Italia-Israele, a Udine si prepara la mobilitazione pro Gaza: aderiscono 300 associazioni. “Ribadiremo a governo e Figc da che parte sta il popolo”

  • Postato il 9 ottobre 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

Una manifestazione, 300 associazioni. Udine si prepara per la grande mobilitazione di solidarietà alla Palestina in occasione del match del 14 ottobre tra Italia e Israele, valido per le qualificazioni ai prossimi Mondiali. Come ha ricordato lo stesso ct Gennaro Gattuso in conferenza stampa, ci saranno più persone in strada a manifestare per Gaza che dentro lo stadio a tifare per la Nazionale azzurra, visto che i biglietti venduti ad oggi non superano quota 5mila. “Udine non ha mai visto una così vasta partecipazione nella sua storia: il corteo del 14 ottobre sarà un modo per ribadire ancora una volta al governo Meloni e alla Figc da che parte sta il popolo italiano. Dalla parte giusta della storia. Quella per la libertà e la giustizia“, spiegano gli organizzatori della protesta.

Di fronte alle atrocità in corso a Gaza, da tempo la società civile italiana si sta muovendo per chiedere la sospensione di Israele dalle competizione sportive internazionali, senza dimenticare la lettera-appello firmata da Francesca Albanese e altri 7 esperti Onu che si sono rivolti direttamente a Uefa e Fifa. Eppure negli uffici di governo del pallone a livello europeo e mondiale finora si sono affrettati a smentire tutto, rassicurando Tel Aviv. Un sondaggio commissionato da Ekō a YouGov ha mostrato come la maggioranza degli italiani sia a favore dell’esclusione di Israele dal calcio: secondo la rilevazione, il 69% degli italiani sostiene la sospensione di Tel Aviv dalle competizioni calcistiche internazionali finché non rispetterà i diritti umani e il diritto internazionale. “Gli italiani amano il calcio, ma amano anche la giustizia e il rispetto per i diritti umani. La domanda è: la Figc ascolterà la voce del popolo italiano, o continuerà a piegarsi alla pressione del genocidio?”, si chiede Alessio Petronelli, attiva per la ong internazionale Ekō.

Gli scioperi e la mobilitazione nazionale contro il genocidio in corso a Gaza, che ha visto scendere in piazza oltre un milione di persone in occasione del corteo nazionale di sabato 4 ottobre, fa presumere un grande afflusso anche a Udine, nonostante la partita tra Italia e Israele avvenga in un giorno feriale, martedì 14 ottobre. “Quello che muove molte persone è la consapevolezza dell’importanza di scendere in strada, attivandosi personalmente”, spiegano gli organizzatori. A promuovere la manifestazione sono il Comitato per la Palestina di Udine, la comunità palestinese del Friuli Venezia Giulia, Saalam ragazzi dell’olivo Trieste e le realtà nazionali di Calcio e Rivoluzione e BDS Italia: la mobilitazione chiede ancora l’annullamento del match, ma soprattutto ribadisce la necessità dell’esclusione di Israele dallo sport e la fine della legittimazione delle politiche di occupazione e apartheid israeliane in tutta la Palestina. Il comunicato d’intenti lanciato lo scorso giugno ha raccolto l’adesione di circa 300 realtà sportive, associative, politiche e sindacali, sia a livello locale che nazionale.

“La consapevolezza della necessità di attivare sanzioni contro lo stato di Israele anche a livello calcistico è ormai capillare”, sottolineano i promotori della mobilitazione, citando appunto il sondaggio condotto dalla ong internazionale Ekō. Ed evidenziando come oggi il calcio sia uno strumento del governo di Benjamin Netanyahu, anzi “arma del genocidio“. Attraverso il pallone, spiegano, si vuole “normalizzare l’occupazione illegale dei territori palestinesi e le politiche di apartheid di Israele”. In un lungo comunicato, gli organizzatori della manifestazione di Udine citano il report pubblicato lo scorso maggio dalla Federazione Calcistica Palestinese (PFA) sull’aumento dei club israeliani nei territori occupati, ma anche l’indagine della Hind Rajab Foundation su “Come la cultura calcistica israeliana è diventata un’arma di genocidio”, che analizza come squadre e calciatori siano diventati strumento di propaganda.

Gli organizzatori ricordano anche il parallelismo con la Russia, che Fifa e Uefa hanno sospeso da tutto dopo l’invasione dell’Ucraina per una decisione “politica”, come ha ammesso lo stesso presidente dell’Uefa Ceferin. Su Israele per ora si è scelto di non decidere. Anzi, sia il ministro dello Sport Andrea Abodi sia il capo della Figc Gabriele Gravina hanno ribadito a più riprese che l’Italia dovrà scendere in campo contro Israele il prossimo 14 ottobre a Udine. “Tanto è complice l’ignavia delle istituzioni politiche e calcistiche, quanto è solidale con la popolazione palestinese la risposta di Udine e di tutta l’Italia: ne sono esempi le donazioni alla campagna di ricostruzione della rete idrica, distrutta da Israele, nella Valle del Giordano e la numerosa partecipazione alle manifestazioni di questo mese”, scrivono gli organizzatori. Che evidenziano il primo raduno del 2 ottobre davanti al Blue Energy Stadium (lo stadio dove si giocherà la partita), le riunioni settimanali sotto la Prefettura di Udine per denunciare la complicità delle istituzioni italiane, a suon di “Udine lo sa, la partita non si fa”. Tutto è pronto per confluire nella grande manifestazione del 14 ottobre.

L'articolo Italia-Israele, a Udine si prepara la mobilitazione pro Gaza: aderiscono 300 associazioni. “Ribadiremo a governo e Figc da che parte sta il popolo” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti