Israele-Iran, Teheran blocca i negoziati: tensione alle stelle mentre continuano gli attacchi
- Postato il 20 giugno 2025
- Di Panorama
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Sono 54 le persone ferite arrivate negli ospedali tra la notte e le prime ore del mattino a seguito del lancio di missili iraniani contro il sud di Israele. Secondo il Ministero della Salute, 46 di queste hanno riportato lesioni di lieve entità. Un vettore balistico proveniente dall’Iran ha colpito la città di Beersheba venerdì mattina, provocando ferite non gravi a sette civili e gravi danni ad alcune abitazioni. Il missile è esploso lungo una strada nei pressi di un complesso residenziale, provocando un cratere di grandi dimensioni e incendiando vari veicoli. I vigili del fuoco sono intervenuti prontamente per domare le fiamme. Le Forze di difesa israeliane (Idf) attribuiscono l’impatto del missile a un guasto dell’intercettore, che non sarebbe riuscito ad abbatterlo. La città di Beer Sheva, già colpita il giorno precedente, è stata nuovamente presa di mira.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha lanciato un monito al leader di Hezbollah, Naim Qassem, invitandolo alla prudenza dopo le sue recenti dichiarazioni, secondo le quali il gruppo sciita avrebbe «agito quando lo avesse ritenuto necessario» nell’ambito del conflitto tra Israele e Iran. Katz ha accusato Qassem di ripetere gli errori dei suoi predecessori e di minacciare Israele, facendo riferimento all’ex leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ucciso da Israele lo scorso settembre. «Consigliamo ai libanesi di comprendere che Israele ha esaurito la pazienza verso chi lo minaccia con il terrorismo» ha affermato Katz, aggiungendo che «se il terrorismo continuerà, Hezbollah non esisterà più».
Le Idf hanno reso noto che durante la notte l’aviazione militare israeliana ha condotto un vasto raid su Teheran, colpendo numerosi obiettivi militari e centri di ricerca nucleare iraniani. Secondo quanto riferito dai media israeliani, oltre 60 caccia hanno partecipato all’operazione, sganciando 120 ordigni. Tra i bersagli colpiti vi sarebbero «diversi impianti di produzione missilistica industriale» situati nella capitale iraniana, che rappresentano – stando a fonti militari – il «fulcro industriale del Ministero della Difesa iraniano», coinvolti nella realizzazione di componenti per missili e nella produzione di materiali utilizzati nella fusione dei motori. Tra gli obiettivi figura anche il «quartier generale del progetto nucleare Spdn».Le Idf hanno confermato a The Times of Israel l’operazione notturna, precisando che tra i siti distrutti vi era un impianto utilizzato per la fabbricazione di un componente ritenuto essenziale per il programma nucleare militare della Repubblica Islamica. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) ha riferito che diversi edifici chiave dell’impianto ad acqua pesante di Arak – noto anche come Khandab, a circa 240 km a ovest di Teheran – sono stati danneggiati. Colpita anche la sezione di raffinazione del complesso, secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Ynet.
Israele valuta un attacco a Fordow: Teheran ribadisce il no al negoziato
Intanto, Israele starebbe valutando un’azione unilaterale contro l’impianto nucleare sotterraneo di Fordow. Secondo quanto riferito da due fonti della sicurezza israeliana a Iran International, Tel Aviv sarebbe pronta ad agire in autonomia, pur continuando a confidare in una possibile partecipazione attiva da parte degli Stati Uniti. Le fonti, citate dal portale legato all’opposizione iraniana, ritengono che lo scenario più probabile resti quello di un intervento congiunto con Washington, da concretizzarsi entro le prossime 48-72 ore. Tuttavia, l’ipotesi di un blitz indipendente rimane sul tavolo, sfruttando la momentanea superiorità militare acquisita da Israele nelle ultime settimane. Un funzionario dell’intelligence israeliana, rimasto anonimo, ha sottolineato l’importanza cruciale del coinvolgimento americano: «Se l’obiettivo è forzare Teheran a fare concessioni che altrimenti non accetterebbe e riportarla al tavolo dei negoziati, serve la presenza degli Stati Uniti: non esistono alternative». Un’altra fonte ha aggiunto: «È necessario che Trump intervenga entro 48 o al massimo 72 ore. In questo momento è altamente imprevedibile, dunque ogni scenario è aperto».
L’impianto nucleare di Fordow, scavato in profondità nel sottosuolo, non è stato ancora colpito dalle operazioni militari israeliane in corso contro le infrastrutture strategiche iraniane. Una seconda fonte della sicurezza ha precisato a Iran International che la finestra operativa per attaccare si sta chiudendo rapidamente: «Le Idf hanno già aperto un corridoio aereo verso l’Iran, ma resterà praticabile ancora per poco. È una finestra temporale limitata. Se gli Stati Uniti vogliono essere della partita, devono decidere subito, altrimenti l’opportunità andrà persa». Le dichiarazioni arrivano mentre la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha fatto sapere che il presidente Donald Trump prenderà una decisione sull’eventuale partecipazione diretta degli Stati Uniti entro due settimane. Una trattativa al momento, tuttavia, sembra improbabile. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha escluso qualsiasi apertura diplomatica: «L’Iran non è disposto a negoziare finché gli attacchi israeliani continueranno», ha dichiarato, secondo quanto riferito da Sky News Arabia. Araghchi è comunque atteso oggi a Ginevra per incontrare i ministri degli Esteri di Francia, Germania, Regno Unito e l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera. «Nulla è cambiato. L’Iran continua a ingannare la comunità internazionale e sta solo cercando di guadagnare tempo. Non ha alcuna intenzione di abbandonare il proprio programma nucleare, che costituisce una minaccia esistenziale per Israele e un pericolo per l’intero pianeta». Lo ha dichiarato su X il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar, commentando le parole del collega iraniano Abbas Araghchi, secondo il quale Teheran non prenderà parte ad alcun negoziato di pace finché Israele non cesserà i suoi attacchi.