Israele escluso dai Mondiali di ginnastica, la decisione dell’Indonesia che imbarazza anche la Fifa
- Postato il 10 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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L’Indonesia ha deciso di negare il visto d’ingresso agli atleti israeliani che avrebbero dovuto partecipare ai Mondiali di ginnastica artistica 2025, in programma a Giacarta dal 19 al 25 ottobre. Era già successo con i Mondiali U20 di calcio nel 2023, ma allora la Fifa aveva punito il governo indonesiano.
- La decisione di Giacarta
- Escluso l'eroe olimpico
- Il messaggio alle Nazioni Unute
- La reazione della Fig
- La posizione della Fifa
- Il precedente
La decisione di Giacarta
Mentre il calcio tentenna e sembra non volersi schierare definitivamente sulle eventuali misure da adottare nei confronti di Israele, con Oslo e Udine blindate in vista delle sfide della nazionale di Tel Aviv contro Norvegia e Italia, il ministro degli Affari legali indonesiano, Yusril Ihza Mahendra, annuncia l’esclusione degli atleti israeliani dai Mondiali di ginnastica artistica in programma a Giacarta. D’altronde, l’Indonesia ha scelto di non intrattenere rapporti ufficiali con Israele fino al riconoscimento de “l’indipendenza e piena sovranità dello Stato di Palestina” e, un po’ a sorpresa, la Fig (Federazione Internazionale di Ginnastica) ha accolto e avallato la decisione.
Escluso l’eroe olimpico
Tra i grandi esclusi spicca senza dubbio il nome di Artem Dolgopyat, campione olimpico al corpo libero a Tokyo 2020. Il ginnasta israeliano, anche argento ai Giochi di Parigi 2024 e ai Mondiali di Montreal 2017 e Stoccarda 2019, vede così sfumare la possibilità di difendere il titolo iridato conquistato ad Anversa nel 2023.
Ventotto anni e icona dello sport in Israele, dove il suo trionfo olimpico è stato celebrato come un momento storico, Dolgopyat è solo il secondo atleta israeliano ad aver conquistato la medaglia d’oro alle Olimpiadi. Prima di lui, nel 2004 ad Atene, il velista Gal Fridman. Gli altri israeliani esclusi sono Eyal Indig, Ron Pyatov, Roni Shamay e, tra le donne, Yali Shoshani e Lihie Raz.
Il messaggio alle Nazioni Unute
Nonostante da Tel Aviv facciano sapere di aver ricevuto rassicurazioni a luglio, il ministro Yusril ha ribadito che la decisione di rifiutare i visti è coerente con i principi di politica estera indonesiana, pro Palestina. Un messaggio in linea con quanto espresso dal presidente Prabowo Subianto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dove aveva invitato la comunità internazionale a garantire “una Palestina indipendente”.
La reazione della Fig
In un comunicato ufficiale, la Fig ha preso atto della decisione, riconoscendo le “difficoltà organizzative”, ma sottolineando al contempo la necessità di agevolare un ambiente sportivo inclusivo. La Federazione internazionale si è, inoltre, augurata che in futuro “gli atleti di tutto il mondo possano competere in condizioni di uguaglianza, sicurezza e serenità”.
La posizione della Fifa
Inevitabile non tracciare un parallelo con il mondo del calcio, che nei giorni scorsi aveva visto il presidente della Fifa, Gianni Infantino, smarcarsi dalla spinosa “questione israeliana” dichiarando durante il Consiglio di Zurigo come il massimo organismo calcistico mondiale “non possa risolvere problemi geopolitici, ma debba impegnarsi a unire attraverso il calcio in un mondo diviso”.
Il precedente
E, restando in ambito calcistico, è inevitabile non tornare a due anni fa quando l’Indonesia avrebbe dovuto ospitare i Mondiali di calcio Under 20. Anche in quella occasione il governo di Giacarta aveva scelto di negare l’ingresso alla nazionale israeliana. Il finale della vicenda fu, però, ben diverso da quello odierno, con la Fifa che optò per il pugno duro contro il Paese ospitante. La scelta? Competizione fatta disputare in Argentina e Israele regolarmente in campo.