La Bce taglia il costo del denaro al 2%. Benefici per chi ha un mutuo
- Postato il 5 giugno 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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La Banca centrale europea ha ridotto di 25 punti base (lo 0,25) il costo dell’ denaro dell’area euro che si colloca ora al 2%. Si tratta dell’ottavo taglio dei tassi nel giro di un anno, fino al 12 giugno scorso il valore era del 4%. Il livello stabilito oggi è considerato neutro, ovvero senza effetti di spinta o di raffreddamento della crescita economica. Se si tiene conto dell’inflazione, il tasso attuale reale è praticamente pari a zero. La decisione era attesa dagli analisti, anche alla luce degli ultimi dati sull’inflazione della zona euro (1,9% a maggio), ritenuti compatibili con un allentamento monetario.
Tassi più bassi hanno infatti anche l’effetto di favorire un incremento dei prezzi. Un’ulteriore riduzione è prevista a settembre, quando i colloqui con gli Stati Uniti dovrebbero essere conclusi e si avrà un quadro più definito delle ricadute economiche dei dazi. Dal nuovo tagli arrivano benefici per chi ha un mutuo a tasso variabile o per chi debba accenderne uno nuovo, indipendentemente dalla tipologia.
In generale, qualsiasi tipo di finanziamento diventa un poco meno costoso. Secondo alcune simulazioni per un mutuo a 20 anni di importo compreso tra i 100mila e i 200mila euro, il risparmio sulla rata mensile varierebbe tra i 13 e i 27 euro, pari a una minore spesa annua tra i 156 e i 324 euro.
L’Euribor, l’indicatore su cui vengono parametrate le rate è ora sotto al 2%, a fronte del 3,97% del novembre 2023. La discesa del tasso Bce di 250 punti base, dal 4,5% di settembre 2023 al 2% di oggi, “è valsa, finora, una riduzione di soli 118 punti base per i tassi di erogazione di mutui per abitazione alle famiglie” calcolata come differenza tra il Taeg a ottobre 2023, pari a 4,72%, e Taeg a marzo 2025, pari a 3,54, fa sapere la Fabi.
La Bce ha anche rivisto al ribasso di 0,3 punti percentuali, rispetto alle previsioni di marzo, le stime sull’inflazione che nel 2025 è ora stimata al 2%, all’1,6% nel 2026 e al 2% nel 2027. “Le revisioni al ribasso riflettono principalmente le ipotesi di prezzi dell’energia inferiori e di un rafforzamento dell’euro”, scrive la Bce nel comunicato al termine del consiglio direttivo.
Confermata invece la sua stima di crescita la zona euro nel 2025 a 0,9%, visto “l’andamento del primo trimestre più vigoroso rispetto alle attese”. Le nuove stime riducono però la crescita 2026 a 1,1% da 1,2% di dicembre e confermano 1,3% per il 2027. La Banca centrale avverte: “un ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali nei prossimi mesi determinerebbe livelli di crescita e di inflazione inferiori a quelli dello scenario di base delle proiezioni” mentre il contrario accadrebbe nel caso di “esito favorevole” dei negoziati in corso.
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