Ivrea, la città di Adriano Olivetti: itinerario tra architettura industriale e design d’autore
- Postato il 28 maggio 2025
- Viaggi
- Di Il Fatto Quotidiano
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È piacevole passeggiare fra piazze e antiche vie dal Duomo di S. Maria Assunta (IV secolo), a piazza Castello – circondata dai campanili del Duomo -, incrociando il Vescovado, il Chiostro Capitolare, il Teatro Giacosa. Ivrea, città industriale, riconosciuta come sito mondiale dell’Unesco, si visita come un museo a cielo aperto di architettura moderna. La cittadella della Olivetti è diventata il 54° sito Unesco italiano come “città ideale della rivoluzione industriale del Novecento”. Un riconoscimento importante a quello che oggi è un vero museo a cielo aperto di architettura – anni 30 fino agli Anni 60 – del Novecento; la cittadella industriale concepita da quell’imprenditore perspicace e progressista che è stato Adriano Olivetti. Negli anni 50 non solo si realizzavano oggetti cult di design (come la macchina da scrivere Lettera 22 premiata nel ’59 come “miglior prodotto degli ultimi cento anni”), ma si metteva alla prova anche un nuovo sistema di gestione industriale e si pensava a come migliorare la qualità della vita degli operai con i servizi e l’urbanistica.
Oggi la città industriale è ancora attiva e si può visitare con una passeggiata lungo corso Jervis, l’asse lungo cui si è sviluppata la città ideale di Olivetti. È del ’39-’41 l’asilo nido firmato dagli architetti milanesi Luigi Figini e Gino Pollini, con arredi originali disegnati dall’Ufficio Tecnico della Olivetti. Degli stessi architetti è il Centro servizi sociali (’54-’59), a pianta esagonale con ampi terrazzi, solarium: un edificio progettato per ospitare spazi pubblici come la biblioteca, i servizi sociali, l’infermeria, gli uffici delle colonie e del fondo di solidarietà, fondamenti del sistema sociale dell’Olivetti. E ancora, il Centro studi ed esperienze, concepito nel ’51, per ospitare i corsi di formazione dei disegnatori Olivetti, successivamente modificato e ampliato nel 2000 da Ettore Sottasas jr. Una città industriale ideale dove sorgono anche le ville progettate per i dirigenti, semplici e lineari, ma con attenta ricerca dei volumi e della luce, o i moduli abitativi per famiglie operaie numerose, progettate da Figini e Pollini nel ’39-’41, dotate ognuna di giardino e autorimessa, con scale e servizi.
Cosa vedere: dal Castello al Museo d’arte orientale al soft rafting
Situato nella parte alta della città, si trova il Castello “dalle torri rosse”, imponente fortezza che domina la città, costruita nel 1358 come difesa per volere di Amedeo I di Savoia. Intorno sorgono gli edifici principali del potere politico e religioso medievale: il Comune e il Palazzo del Vescovado, con una splendida facciata in stile neoclassico. Vale proprio la pena arrivare in cima al Castello per ammirare il bellissimo panorama del territorio canavese. Progettato allo scopo di valorizzare l’eredità culturale di Olivetti, il MAM, inaugurato nel 2001: è un percorso museale che si sviluppa per circa due chilometri, lungo la via Guglielmo Jervis e altri siti contigui.
Da aggiungere fra le tappe interessanti al vostro itinerario, il Museo civico P.A. Garda, che custodisce un’interessante collezione di reperti archeologici, etnografici e artistici e una sezione dedicata all’arte orientale, con più di 500 pezzi, tra cui si distingue la preziosa collezione di lacche giapponesi. Fino al 26 ottobre 2025 è possibile visitare la mostra Olivetti e i fotografi della magnum che racconta una storia: la straordinaria collaborazione tra l’industria Olivetti e alcuni fotografi dell’agenzia Magnum (Wayne Miller, Erich Hartmann, Henri Cartier-Bresson, Sergio Larraìn) nel corso del secolo scorso. Il Visitor’s centre presenta con installazioni e materiale fotografico la storia degli edifici di “Ivrea, città industriale del XX secolo”.









Un’altra cosa da fare è recarsi alla Chiesa di San Bernardino, in stile gotico, che venne costruita, insieme all’annesso convento, a partire dal 1455 dall’ordine francescano dei Frati Minori. Nel 1910, dopo un periodo di degrado, Olivetti acquistò il complesso e lo trasformò nella sua abitazione. Più tardi, il figlio di Camillo Olivetti, adibì l’edificio a sede per i servizi sociali e per le attività dopolavoro dei dipendenti dell’azienda. Nella chiesa si può ammirare una delle più importanti testimonianze rinascimentali del Piemonte: il ciclo pittorico della Vita e Passione di Cristo realizzato da Gian Martino Spanzotti sul muro divisorio della chiesa di San Bernardino. Il convento e la sua chiesa, riuniti nella proprietà e nella gestione del FAI, saranno oggetto di un grande progetto di restauro e valorizzazione.
Per i fanatici del design industriale e di tecnologia, il Museo Tecnologic@mente, è un museo-laboratorio: una parte è dedicata alla storia industriale del nostro Paese, con risalto alle produzioni e alla cultura della Olivetti e, l’altra è un laboratorio rivolto alle scuole e alle nuove generazioni, per stimolare la creatività e la voglia di sperimentare, per conoscere la propria storia. Sono esposte le macchine per scrivere (dalla leggendaria Lettera 22 alla Valentine), i calcolatori e i personal computer con cui è stata (letteralmente) scritta la storia dell’azienda.
Da non lasciarsi sfuggire l’Archivio Nazionale Cinema Impresa, nato per la conservazione e la diffusione dei documenti visivi realizzati in ambito d’impresa, ha sede nell’ex asilo olivettiano progettato da Mario Ridolfi, con circa 72.000 rulli di film conservati, realizzati a partire dai primi anni del Novecento da numerose imprese tra cui Borsalino, Breda, Innocenti, Montecatini, Montedison, Edison, Fiat, Ferrovie dello Stato, Metropolitana Milanese e altre.
E’ importante tenersi qualche ora per visitare l’Associazione Archivio Storico Olivetti: una vasta raccolta dell’enorme patrimonio archivistico della storia della Società e della Famiglia Olivetti. Documenti, lettere, libri, giornali, riviste, manifesti, disegni, foto, filmati, audiovisivi, prodotti, modellini e plastici, conservati grazie a un minuzioso lavoro. Nella dépendance Villetta Casana, la mostra permanente OLIVETTI#StoriaDiInnovazione che racconta la storia dell’Olivetti dai primi anni di attività fino ai giorni nostri. Se volete immergervi in un’avventura emozionante in mezzo alla natura, provate un’esperienza di soft rafting al tramonto sulle acque della Dora. Durante la discesa (in gommone minimo 6 persone) una guida specializzata di Eporedia Rafting Center (eporediaraftingcenter@gmail.com) vi racconterà le avventure del fiume e del paesaggio.
Non manca un ottimo hotel per soggiornarvi, come il 3T Boutique Hotel (qui ha dormito anche Marco Giallini, l’attore che interpreta il personaggio del vicequestore Rocco Schiavone nella serie televisiva “Rocco Schiavone” durante le riprese dei nuovi episodi tv) e buoni ristoranti: da segnalare, Osteria San Maurizio, uno dei più antichi e storici locali della città, GiuLiVa bistrot caffè, posto nuovo aperto da chef Giulia e altre due giovanissime ragazze, La Gusteria e per vegetariani Radici Cucina Genuina, attenti alla qualità delle materie prime.
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