Italia, verso il Mondiale da evitare la trappola Polonia

  • Postato il 19 novembre 2025
  • Di Panorama
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Hai voglia a dire che uno vale uno e che l’Italia non deve temere nessuno, perché è l’Italia ed è come se il resto del mondo non contasse. Argomenti buoni per chi non vede l’ora di celebrare un altro funerale calcistico e, pur di non guardare in faccia alla realtà, fa finta che non ci siano distinzioni tra avversario e avversario. Non è così e la nazionale di Gattuso scoprirà il suo destino nell’urna di Zurigo, ben prima dei giorni della verità a fine marzo.

Ranking alla mano e nonostante l’ultima retrocessione ai confini della Top10, gli azzurri entrano negli spareggi che scelgono le ultime quattro europee per il Mondiale come i migliori del lotto. Consolazione solo parziale, visto che il sistema ideato in coppia da Infantino e Ceferin protegge il merito solo nel primo dei due turni evitando così il rischio di incrociare Turchia, Danimarca e Ucraina che nelle graduatorie della Fifa sono dietro all’Italia ma nemmeno troppo.

Si giocherà in casa (Bergamo lo stadio preferito) e sulla nostra strada ci sarà una tra Svezia, Irlanda del Nord, Macedonia del Nord e Romania. Svedesi e macedoni evocano cattivi pensieri essendo stati i nostri carnefici nel 2017 e 2021, però la verità è che c’è un abisso tra la Svezia di Isak, Gyokeres e Kulusevski e tutte le altre. Quindi, siccome uno non vale uno nello sport, meglio evitarla e farci restituire dalla sorte un turno agevole peraltro meritato secondo logiche di valore assoluto, quelle che dovrebbero guidare la formazione di un tabellone di una manifestazione sportiva.

Poi si arriva (si spera) al match del 31 marzo che varrà il Mondiale. E qui il discorso si fa ancora più radicale. Le folli regole di chi organizza stabiliscono che si giochi una partita secca non in campo neutro o a casa del più meritevole, ma stabilendo con sorteggio chi avrà l’enorme vantaggio del fattore campo. E’ intuitivo che fa tutta la differenza del mondo, soprattutto se dovesse obbligarti ad andare a fare visita a nazionali solide e capaci di creare ambienti infuocati.

Sulla carta siamo i migliori. Sulla carta. Nella realtà bisogna sperare di evitare a tutti i costi un potenziale incrocio con la Polonia di Lewandowski, macchina da gol del Barcellona all’ultima chiamata mondiale della carriera. Anche una gita in Galles sarebbe indigesta visto l’ambientino di Cardiff e qualche problema (in trasferta) possono crearlo pure Repubblica Ceca o Slovacchia.

Dunque, esattamente come nel 2021 anche passando contro la Macedonia del Nord saremmo stati obbligati a un’impresa in Portogallo – Italia, campione d’Europa da pochi mesi -, così oggi vale la pena dire in anticipo che pescare male nell’urna di Zurigo equivale a staccare un biglietto per un viaggio nell’incubo. E non solo per colpa nostra, come sostengono quelli che attendono sulla riva del fiume che passino le spoglie della nazionale. In Slovacchia nel girone ha perso la Germania e la Polonia in casa ha fermato l’Olanda e vinto tutte le altre mentre la Repubblica Ceca ha costretto sul pareggio la Croazia: uno non vale uno, insomma.

Post scriptum – L’ultima tornata di eliminatorie ha spedito direttamente al Mondiale Curacao con i suoi 150mila abitanti (numero 82 del ranking Fifa) e Haiti che viene dopo nelle graduatorie internazionali. Raggiungono Qatar (52), Uzbekistan (55), Iraq (57), Arabia Saudita (58) e Giordania (66) oltre alla Nuova Zelanda (85). Tutte belle storie con il pregio di appassionare soprattutto Infantino perché nello sport il merito è una cosa diversa che dovrebbe pure essere seria.

Autore
Panorama

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