioni riservate in circolazione all’interno del governo statunitense. Donald Trump aveva affermato che gli attacchi hanno “completamente e totalmente annientato” il programma nucleare iraniano, ma i funzionari statunitensi riconoscono che ci vorrà del tempo per formulare una valutazione completa dei danni causati dagli attacchi.

L’accordo nucleare del 2015 fra l’Iran e le potenze mondiali, negoziato sotto la presidenza Usa di Barack Obama, consentiva all’Iran di arricchire l’uranio al 3,67%, una percentuale sufficiente per alimentare una centrale nucleare ma ben al di sotto della soglia del 90% necessaria per l’uranio destinato alla produzione di armi. L’accordo aveva anche ridotto drasticamente le scorte di uranio dell’Iran, limitato l’uso delle centrifughe e affidato all’Aiea il compito di vigilare sul rispetto degli accordi da parte di Teheran attraverso ulteriori controlli. Ma nel 2018 Trump, nel suo primo mandato, ha ritirato unilateralmente Washington dall’accordo, insistendo che non era abbastanza severo e non affrontava il programma missilistico dell’Iran né il suo sostegno ai gruppi militanti in tutto il Medioriente. Ciò ha dato il via ad anni di tensioni, compresi attacchi in mare e sulla terraferma. L’Iran ha così arricchito l’uranio fino al 60%, un breve passo tecnico dal livello necessario per la produzione di armi nucleari. Dispone inoltre di scorte sufficienti per costruire diverse bombe nucleari, qualora decidesse di farlo.

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Il Fatto Quotidiano

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