Judo, Fabio Basile dall’oro olimpico al dramma: “Ho rischiato di restare tetraplegico, ora sogno LA28”. Poi la battuta su Sinner

  • Postato il 6 agosto 2025
  • Di Virgilio.it
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L’urlo di gioia, l’uwagi (la parte superiore del judogi) aperta a mostrare i muscoli e la medaglia d’oro al collo. Questa l’immagine di Fabio Basile a Rio 2016 impressa nella memoria dell’Italia intera. Una memoria che, però, dopo l’impresa nella categoria 66 kg in terra carioca, le partecipazioni in Tv e a Tokyo 2021 sembra aver cancellato il classe 1994.

Il motivo di questa amnesia collettiva, come svelato dallo stesso judoka piemontese, è da imputare a un vero e proprio calvario. Un susseguirsi di problemi fisici e infortuni, che lo hanno costretto ai box per due lunghi anni, con anche il rischio di non mettere mai più sul tatami.

Basile racconta il suo calvario

È un Basile carico e con voglia di rivalsa quello che si racconta e ripercorre il proprio calvario scommettendo forte su se stesso in vista dei Giochi di Los Angeles 2028. Dalle colonne virtuali de La Gazzetta dello Sport, Fabio rivela: “A Tokyo 2021 il braccio destro non rispondeva, sentivo dolore e scariche elettriche appena prendevo una botta al collo. Però, ho continuato a combattere… ho addirittura vinto una medaglia al Grand Prix di Linz”.

“Pensavo fosse uno strappo muscolare. In realtà, il danno era molto più grave. Avevo vertebre cervicali danneggiate, ernie esposte che spingevano sul midollo e nervi compromessi… stavo rischiando grosso e i medici mi hanno detto chiaramente che continuando così avrei potuto restare tetraplegico”.

L’intervento e il supporto degli amici

Scendendo nel dettaglio, Basile spiega: “Mi sono accorto realmente del problema nel 2023, grazie alla mia fidanzata Nika, che mi è sempre accanto ed è la mia personal trainer. Aveva notato un anomalo rimpicciolimento del braccio”. La risonanza magnetica ha rivelato un quadro drammatico e imposto un intervento chirurgico d’urgenza: “Undici ore in sala operatoria. Il risveglio è stato uno dei momenti più intensi della mia vita”.

“Accanto a me c’erano mia mamma Tiziana, ma anche i compagni di sempre, Frank Chamizo, Giovanni Esposito, Kenny Kome Bedel e il mio amico Claudiu. Non mi hanno mai lasciato solo. Senza il lavoro prezioso del dottor Albanese e dello staff del Gemelli di Roma oggi la mia vita sarebbe stata diversa”, spiega.

La solitudine e la forza di rialzarsi

La solitudine è, però, ugualmente arrivata: “Quando vinci sono tutti con te, ti vogliono nei reality, a Ballando con le Stelle, al Grande Fratello. Ma quando iniziano i problemi, resti da solo. È in quei momenti che ho sentito il bisogno di rialzarmi. Oggi, ho trent’anni ma mi alleno come un ventenne. Voglio far capire alla gente che io ci sono ancora”.

Obiettivo Los Angeles nel segno del fratello Michael

L’obiettivo è uno solo, la qualificazione ai Giochi di Los Angeles 2028. Un percorso che passa dal rientro nelle competizioni internazionali, che Fabio ha messo in agenda già dal prossimo novembre e che, dopo il calvario, assume una prospettiva differente a quella della vittoria: “Voglio divertirmi, la cosa più importante è tornare sul tatami, far vedere che non mi arrendo. Se poi vinco un Mondiale o un’altra Olimpiade, beh, allora Netflix deve fare una serie su di me”, scherza.

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Inevitabile, il ricordo del fratello Michael, scomparso prematuramente, e suo mentore nel Judo: “Era tutto per me. Ho iniziato grazie a lui. Quando ottenne la cintura nera avevo 14 anni, fu uno dei giorni più felici della mia vita. Perderlo è stata una botta tremenda. Voglio vincere un altro oro per onorarlo al meglio. È quello che lui valeva”.

Elogio a Sinner

Infine, una battuta su Sinner, pronto a tornare in campo a Cincinnati: “Jannik è un esempio di disciplina e di come lo sport possa veicolare valori positivi. Il judo insegna rispetto, educazione, sacrificio. Spero che un giorno possa avere la stessa visibilità del tennis”. E se il numero uno ATP andasse a Ballando con le stelle? “No, non credo. Temo sia un po’ troppo riservato per scatenarsi in pista, però sarebbe divertente”.

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Virgilio.it

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