Israele attacca Gaza City: “Controlliamo la periferia”. Guterres (Onu): “Tregua e stop insediamenti in Cisgiordania”

  • Postato il 21 agosto 2025
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L’esercito di Israele ha dato il via alla prima fase dell’invasione terrestre di Gaza City. La conferma giunge dal portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), il generale di brigata Effie Defrin: “Abbiamo avviato le operazioni preliminari e le prime fasi dell’attacco: le nostre forze controllano già la periferia” della città, ha dichiarato Defrin in un comunicato ufficiale. Precisando come i soldati siano già al lavoro per l’evacuazione dei residenti, con la costruzioni di spazi adeguati per gli sfollati e cure mediche.

Oggi dovrebbe arrivare la risposta di Israele alla proposta di tregua già accettata da Hamas. Ma l’inizio ufficiale dell’occupazione non lascia margini di speranza. “L’annuncio odierno da parte dell’esercito di occupazione terroristica dell’inizio di un’operazione contro Gaza City dimostra un palese disprezzo per gli sforzi compiuti dai mediatori”, ha dichiarato Hamas ieri sera.

Il portavoce Idf ha confermato l’invio di circa 60mila lettere di coscrizione per arruolare i riservisti. Non tutti saranno operativi nella Striscia, alcuni prenderanno servizio su altri fronti. Ieri Israele ha autorizzato nuovi insediamenti – 3400 case – sulla collina E1 in Cisgiordania, spezzando la continuità dei territori palestinesi. “Un altro chiodo nella bara di uno Stato palestinese”, ha dichiarato ieri il ministro delle finanze Bezalel Smotrich.

È intervenuto anche il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, con un post su X su Gaza e la Cisgiordania: “Fondamentale raggiungere immediatamente un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi, evitando le massicce perdite di vite umane e la distruzione che un’operazione militare contro Gaza causerebbe inevitabilmente”. Il segretario delle Nazioni Unite boccia i nuovi insediamenti approvati da Tel Aviv: “Allo stesso tempo, la decisione delle autorità israeliane di espandere la costruzione di insediamenti illegali, che dividerebbe la Cisgiordania, deve essere revocata. Qualsiasi costruzione di insediamenti costituisce una violazione del diritto internazionale”.

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Il Fatto Quotidiano

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