Jannik Sinner: «Orgoglioso di essere italiano». Dall’Alto Adige un simbolo di unità nazionale. Eppure a molti (a torto) non piace

  • Postato il 6 novembre 2025
  • Di Panorama
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È ora di chiudere un discorso durato fin troppo a lungo. Jannik Sinner è italiano, lo ha dichiarato e lo ha dimostrato più volte. Non è austriaco e non si sente tale, punto.

A pochi giorni dalle Atp Finals di Torino (9-16 novembre), il numero uno del tennis italiano ha concesso un’intervista al direttore di Sky Sport, Federico Ferri. Tra un sorriso e un ricordo, il campione altoatesino ha pronunciato una frase che mette a tacere tutte le (sterili) polemiche: «Sono molto felice di essere nato in Italia e non in Austria, o da un’altra parte, perché questo Paese merita molto di più, anche di quello che sto facendo io. Abbiamo le strutture, abbiamo gli allenatori, abbiamo i giocatori e abbiamo tantissime mentalità differenti. Le differenze sono la nostra forza».

Parole che più orgogliosamente italiane di così non potevano essere. Sinner, cresciuto tra le montagne di San Candido, in Alto Adige, non solo ha voluto riaffermare la propria italianità, spesso messa in discussione da un certo pregiudizio etnico-linguistico alimentato da certa mala stampa e da «tifosotti» indegni di un fuoriclasse simile, ma ha anche lanciato un messaggio di forte unità e senso di appartenenza alla nazione.

L’identità oltre i confini

Bisogna ammettere che l’Alto Adige, terra di confine e di convivenza linguistica, ha sempre avuto un rapporto complesso con il concetto di «italianità». Qui si parlano tedesco, ladino e italiano, si appartiene a più culture e identità, e spesso si viene etichettati prima per l’origine che per l’appartenenza. Proprio come è successo con Sinner, il caso più eclatante data la sua esposizione mediatica.

E invece, il tono pacato e la riservatezza di Jannik sono proprio quelle caratteristiche che ci fanno apprezzare all’estero, che danno un’idea di italianità matura ed elegante. Altro che «freddezza nordica». Un ragazzo delle Dolomiti che ha scelto di sentirsi profondamente italiano, non per convenzione, ma per convinzione. Quando dice «L’Italia merita molto di più», parla evidentemente da cittadino oltre che da sportivo. E parla da giovane che crede in una nazione capace di unirsi attraverso il talento, la disciplina e la diversità.

Lo sport, in questo senso, diventa un collante nazionale, uno spazio in cui le differenze non separano affatto, ma arricchiscono.

Il paragone con Alberto Tomba

Negli anni Ottanta e Novanta, il grande sciatore Alberto Tomba era un simbolo indiscusso dell’italianità: amato da Nord a Sud, idolatrato come un eroe popolare. Tomba rappresentava un’Italia spavalda e un po’ incosciente, ma unita nel tifo. Sinner, invece, è l’opposto: silenzioso, concentrato. Dedito a una preparazione fisica impeccabile, come peraltro richiesto dal foltissimo calendario del tennis professionistico odierno. Eppure, proprio questo suo modo di essere riflette una nuova idea di italianità — sobria e concreta. In questo caso, però, l’Italia è divisa nel tifo, accecata dai ridicoli (anche se c’è ben poco da ridere) pregiudizi sull’Alto Adige.

Nonostante la sua dedizione e i successi straordinari, non tutti lo hanno abbracciato con lo stesso calore riservato a «Tomba la bomba». Forse perché non incarna l’italianità «classica» fatta di gesti e parole (ecco un altro pregiudizio). Ma a Sinner non interessa. Come Djokovic, non cerca di piacere. Gioca per vincere, ma gioca per l’Italia, dà tutto per l’Italia quando la rappresenta. È meno appariscente rispetto a Tomba, certo, ma incarna la serietà di una nazione che vuole crescere a livello sportivo e non solo.

Lo sport deve unire l’Italia

Nelle sue parole — «Abbiamo le strutture, gli allenatori, i giocatori, e tantissime mentalità differenti. Le differenze sono la nostra forza» — si legge una visione moderna e matura dell’Italia: una nazione che cresce valorizzando le sue identità locali. Sinner che si sente orgogliosamente italiano contribuisce a far sentire italiani, «nella diversità», un po’ tutti gli altoatesini/sudtirolesi.

Essere italiani non significa condividere lo stesso dialetto, ma riconoscersi in un orizzonte di storia, cultura e valori comuni. E se Sinner si dichiara «orgoglioso di essere italiano», gli italiani devono essere orgogliosi di avere Sinner.

Autore
Panorama

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