“La benedizione di Pasqua è stata il suo ‘canto del cigno’”: cos’è la “faccia ippocratica”, il segno premonitore di morte apparso sul volto di Papa Francesco

  • Postato il 23 aprile 2025
  • Salute
  • Di Il Fatto Quotidiano
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In queste ultime ore molti osservatori ed esperti si sono concentrati sui segni del viso che mostrava domenica scorsa Papa Francesco, dal volto incavato, privo di espressione e vitalità, il colore grigio, un certo pallore, fino agli occhi infossati. Era questo l’aspetto di Bergoglio, la domenica di Pasqua, quando dal balcone di Piazza San Pietro ha impartito l’ultima benedizione. Un insieme di segni che viene definito “facies hippocratica” (faccia ippocratica), premonitore, affermano diversi esperti, insieme al fatto che il naso del pontefice era “affilato, scarno, dimagrito e sottile”, che prefigurava un esito fatale imminente del Pontefice. Quello che è successo a Papa Francesco la mattina del 21 aprile scorso, a Pasquetta, è stato un deficit neurologico improvviso. La causa della sua morte, secondo il medico del Vaticano Andrea Arcangeli è “Ictus cerebri, coma e collasso cardiocircolatorio irreversibile”.

E nonostante l’ictus fosse secondo i più impensabile, sempre secondo alcuni esperti, il volto che questi mostrava il giorno prima era un avvertimento: l’ictus l’ha portato al coma profondo, e poi al collasso cardiocircolatorio irreversibile. Ricordiamo che un ictus rappresenta di fatto un danno del tessuto cerebrale o la morte di una sua porzione, dovuti a un insufficiente afflusso di sangue a un’area del cervello. In questi casi, si parla di morte improvvisa che può avvenire quando si spengono i due organi che riescono a comandare l’organismo: il cuore (arresto cardiaco) o il cervello (ictus), come nel caso del Pontefice. Quando si verifica un ictus si apre un danno all’area di tessuto cerebrale che non riceve più sangue ossigenato, ma è possibile anche la necrosi. L’ictus può essere causato o dalla chiusura (e in questo caso è ischemico) o dalla rottura (emorragico) di un’arteria cerebrale. Quest’ultimo sarebbe l’evento accaduto al Papa, anticipato da sintomi come difficoltà della parola e del movimento e debolezza degli arti.

La faccia ippocratica
Ma che cos’è esattamente la faccia ippocratica? È una condizione che si osserva nei pazienti in punto di morte. Fu il medico greco Ippocrate a descriverla la prima volta. In campo medico, questa condizione è considerata uno dei segnali più visibili di uno stato terminale, spesso osservata in pazienti oncologici, affetti da gravi infezioni o da insufficienze multiorgano; ma anche in casi di peritonite, disidratazione acuta, emorragie interne o crisi respiratorie e cardiache. Secondo il professor Mark A. Marinella , che ha scritto sul tema per il Journal of Clinical Oncology, “rappresenta uno strumento visivo prognostico utile, ancora oggi considerato un indicatore clinico importante”. E allora come riportare questi segni in riferimento alle ultime ore del Pontefice?

Il parere dell’esperto
“Partiamo da questa considerazione: a mio avviso, il vero miracolo del Papa è stato quando è uscito dall’ospedale dopo una situazione di grave fragilità, considerate tutte le patologie di cui soffriva – spiega al FattoQuotidiano.it il professor Nicola Montano (Presidente della Società Italiana di Medicina Interna, professore di Medicina Interna, Università Statale di Milano, Direttore Medicina Interna & Immunologia dell’Ospedale Policlinico di Milano) –. Per cui tutto questo accanimento nel decifrare i segni di una fine imminente sul volto di Papa Bergoglio, la trovo un po’ fine a se stesso: che lui fosse una persona sofferente era ovvio”.

Quindi se qualcuno in queste ore leggendo queste analisi si chiedesse se si poteva fare qualcosa per proteggerlo di più, che cosa risponderebbe? “Si possono fare tutte le raccomandazioni che vogliamo, ma nella situazione di estrema fragilità di Papa Francesco, anche se fosse stato costretto a stare a letto, sarebbe potuto comunque finire così – continua Montano -. I segni indubbiamente c’erano e rappresentavano dei fattori di rischio di mortalità che presentano moltissimi dei nostri pazienti con quelle fragilità. Detto questo, personalmente mi baso sui fatti. E quindi, Bergoglio ha scelto di passare gli ultimi suoi istanti di vita come la sua persona e il suo ruolo desideravano, stando in mezzo alla folla, impartendo una sua ultima benedizione. Questo suo gesto lo considero, dal punto di vista simbolico – conclude Montano -, un messaggio potente. Il suo ‘canto del cigno’ che ce lo farà ricordare con ancor più grande rispetto e ammirazione”.

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Il Fatto Quotidiano

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