La Calabria per il suo futuro non può rinunciare all’Alta Velocità
- Postato il 10 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
La Calabria per il suo futuro non può rinunciare all’Alta Velocità
C’è un’Europa che corre e una Calabria che aspetta. Mentre la Commissione europea disegna una rete ferroviaria capace di unire Berlino a Copenaghen in quattro ore rispetto alle attuali 7 o Atene a Sofia in sei piuttosto che le attuali 13,40, le regioni più a sud della nostra penisola restano tagliate fuori. Non per caso, ma per scelta. O meglio, per assenza di scelte, per assoluta mancanza di visione, per una conclamata cecità strategica.
L’Europa progetta un futuro di treni ad Alta Velocità, sostenibili e integrati, che ridurranno drasticamente i tempi di percorrenza tra le capitali e tra i territori.
Nel Piano per l’Alta Velocità Ferroviaria 2040, presentato mercoledì scorso dal commissario europeo ai trasporti Apostolos Tzitzikostas, non vi è traccia delle tratte Praia-Reggio Calabria e Messina-Catania, a parole annunciate come prioritarie dal Ministro Matteo Salvini e dal Governo.
Il sogno di una rete “veramente europea” qui non arriva. Il viaggio in treno rimane sinonimo di lontananza, marginalità, isolamento, rinuncia.
Il Ponte sì, il treno no
Nel frattempo, mentre l’attenzione pubblica si concentra sul Ponte sullo Stretto di Messina, la Calabria ha perso l’unico vero treno che conta: quello dell’Alta Velocità. La vera infrastruttura strategica, capace di abbattere la perifericità, di determinare opportunità di crescita e di cambiare nel concreto la vita dei cittadini e del territorio.
Calabria e Sicilia, per posizione geografica, sono la porta naturale del Mediterraneo. Un crocevia di rotte, culture, commerci. Ma senza strade e ferrovie efficienti, infrastrutture adeguate ed integrate, senza una visione proiettata sul futuro e declinata nell’azione politica e di governo, questa porta resta chiusa.
Ora, la Commissione europea ha programmato, per i prossimi anni, un piano ambizioso che prevede investimenti stimati in circa 550 miliardi di euro sulla rete AV per collegare capitali e regioni. Già il PNRR, nell’ottica di una ripartenza dopo la pandemia, ha rappresentato un’opportunità “storica”, di quelle che si presentano raramente, per realizzare una grande opera come l’Alta Velocità e collegarsi in tempi europei al resto d’Italia e al Continente. Per la Calabria è stata un’occasione perduta. Credo che la nostra sia l’unica tra le Regioni italiane a non aver realizzato un grande progetto col PNRR.
Una grave responsabilità, considerato che, come riporta il Sole 24 ore, “nel decennio 2008-2018, nelle regioni più ricche (con reddito pro capite sopra la media) le città dotate di stazione Alta Velocità hanno visto crescere il Pil del 10%. Nelle regioni meno ricche le città con stazione AV sono cresciute dell’8%”. Sarebbe la differenza tra restare periferia o diventare snodo. Per la Calabria, quei punti in più significherebbero sviluppo, lavoro, turismo, opportunità. Ma senza infrastrutture adeguate nessuna crescita è possibile.
L’alta velocità e il futuro della Calabria
Eppure l’Alta Velocità al Sud era inserita nei 18 progetti prioritari indicati dal Commissario Europeo ai Trasporti Karel Van Miert, in cui era prevista la realizzazione del corridoio Berlino – Palermo.
Avere un tempo di percorrenza tra Reggio Calabria e Roma di tre ore, pressoché pari a quello tra Roma e Milano, oltre ad accorciare le distanze sarebbe un importante contributo all’incremento del PIL nazionale, un fattore di reale unificazione del Paese. Il Ministro Salvini piuttosto che fare polemica con la Corte dei Conti sul progetto del ponte, avrebbe fatto bene a proporre al Commissario Europeo Tzitzikostas la realizzazione delle linee A.V. Praia – Reggio Calabria e Messina-Catania che il Piano Europeo dei Trasporti 2040 ha tagliato fuori.
Dopo la beffa consumata con la mancata utilizzazione dei fondi del PNRR per l’Alta Velocità Salerno/Reggio Calabria l’esclusione anche dal Piano Europeo dei Trasporti 2040 ha il significato di una condanna ad una accentuata marginalità che è causa del progressivo spopolamento in atto e della fuga di migliaia di giovani.
Una situazione grave che evidenzia l’inadeguatezza e la subalternità delle classi dirigenti locali che hanno consentito che il treno dell’Alta Velocità da Battipaglia, piuttosto che proseguire il suo naturale percorso verso Reggio Calabria, venisse deviato verso Romagnano e la Basilicata, con la prevedibile prosecuzione verso Taranto ed il Corridoio Adriatico ed il conseguente risultato di tagliare definitivamente fuori dalla Rete dell’Alta Velocità sei milioni di abitanti residenti in Calabria e Sicilia.
Cinque anni per un filo
D’altronde il simbolo di questa inadeguatezza è un filo. Un filo che manca.
Basti pensare che i lavori per l’ammodernamento della Ferrovia Jonica sono a buon punto dal 2019: sono stati già montati binari nuovi e potenziati per portare la velocità dagli attuali 60/70 a 180 km/h; la linea Jonica è stata inserita nel piano TEN-T dopo un grande impegno sviluppato dalla Regione tra il 2017 e 2019; treni nuovi acquistati grazie al contratto di servizio sottoscritto il 2019 fra Regione e Trenitalia, la cui consegna sarà completata entro il 2026. Un investimento pensato, progettato e quasi completato tra il 2017 e il 2019.
Sono stati montati anche i tralicci per l’elettrificazione della ferrovia lungo la tratta Sibari–Catanzaro Lido. Sono lì, pronti, installati da cinque anni. Manca solo il cavo che dovrebbe unire tutto e rendere finalmente operativa la nuova linea. Cinque anni per non stendere un filo. Cinque anni durante i quali la Calabria ha visto sfumare importanti opportunità offerte dal PNRR.
La Ferrovia Jonica, con la sua prospettiva di diventare una “metropolitana di superficie” moderna e sostenibile, era (ed è) il progetto che può contribuire a cambiare il destino della costa jonica. Basterebbe stendere quel filo per l’elettrificazione e consentire così alla Freccia Argento Sibari/Bolzano di spingersi verso sud fino a Catanzaro Lido e proseguire la realizzazione dei lavori per il tratto fino a Melito Porto Salvo. Un’opera importante per lo sviluppo della zona jonica, ma anche per consentire il trasporto merci da e per il Porto di Gioia Tauro verso il Nord Italia e l’Europa, considerato che la linea Jonica non presenta il problema delle gallerie per il trasporto dei container.
La Calabria per costruire il suo futuro non può rinunziare all’Alta Velocità!
È necessario ed urgente porre questa questione al centro dell’agenda delle Istituzioni e delle forze politiche e sociali. Il documento presentato dal Commissario Tzitzikostas, mercoledì 5 novembre scorso, prevede che le interlocuzioni con le Regioni, con gli Stati membri e le rappresentanze parlamentari europee per proporre modifiche ed integrazioni si svolgano entro la prima metà del 2026.
Il coordinatore del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo che comprende la Calabria è il dott. Pat Cox, personalità di grande competenza e sensibilità che, con il Prof. Francesco Russo Assessore ai Trasporti, ho avuto modo di incontrare a Bruxelles in preparazione di una sua venuta in Calabria nel 2018. Mi permetto di suggerire al Presidente della Regione Calabria di aprire con Lui subito un’interlocuzione per chiedere l’inserimento dell’Alta Velocità da Praia a Reggio Calabria, per evitare il ripetersi di quanto è avvenuto con il PNRR, che ha visto la Calabria perdere una occasione unica per la realizzazione di un obiettivo di grande rilevanza strategica per il suo futuro. Aggiungo che importante è il ruolo che a tal proposito sono chiamate a svolgere le rappresentanze parlamentari nazionali ed europee.
Si rende necessaria una azione determinata e incisiva per impedire il perpetrarsi di scelte penalizzanti verso questa parte dell’Europa. La realizzazione dell’Alta Velocità è fattore essenziale per il recupero del gap di sviluppo che continua a condizionare negativamente e comprimere le potenzialità strategiche di questa parte del Paese e dell’Europa.
Mario Oliverio
*già Presidente della Regione Calabria
Il Quotidiano del Sud.
La Calabria per il suo futuro non può rinunciare all’Alta Velocità