Koh Samet, il paradiso a tre ore da Bangkok
- Postato il 31 ottobre 2025
 - Idee Di Viaggio
 - Di SiViaggia.it
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                                                                            Non troppo distante da Bangkok, c’è un’isola dove il tempo rallenta. Come nell’immaginario di chiunque voglia sognare un’isola tropicale, Koh Samet (o Ko Samed) è un piccolo paradiso ancora non troppo conosciuto e abusato, accessibile in poche ore dalla capitale e ideale tutto l’anno. A soli 220 chilometri da Bangkok, l’isola è un rifugio tropicale nel Golfo del Siam, raggiungibile senza voli interni e per tutte le tasche.
C’è chi crede che sia troppo vicina per essere all’altezza delle sorelle del sud. Chi teme di rimanere deluso per mare e esperienze. Ma si sbagliano: Koh Samet rimane nel cuore.
Un’isola sempre verde
In pochi lo sanno, ma il nome “Samet” deriva dagli alberi di samet, piante dalla corteccia sottile e chiara che crescono in abbondanza sull’isola. In passato, gli abitanti le usavano come torce naturali, arrotolandole con le foglie di areca per accendere il fuoco. Oggi questi alberi fanno parte del paesaggio protetto del Khao Laem Ya – Mu Ko Samet National Park, istituito nel 1981 per preservare l’ecosistema del Golfo orientale della Thailandia.
Il parco comprende non solo Koh Samet ma anche le piccole isole vicine e un tratto costiero della provincia di Rayong, con mangrovie, foreste tropicali e fondali ancora incontaminati. Non solo spiaggia sull’isola; infatti all’interno del parco si possono fare escursioni naturalistiche e brevi trekking, di livello facile, lungo sentieri panoramici che attraversano la foresta e conducono a punti d’osservazione con viste spettacolari sul Golfo del Siam.
Spiagge da non perdere
Ma non mentiamo: il mare è la principale ragione per cui si arriva a Koh Samet, e per le spiagge non c’è che l’imbarazzo della scelta: tutte di sabbia bianca e soffice, lambite da acque trasparenti.

La più celebre e vicina sia al villaggio sia al porto di arrivo è Hat Sai Kaew, la “spiaggia di cristallo”, vivace ma non caotica, immensa, con ristoranti, venditori di cibo e massaggiatrici per un tocco rilassante all’ombra degli alberi. Poco più a sud, sempre sulla costa orientale, si trovano Ao Phai e Ao Wong Duean, baie ideali per lo snorkeling,cosa mentre Ao Wai è ancora più appartata e tranquilla.
Sulla costa nord-occidentale, Ao Prao vanta una baia divina, raggiungibile via terra o via mare, con locali e resort che si affacciano direttamente sulla spiaggia. All’estremo sud, la minuscola Ao Kiu Na Nok, dove la sabbia diventa più granulosa, è il posto perfetto per ammirare tramonti spettacolari, lontani dal caos e in una dimensione davvero sospesa. Già, il tramonto qui è quasi un rito, con il cielo che si accende di rosa e oro e le sagome di barche e pescherecci che si muovono a creare una scenografia inaspettata: è il momento in cui Koh Samet mostra la sua anima più profonda, semplice e bellissima.

Cosa fare a Koh Samet
Bastano pochi giorni per apprezzare l’isola, ma non bastano settimane per fare tutto quello che propone e per capirne davvero l’essenza.
Al mare
Oltre al meritato relax in spiaggia, Koh Samet offre moltissime esperienze per chi ama il mare e la vita lenta delle isole thailandesi. Si praticano snorkeling e immersioni nei fondali del parco marino, ricchi di coralli e pesci tropicali; oppure si parte con i pescatori locali per una battuta di pesca notturna, magari con grigliata a bordo.

Chi desidera esplorare le baie più appartate può noleggiare un kayak o una tavola da paddle, o partecipare a un’escursione in barca al tramonto tra le isole del parco.
Le uscite si possono prenotare direttamente nei resort oppure – anche per risparmiare qualcosa – vengono organizzate dai piccoli tour operator del villaggio, con proposte e prezzi abbastanza simili tra loro.
L’altra faccia dell’isola
Chi arriva a Koh Samet per il mare scopre presto che c’è un’altra isola, più silenziosa (metaforicamente parlando), fatta di piccoli gesti e ritmi quotidiani. È quella che si respira lontano dalle spiagge più battute, lungo la strada principale del villaggio, nelle sue due o tre piazzette, dove la vita scorre come se tutta la meraviglia della costa fosse solo una cornice alla normalità.

Vale la pena lasciarsi guidare dalla curiosità e camminare senza fretta, magari provando a chiedere ai passanti un’informazione, una curiosità. Non tutti parlano inglese, ma c’è molta voglia di accogliere, da parte di un’isola che non è ancora invasa né stufa di ospitare, anzi.
La strada che collega il porto alla spiaggia di Hat Sai Kaew è un piccolo mondo a parte: negozi di frutta, minimarket, punti di cambio, bar e ristoranti, agenzie di viaggio locali, e il profumo di cibo che arriva dalle braci all’aperto, più o meno improvvisate. Qui ci sono i bambini che giocano, la scuola, un centro di promozione della salute; e poi i centri massaggi thai, quelli meno luccicanti e profumati, con listini appesi alla parete, anche tradotti. Il massaggio tradizionale thailandese è una delle esperienze da non perdere: si riceve vestiti, in una stanza con lettini in fila, uno dietro l’altro. Lo praticano sia donne che uomini (quelli da mani maschili sono più forti ed energici di solito) ed è sempre bene dire se si desidera una pressione molto forte, media o leggera e se ci sono punti dolenti o delicati. Nel villaggio i trattamenti costano meno che in spiaggia e facilmente creano dipendenza!
La mattina presto e al calare della sera, quando il caldo si placa, il porto e il villaggio si animano: i pescatori rientrano dalle battute notturne, i bambini vanno o tornano da scuola, le famiglie comprano cibo per strada perché non è tanto comune cucinare in casa. È un frammento di vita vera, che spesso si perde quando si resta solo tra spiaggia e resort, e che qui invece è ancora a portata di sguardo.
Ancora, da non perdere, alle spalle di Hat Sai Kaew si nasconde il tempio dell’isola, con un grande Buddha che guarda verso il mare. Salire quelle scale è un modo per conoscere l’anima più spirituale dell’isola: se si ha fortuna, qualche monaco racconta con calma la storia del luogo e concede una benedizione.

Vita notturna e ristoranti
Quando scende la sera, Koh Samet si accende, letteralmente, di musica e luci. Hat Sai Kaew cambia volto, con ristoranti sulla spiaggia, locali con spettacoli di fuoco e bar con musica dal vivo. Anche sulle strade interne i locali con terrazza e dehors accendono luci a neon, con cocktail, birre locali, piatti e proposte serali per tutte le età e tutte le tasche. Se si ha un mezzo a disposizione, il consiglio è quello di girare e farsi ispirare, improvvisando un po’.
Anche per mangiare non c’è che l’imbarazzo della scelta. Direttamente sulla spiaggia si alternano locali più ricercati a proposte più informali, fino al cibo cucinato direttamente sulla spiaggia. Nelle vie interne, l’offerta è più locale, meno “apparecchiata” e più spartana. Chi preferisce un ambiente più tranquillo e riservato può spostarsi verso Ao Phai o Ao Wong Duean, dove i tavoli sulla sabbia si illuminano di lanterne e si cena a piedi nudi tra le palme.

La cucina locale porta a tavola molto pesce fresco, curry piccanti, gamberi alla griglia e zuppe speziate; e iniziano ad esserci menù più internazionali con pasta, pizza e hamburger.
Info pratiche
Dove dormire
A Koh Samet si trovano sistemazioni per ogni budget, dai bungalow spartani ai resort esclusivi. Le zone più animate si trovano a nord, nei pressi del molo di Na Dan e di Hat Sai Kaew, mentre chi cerca alternative più esclusive e appartate può scegliere la costa sud, tra Ao Wai e Ao Kiu. Anche nel villaggio, lungo la strada principale ci sono ostelli e camere in affitto: l’ideale per chi vuole integrarsi e immergersi nella routine dell’isola. Tutte le strutture sono raggiungibili in scooter o con i taxi locali, i tradizionali songthaew.
Quando andare a Koh Samet
Uno dei motivi per cui Koh Samet è tanto amata dai thailandesi, oltre che dai viaggiatori, è che si può visitare tutto l’anno. Il clima tropicale prevede piogge brevi e improvvise, soprattutto tra maggio e ottobre, ma spesso dopo pochi minuti il sole torna a splendere. Da novembre ad aprile il tempo è più stabile e il mare calmo: il periodo ideale per godersi il meglio dell’isola.
Come muoversi e arrivare
Da Bangkok si arriva al porto di Ban Phe, nella provincia di Rayong, in circa due ore e mezza di auto o bus. Alcuni collegamenti partono anche direttamente dall’aeroporto di Bangkok (che si trova più a sud, quindi vicino alla costa e sulla direzione per il porto). Da Ban Phe i traghetti e motoscafi partono ogni mezz’ora: il viaggio dura appena 15-20 minuti e costa 100 baht. Molti resort organizzano il trasferimento, oppure si possono acquistare pacchetti combinati bus + traghetto.
L’isola è lunga appena sei chilometri e si esplora facilmente. Il modo più comodo per spostarsi è noleggiare uno scooter (circa 100 baht l’ora o 300-400 baht al giorno) oppure affidarsi ai songthaew, taxi collettivi che hanno tariffe fisse per le tratte principali. La strada più lunga attraversa l’isola da nord a sud e bastano trenta minuti per percorrerla tutta, fermandosi nei punti panoramici o nei piccoli ristoranti affacciati sul mare.