Jovanotti: sei giorni a New York per incidere un album come una volta

  • Postato il 20 novembre 2025
  • Di Panorama
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Un disco a sorpresa per sottolineare che la musica non è un algoritmo e nemmeno un prodottino dell’intelligenza artificiale. Realizzato in una manciata di giorni tra i Brooklyn Recording e Astoria (Queens), l’album ha il mood e il sound di una grande jam session ed è stato inciso in presa diretta su nastro analogico. In pratica, un live in studio, senza editing, ritocchi o sovraincisioni. Il titolo del disco, NIUIORCHERUBINI, è un omaggio al celebre live DALLAMERICARUSO.  

«Questo album non era previsto. Sopraffatto dalle notizie di guerre e da una sensazione di impotenza rispetto alla follia umana, ho pensato di immergermi in qualcosa che amo e che mi fa sentire nel flusso della vita. Questa cosa che amo è la musica, che non ferma le guerre e non risolve le emergenze, però la musica è quello che faccio io, e mi ci dedico corpo e anima affidando a lei le mie emozioni. Amo la musica, soprattutto amo sentirla nascere: lo studio di registrazione, gli strumenti, i microfoni, le parole che diventano melodie, ritmo, canzoni. Cosi insieme a Federico Nardelli, musicista produttore conosciuto da poco, ho contattato alcuni amici di New York, una città significativa per la mia storia di appassionato di musica e cultura pop. Attraverso amici e amici di amici e conoscenti di amici musicisti in un lampo abbiamo organizzato una settimana di sessions, anzi 6 giorni per essere precisi» racconta Jovanotti.

NIUIORCHERUBINI è un album lampo, fatto di intuizioni in cui ogni take che funzionava è stata tenuta: un inno all’imperfezione, dove le imperfezioni diventano musica viva e non errori da correggere.

Il risultato è un disco vero, fatto di belle canzoni e di musica che vibra, con alcune vette come Senza se e senza ma, Pura vida, Senza gravità, La musica dell’anima e Shiva Jam. La band protagonista delle session è un collettivo di musicisti provenienti da mondi differenti: salsa, soul, afrobeat, tropicalismo, funk – scelti per la loro capacità di generare imprevedibilità e movimento

«New York è una città di musica, una delle più decisive di sempre. Nella seconda parte del 900 di sicuro la più importante di tutte le città. La città delle città. Quando dopo anni in cui crescevo ascoltando musica che arrivava da lì e nutrendomi del suo immaginario, finalmente ebbi abbastanza per comprami un biglietto aereo e prendere una camera in hotel arrivare a Manhattan fu come tornare a casa. Sentivo di appartenevo a New York più che al luogo dove ero fisicamente nato. Le sue musiche, soprattutto l’hip hop con tutte le sue influenze, erano le mie, quella era la mia religione sonora e visiva» spiega. «Negli anni sono stato tanto a New York, sono fuggito da lei e tornato, l’ho amata rifiutata e di nuovo amata. È una grande storia d’amore, lei non lo sa, perché ignora i suoi innamorati, come fanno le regine, come fanno le divinità. New York si nutre dei nostri sogni, dei nostri progetti e della nostra disperazione. New York è il porto degli immigrati in cerca di fortuna, la musica che nasce a New York è sempre la musica del mondo e il mondo si specchia in questa città. New York è un archetipo, un mazzo dei tarocchi infinito, una delle “città invisibili” di Calvino. Queste canzoni non parlano di New York, queste canzoni parlano a New York, quindi al mondo».

Autore
Panorama

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