Krugman, Stiglitz e altri 4 Nobel contro il Big beautiful bill voluto da Trump: “Redistribuisce ricchezza verso l’alto”

  • Postato il 6 giugno 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Sei economisti Premi Nobel hanno lanciato un appello contro il Big beautiful bill, il disegno di legge approvato di misura dalla Camera dei Rappresentanti Usa il 22 maggio e fortemente sostenuto dal presidente Donald Trump visto che traduce in pratica molte delle sue promesse elettorali. Secondo Daron Acemoglu, Peter Diamond, Oliver Hart, Simon Johnson, Paul Krugman e Joseph Stiglitz il provvedimento finito nei giorni scorsi nel mirino di Elon Musk (l’ha definito “abominio disgustoso”) non solo “redistribuisce la ricchezza verso l’alto”, ma compromette anche la tenuta sociale, economica e fiscale del Paese.

I sei economisti esprimono innanzitutto forte preoccupazione per i tagli a programmi fondamentali come Medicaid e quello per la distribuzione di buoni alimentari (Supplemental Nutrition Assistance Program) destinati a milioni di famiglie americane a basso reddito. I cosiddetti “obblighi di lavoro” imposti ai beneficiari del programma di assistenza sanitaria sono un pretesto, scrivono, visto che gran parte della spesa è destinata a anziani, neonati, disabili e cure nelle zone rurali. “I tagli a Medicaid rappresentano un triste passo indietro nell’impegno della nazione per garantire l’accesso alla salute a tutti”, è la conclusione. “Il danno più acuto e immediato ricadrebbe sui milioni di famiglie americane che perderebbero tutele fondamentali”, si legge nella lettera pubblicata sul sito dell’Economic policy institute.

I Nobel sottolineano poi la natura profondamente regressiva del provvedimento visto che i tagli al welfare servono unicamente a finanziare ulteriori agevolazioni fiscali per le fasce di reddito più alte, compreso il prolungamento dei maxi-sgravi alle imprese varati nel 2017 con il Tax cuts and jobs act. Il bilancio approvato dalla Camera comporta 3.800 miliardi di dollari di nuove riduzioni fiscali che salgono a 5.300 se tutte le misure diventassero permanenti. Anche considerando le sforbiciate al welfare, l’indebitamento salirà di oltre 3mila miliardi. “La combinazione di tagli ai programmi chiave e tagli fiscali a vantaggio delle famiglie più ricche costituisce una redistribuzione del reddito verso l’alto estremamente ampia”, scrivono. “Quasi il 40% delle famiglie americane più povere subirà perdite”.

I sei accademici concludono l’appello con un monito al Senato, che ora deve approvare o respingere il testo. “Gli Stati Uniti devono affrontare sfide economiche urgenti, che richiedono più capacità statale, non meno. Questo disegno di legge non affronta nessuna delle crisi economiche reali del Paese: le aggrava”. Il messaggio è che il disegno di legge mina lo stato sociale e rischia di compromettere la stabilità economica a lungo termine degli Stati Uniti.

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