Italia, le possibili avversarie nei playoff per il Mondiale 2026

  • Postato il 10 settembre 2025
  • Di Panorama
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La sosta nazionali di settembre ha chiarito il futuro dell’Italia di Gattuso. A meno di sconvolgimenti e miracoli, difficili da pronosticare anche nel più ottimistico dei sogni, gli azzurri dovranno passare dalla tagliola dei playoff per strappare la qualificazione al Mondiale 2026. La differenza reti negativa nei confronti della Norvegia ci condanna a puntare quasi esclusivamente al secondo posto nel girone, almeno questo messo al riparo vincendo in casa di Israele dopo aver rischiato l’apocalisse in una gara senza grande senso tattico.

E’ il remake di quanto accaduto nel 2018 e nel 2022, con la preghiera che il finale sia diverso perché restare a casa per la terza volta di fila comporterebbe una ferita impossibile da ricucire per tutto il movimento. I cattivi pensieri, però, sono normali ricordando il male che ci fece il doppio confronto con la Svezia (0-1 a Solna e 0-0 a San Siro) e la delusione enorme della sconfitta a Palermo con la Macedonia del Nord (0-1).

Normale che si debba convivere con i fantasmi del passato, uno dei compiti che Gattuso e il suo staff – con la collaborazione di Gigi Buffon – dovranno svolgere nei prossimi mesi: ripulire dalle paure la testa di un gruppo che non ha vissuto in prima persona gli choc del 2018 e del 2022 ma che sente tutto il peso di un traguardo che non si può fallire.

Playoff per il Mondiale 2026: come funzionano

Ecco, allora, una rapida guida per capire cosa attende la nazionale di Gattuso: come funzionano i playoff, chi si qualifica, quali sono i criteri di accoppiamento e le possibili avversarie delle azzurre. Il punto di partenza è che si tratta di un mini torneo in due sfide, entrambe su partita secca senza ritorno con eventuali tempi supplementari e tiri di rigore. Il regolamento della Fifa prevede che il primo turno si giochi certamente in casa della nazionale con il miglior ranking possibile e con le 16 qualificate divise in quattro fasce di merito.

L’Italia sarà certamente testa di serie e, dunque, incrocerà una delle avversarie dell’ultima urna che è composta dalle vincitrici dei gironi dell’ultima Nations League che non hanno ottenuto il pass mondiale direttamente. La data da segnare sul calendario è quella del 26 marzo 2026. Chi potrebbe toccare? La rosa, stando le attuali classifiche dei gruppi, è ristretta a pochi nomi: in ordine di difficoltà Svezia, Irlanda del Nord, Moldova e San Marino. L’ultima sarebbe un allenamento, Moldova e Irlanda del Nord (toccando ferro) non dovrebbero presentare rischi mentre la Svezia, oltre ad evocare pessimi ricordi, potrebbe non essere una passeggiata.

Playoff, possibili avversari e rischi della sfida decisiva per il Mondiale 2026

Più difficile immaginare l’eventuale avversario della seconda e decisiva sfida perché bisogna pescare tra le attuali seconde in classifica nei gironi europei. La cosa più importante da ricordarsi è che la sede del match (sempre partita secca senza ritorno) viene sorteggiata, consegnando un vantaggio enorme a chi si trova ad affrontare una trasferta. Per intenderci, l’Italia di Mancini fu colpevole di farsi buttare fuori dalla Macedonia del Nord ma per andare al Mondiale avrebbe comunque dovuto compiere un’impresa vincendo poi a Lisbona contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo.

Allo stato attuale il panorama nasconde molte insidie. Andando verso Est ecco Serbia, con il rischio di doversela giocare nell’inferno di Belgrado, Slovacchia, che sta facendo tremare la Germania, Repubblica Ceca e Polonia. Da evitare, se possibile, anche la Turchia di Yildiz, Calhanoglu e Montella, soprattutto in trasferta. Meglio andrebbe con Scozia (o Grecia), Austria (o Bosnia), Ungheria e Islanda. Forse le preferite sarebbero Macedonia del Nord, facendo gli scongiuri, Galles e Armenia. Forse. E comunque sempre considerando che affrontarle in casa o in trasferta sposta molto il peso della sfida.

Data della sfide decisiva: 31 marzo. Il sorteggio è in programma il 21 novembre 2025 così da lasciare alle nazionali quasi un semestre per preparare il momento della verità nella primavera dell’anno del Mondiale.

Europa, poco peso rispetto al Sud America nel Mondiale allargato

La verità è che l’Italia, quattro volte campione del Mondo, non può nascondersi dietro a nessun alibi se rischia di restare fuori dalla fase finale che è costruita, però, in un modo estremamente penalizzante per le nazionali europee. Il calcolo è semplice e dimostra come passare dalla tagliola dei gironi nel Vecchio Continente sia molto complicato e basti anche un solo passo falso per rischiare di restare fuori.

L’Europa porta 16 squadre al nuovo Mondiale allargato a 48 partendo da una base di 55 federazioni: 29,1%. Una percentuale superiore a quella di tutte le altre confederazioni tranne il Sud America, dove si qualificano le prime 6 di un torneo a 10 con la settima che può accedere a un ripescaggio: 60% minimo.

E’ vero che Africa (8 su 46 ovvero il 19,6%), Nord e Centro America (6 su 35 ovvero il 17,1%), Africa (9 su 54 ovvero il 16,7%) e Oceania (1 su 11 ovvero il 9,1%) devono sgomitare ancora di più, ma la realtà tecnica del calcio mondiale è fotografata dal ranking Fifa e spiega perché il meglio del pallone mondiale sia concentrato in Europa dove giocano 8 delle nazionali della Top10, tutte tranne Argentina e Brasile, 12 delle prime 22 e 16 (restando al numero di qualificate) sulle prime 30. Anche il livello medio è, insomma, altissimo e non consente alcuna distrazione a differenza di quanto accade per brasiliani o argentini. Questione di pesi politici ed elettorali, una battaglia che il Vecchio Continente ha perso nel passato e per il futuro.

Autore
Panorama

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