Italia double-face: fa pace con Macron e assolve chi imbratta i monumenti
- Postato il 4 giugno 2025
- Politica
- Di Blitz
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Due facce dell’Italia, in un solo giorno: il Paese che amiamo ha mostrato facce diverse. L’una, più tranquilla, che ha visto a Palazzo Chigi l’incontro Meloni-Macron, una pace ritrovata; l’altra, guerrigliera che ha per sfondo il referendum dell’otto e il nove giugno.
I premier franco-ìitaliani si sono trovati d’accordo su due punti essenziali: una Europa più forte e la difesa dell’Ucraina senza se e senza ma. La sinistra rosica, ha vissuto di gloria sul conflitto di Emmanuel e Giorgia. Ora, pur di non mostrare che ha perso anche questa battaglia parla dei “forzati del sorriso”.
Avanti insieme: è questo il succo di un colloquio durato oltre tre ore.
Piaccia o non piaccia, i due paesi hanno trovato una linea comune perché l’Europa non può fare a meno nè dell’uno, nè dell’altro. Isolate o marginalizzate sono termini che non le appartengono.
L’Italia “guerrafondaia”, al contrario, continua a dividersi negando un qualsiasi dialogo che possa dare tranquillità ai 60 milioni che la abitano.
In questa settimana è di scena il referendum. Si deve andare a votare o si deve rimanere a casa? O ancora: raggiungere il seggio senza ritirare la scheda? Intervengono decine di costituzionalisti a favore o contro le due parti che si fronteggiano.
Ma lo spettacolo che si presenta agli occhi degli italiani non è quello che si vorrebbe. Si procede usando colpi bassi a ripetizione, servendosi pure delle fake news per far trionfare le proprie idee.
Le forze di opposizione non si presentano unite. Una parte del Pd è contro la “maggioranza Schein” perché non ama affatto la linea che la segretaria ha dato al partito. Vorrebbe tornare al passato, essere più moderati, sognare forse la vecchia Dc progressista si, ma fino ad un certo punto.
Il ritorno di Beppe Grillo

Non è la sola grana: ora ci si mette di punta pure il vecchio Beppe Grillo che non ci sta ad essere dimenticato del tutto. In fondo è stato solo lui a creare i pentastellati, perchè uscire di scena?
Così, rinfocola la polemica sul simbolo che storicamente gli appartiene. Lo fa, guarda caso, in vista delle regionali d’autunno che dovrebbero o non dovrebbero cambiare il volto dell’Italia. Giuseppe Conte non si dà pena: ritiene di aver già vinto e per questo si sente tranquillo.
Sicuro? La verità è che ancora una volta il campo largo si restringe, diventa un campetto di periferia, come lo definisce la destra. I Guerini, le Picierno, i Gori, le Quartapelle non ci stanno e voteranno “si” soltanto al diritto di cittadinanza che vuole essere portato da dieci a cinque anni (di permanenza nel nostro Paese). Poi, non bisogna tralasciare il convincimento di Carlo Calenda e Matteo Renzi (ritornati insieme?) i quali sul Jobs Act hanno idee ben precise che non collimano con quelle dei dem. Sul lavoro la pensano come ai tempi di Renzi, presidente del consiglio.
Tutte le strade portano a Roma quindi.
Chi vincerà i referendum?
Non ci dovrebbero essere dubbi sul voto ai referendum: vincerà la preferenza del mare o della campagna Chi la pensa così sbaglia e si dimostra troppo ottimista. Dalla parte del “si” ci sono i sindacati, soprattutto la Cgil di Maurizio Landini, il quale propri.o perchè è alla vigilia del divorzio (oltre due mandati non si può andare) deve dimostrare la sua forza per entrare presto nel mondo politico con un incarico di prestigio, persino la segreteria di via del Nazareno.
Non sono poi da sottovalutare la perseveranza e la caparbietà di Elly Schlein che ne ha inventata un’altra pur di apparire e farsi pubblicità. Alla manifestazione “oceanica” della vigilia del voto si presenterà con una ciocca di capelli tinti di rosso. Lo voleva già fare alle primarie in cui trionfò. Alla fine si ricredette, ma oggi ci pensa di nuovo. I “no” sono sostenuti dagli avversari di Donald Trump e dei suoi dazi, una vera iattura per la nostra economia. Sono tanti o pochi in Italia? Previsioni non se ne possono fare perchè i numeri non sono sicuri e il dubbio rimane.
Non si possono invece avere titubanze quando si legge la sentenza della nostra magistratura su quei giovani di ultima generazione che imbrattarono con carbone vegetale la Barcaccia di Piazza di Spagna, un monumento storico del Bernini. L’opera di ripulitura costò 4 mila euro (a spese di chi se non del contribuente?). I giudici si sono pronunciati: gli imputati assolti per “tenuità dell’episodio”.
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