La caravella portoghese è arrivata anche sulle spiagge italiane, cos’è la “super medusa” e i pericoli

  • Postato il 27 agosto 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Hanno un nome che richiama le grandi esplorazioni, le caravelle portoghesi (Physalia physalis), organismi marini che ricordano le meduse ma che in realtà appartengono a una categoria diversa. Come i velieri che nel Quattrocento salparono da Palos con Cristoforo Colombo, anche queste creature hanno compiuto un lungo viaggio dall’oceano Atlantico fino alle coste italiane, dove sono ormai state avvistate più volte, facendo scattare l’allerta.

Nonostante la loro bellezza, con sfumature blu e una forma inconfondibile, le caravelle portoghesi sono estremamente pericolose. I loro lunghi tentacoli possono raggiungere i trenta metri e sono dotati di cellule urticanti in grado di provocare reazioni anche gravi. Dolori acuti, eritemi e bolle simili a scottature possono durare fino a tre giorni, ma nei casi peggiori si arriva a complicazioni come shock anafilattico, febbre, vomito e disturbi cardiopolmonari, con un rischio, seppur raro, di conseguenze fatali.

Caratteristiche e rischi per i bagnanti

Rispetto alle meduse comuni, la Physalia physalis possiede una caratteristica distintiva: una sacca di gas che le consente di galleggiare e muoversi seguendo il vento e le correnti, come una piccola imbarcazione. Questa peculiarità ne ha ispirato il nome evocativo, ma contribuisce anche a renderla facilmente visibile in mare aperto o lungo le spiagge.

Gli esperti raccomandano la massima prudenza: non bisogna toccarle mai, nemmeno quando sembrano morte e spiaggiate, poiché le loro cellule urticanti restano attive per giorni. In caso di puntura, si consiglia di evitare rimedi casalinghi – spesso inefficaci o addirittura dannosi – e di ricorrere a un protocollo semplice: immergere la parte colpita in acqua calda (circa 45 gradi) per almeno venti minuti, in attesa dell’intervento medico.

Un fenomeno legato al cambiamento climatico

La presenza sempre più frequente delle caravelle portoghesi lungo le coste europee e italiane preoccupa biologi marini e autorità locali. In Spagna e Francia si sono registrati avvistamenti numerosi, tanto che nei Paesi Baschi alcune spiagge sono state chiuse per precauzione. Secondo gli scienziati, la causa principale di questo spostamento va ricercata nel riscaldamento globale, che ha modificato le temperature degli oceani favorendo la migrazione della specie verso nuove aree.

In Italia, i primi avvistamenti risalgono al 2010, a Villaputzu (Cagliari), con casi successivi in Sicilia e Sardegna. In passato si è registrato persino un ricovero in terapia intensiva dopo una puntura nelle acque delle isole Ciclopi. Oggi, con il loro ritorno, cresce la necessità di sensibilizzare i bagnanti e garantire la sicurezza lungo le coste.

 

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Autore
Blitz

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