Kaufmann torna a Roma e aggredisce tutti: tracce del suo DNA sul telo che copriva Anastasia

  • Postato il 11 luglio 2025
  • Di Panorama
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Francis Kaufmann è tornato. Ma non ha fatto ritorno, ha fatto irruzione. Scortato, scosso e infuriato, l’uomo accusato del duplice omicidio di Villa Pamphili ha rimesso piede in Italia poco prima di mezzogiorno, su un volo dell’Aeronautica Militare atterrato a Ciampino. Aveva promesso di “denunciare tutti” e ha mantenuto lo stile: in volo ha aggredito gli agenti, all’arrivo ha continuato a dare in escandescenze. Nessuna dichiarazione, solo minacce. Ora è rinchiuso nel reparto protetto del carcere di Rebibbia, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

Tracce biologiche sul telo che copriva Anastasia

Nel frattempo, gli accertamenti della Polizia Scientifica stanno offrendo nuove conferme. Sotto il telo nero che avvolgeva il cadavere di Anastasia Trofimova, la compagna 23enne, sono state rinvenute tracce biologiche miste – sangue e saliva – compatibili per metà con il profilo genetico della figlia Andromeda. Un indizio solido, ottenuto tramite comparazione del Dna della neonata, che secondo gli investigatori rafforza la ricostruzione più drammatica: quella del duplice omicidio.

L’ira durante il volo e il trasferimento a Rebibbia

Kaufmann – che in Grecia si era già distinto per aver distrutto la sua cella – ha ripetuto la sceneggiata anche durante il viaggio di estradizione. Ha urlato, accusato, strattonato. “Mi hanno picchiato, denuncerò tutti”, ha detto. Ma ora non è il tempo delle parole. I magistrati romani, coordinati dall’aggiunto Giuseppe Cascini, lo attendono per il primo interrogatorio. Dovrà nominare un avvocato italiano.

La scena del crimine e la vita ai margini

Era il 7 giugno scorso quando Roma ha scoperto l’orrore. Nei cespugli di Villa Pamphili, a cento metri di distanza l’uno dall’altro, sono stati trovati i corpi senza vita di Anastasia e della piccola Andromeda, 11 mesi. Vivevano lì, in quel verde che per molti è svago e jogging, ma che per loro era rifugio e disperazione. Senza casa, senza acqua corrente, si lavavano nelle fontane pubbliche e dormivano su giacigli improvvisati, tra il parco e via Gregorio VII.

Da “regista” a sospettato numero uno

A Roma si era spacciato per regista, talvolta per tenore. Aveva 46 anni, una voce persuasiva e molti nomi: tra questi anche Rexal Ford. Ma dietro le identità artistiche, la realtà è tornata a imporsi con la brutalità dei fatti. Francis Kaufmann non è più un personaggio, è un uomo sotto accusa. E stavolta, gli occhi coperti da lenti scure non basteranno a nascondere quello che pensa davvero.

Autore
Panorama

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