Juventus, Comolli peggio di Giuntoli: mercato costoso ma flop, i nuovi non giocano mai, numeri e cifre

  • Postato il 8 dicembre 2025
  • Di Virgilio.it
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La Juventus continua a fallire l’aggancio alle prime posizioni. Dopo le tre vittorie consecutive contro Bodo/Glimt, Cagliari e Udinese, la sconfitta al Maradona contro il Napoli ha ridimensionato i bianconeri. Le ambizioni di vittoria stanno svanendo piano piano, non che sia mai stato un obiettivo della società, che ha sempre dichiarato altro. Ma quando ti chiami Juventus e, soprattutto, quando nel mercato estivo spendi, tra riscatti e scambi, circa 70 milioni di euro, le aspettative inevitabilmente si alzano. Il campo però sta dando risposte diverse, e le prossime sfide contro Bologna e Roma saranno cruciali per i bianconeri per capire cosa vogliono fare da grandi.

L’inizio sbagliato di Comolli: dalla telefonata con Gasp alla “sopportazione” di Tudor

Sul tavolo degli imputati è finito Damien Comolli. L’amministratore delegato della Juventus, arrivato la scorsa estate, ha praticamente ricoperto anche il ruolo di direttore sportivo, che ancora deve essere nominato dalla Juve. Le critiche erano iniziate già da prima che fosse ufficializzato il suo arrivo. Prima del comunicato infatti, stava facendo di tutto per rimpiazzare Igor Tudor in panchina. L’ad non ha mai creduto che fosse l’allenatore giusto per aprire il suo ciclo, ma, dopo la decisione di Conte di rimanere a Napoli e quella telefonata “gelida” con Gasperini, è stato obbligato a tenere l’allenatore croato. Non per molto però, perché già il 27 ottobre trova il modo di esonerarlo per far firmare Spalletti, a caccia di riscatto dopo la deludente esperienza in Nazionale.

Alberto Costa vola con Farioli, Joao Mario oggetto del mister

Con tutte queste premesse, il lavoro di Comolli non era iniziato nel miglior dei modi. E la costruzione della squadra è proseguita anche peggio. La sua prima operazione vera e priora è stata lo scambio alla pari con il Porto, Joao Mario alla Juve, Alberto Costa ai Dragoes. Ancora oggi un’operazione che lascia più di qualche dubbio. Alberto Costa non aveva ancora dimostrato molto nei sui sei mesi a Torino, ma qualcosa su cui lavorare aveva fatto vedere. E inoltre ha tre anni in meno di Joao Mario, quindi con un margine di miglioramento più importante. A oggi Joao Mario ha giocato 11 partite in totale, tre sole volte da titolare, un assist ma senza mai brillare. Nel frattempo, Alberto Costa con Farioli al Porto sta facendo benissimo, con cinque assist in 11 presenze in campionato.

Andando poi in ordine cronologico, troviamo il riscatto di Kalulu dal Milan, che, a quelle cifre (poco più di 14 milioni di euro), sarebbe stato un errore da ergastolo non farlo. Il francese, preso da Giuntoli con forse il miglior accordo della sua carriera juventina, è stato cruciale nella scorsa stagione e sta continuando a esserlo in quella corrente. In tema riscatti, c’è stato anche quello di Conceicao, sicuramente tra i migliori in questa prima parte di stagione della Juventus. Appena due gol in 16 presenze in tutte le competizioni, ma ripaga con l’estro in fase offensiva, che in casa Juve, tolto Yildiz, manca da troppo.

David non rende, Vlahovic rimane in bilico

Veniamo alle note veramente dolenti. Jonathan David, reduce dai 25 gol della passata stagione, arrivava con un carico di aspettative enorme. Anche per giustificare il suo monte ingaggi di sei milioni, il secondo più importante della rosa dopo Vlahovic. Ha sofferto proprio il dualismo con il serbo, che ha ricominciato a segnare quando ha capito che la sua avventura alla Juve sarebbe finita presto. Il canadese ha segnato nella prima giornata contro il Parma, per poi rimanere nell’anonimato. Si è sbloccato con il tap in decisivo contro il Bodo, ma non è sufficiente.

Ci sarebbe da aprire una parentesi anche per Vlahovic: Comolli non è riuscito a risolvere la sua sitazione, anzi, da quando è arrivato lui i rapporti con il suo entourage si sono completamente raffreddati. Il contratto del serbo scade a giugno, la Juve è vicinissima a perderlo a parametro zero e, visto l’investimento iniziale, sarebbe una mazzata per il bilancio.

Openda e Zhegrova, con quale criterio sono stati presi?

Rimanendo in attacco, la situazione più preoccupante è quella di Openda. Anche lui è tornato a segnare contro il Bodo, ma veniva da una striscia senza gol di sette mesi, tra club e nazionale. Il suo acquisto ha lasciato un po’ spiazzati fin dall’inizio. Non si discute la qualità tecnica di pregevole fattura del giocatore, ma siamo sicuri che con le sue caratteristiche sia giusto per il campionato italiano? Predilige la profondità, gli spazi aperti, ma in Serie A trovarli è difficilissimo, specialmente se i suoi compagni non sono in grado di crearli. Sicuramente amplia le opzioni degli allenatori per le varie situazioni della partita, ma, a oggi, il suo arrivo appare incomprensibile. Specialmente quegli oltre 40 milioni di euro fissati per il riscatto. Per lui ancora meno spazio che per David: tre volte da titolare in campionato, non ha mai giocato una partita intera. Tra l’altro, della sua situazione, ne ha parlato anche Spalletti dopo la sconfitta contro il Napoli: “Il cambio di Yildiz? Una settimana fa mi chiedevate se avrebbe dovuto riposare. Ho inserito Openda, pagato 45-50 milioni: deve dare di più anche lui“.

Per terminare, c’è Edon Zhegrova, l’ultimo arrivato dal mercato estivo. La Juventus lo aveva affrontato nella scorsa stagione in Champions League e aveva fatto vedere le stelle ai difensori bianconeri. Oggi le fiammate ancora ci sono, ma lo spazio è ridicolmente ristretto. Per discolpare i suoi allenatori, era già arrivato con diversi problemi fisici, che sembrano ancora non essere passati del tutto. Qualche scampolo di partita, qualche boato dello Stadium per le sue giocate nel finale, ma niente di più. Appena otto partite in totale, mai da titolare. I tifosi reclamano più spazio per lui, ma lo stesso Spalletti ha risposto così dopo la sconfitta a Napoli: “Lo farò giocare dall’inizio e poi ci si accorge qual è il problema. È stato tantissimo fermo dopo l’infortunio, poi ha lo spunto fulminante. Sono curioso anche io a farlo giocare di più. Ma quando gli avversari hanno palla nella tua metà campo a tirarlo su non è facile, dovrebbe avere una condizione fisica migliore”.

Tirando le somme, tra quanto è stato speso e la posizione in classifica della Juventus in Serie A e in Champions League, il mercato estivo è ben lontano da essere definito positivo. 70 milioni per tre gol e due assist, veramente troppo poco. Come Giuntoli, anche Comolli ha sbagliato visione per la costruzione della squadra. Neanche i famosi dati di Comolli stanno riportando la Juventus dove merita. Ora la palla passa ai giocatori e a Spalletti, per salvare il salvabile in questa stagione. Mentre per Comolli la prossima partita cruciale sarà quella per il rinnovo di Yildiz, da lì passa gran parte del futuro della Juventus.

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Virgilio.it

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