La Cina si espande nel Caucaso (a scapito della Russia). E l’Europa resta a guardare

  • Postato il 25 luglio 2025
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La Cina ed il Kazakhstan hanno rinnovato un accordo strategico per rafforzare la connettività ferroviaria ed aumentare il volume delle merci che attraversano la Trans-Caspian International Trade Route (TITR), nota come Middle Corridor, una rotta commerciale che dall’Asia Sud-Orientale e dalla Cina raggiunge l’Europa passando dal Mar Caspio e dal Caucaso. Il Middle Corridor rappresenta un’alternativa al Northern Corridor, che attraversa la Russia, e al Southern Corridor, che unisce Europa e Cina passando dal Canale di Suez. L’importanza di questa rotta commerciale, come ricordato dal portale Geopolitical Monitor, è cresciuta dopo l’invasione russa dell’Ucraina dato che il conflitto ha reso meno sicuro il Northern Corridor e spinto le nazioni coinvolte negli scambi commerciali a trovare alternative. Tra gennaio e novembre 2024 il Middle Corridor è stato attraversato da 4.1 milioni di tonnellate di cargo, in crescita del 63 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel corso del 2022, chiarisce l’Ispi, i traffici lungo il corridoio erano cresciuti del 250 per cento, con un ulteriore aumento dell’88 per cento nel 2023. L’Europa è interessata a sviluppare il Middle Corridor per ridurre la dipendenza dalle infrastrutture commerciali della Russia e l’influenza esercitata da Mosca in Asia Centrale e nel Caucaso mentre la Cina considera questa rotta commerciale come un’estensione della Nuova Via della Seta, in grado di ridimensionare il ruolo della Russia e potenziare l’accesso ai mercati europei.

Il Kazakhstan, che ricopre una posizione strategica in Asia Centrale ed è ricco di risorse minerali, è uno dei perni della rotta commerciale e gli investimenti cinesi nella nazione hanno un obiettivo chiaro. L’espansione del porto di Akhtau, affacciato sul Mar Caspio, il lancio di una linea di treni merci che collega Cina ed Europa in 52-60 giorni, attraversando Kazakhstan, Turkmenistan, Iran e Turchia e la costruzione di un terminal, in grado di smistare i beni trasportati via strada e ferrovia, nella città kazaka di Almaty sono destinati ad aumentare l’efficienza del Middle Corridor rendendolo sempre più appetibile rispetto alle rotte alternative. La Cina, come ricordato da Asia Times, sta espandendo la propria presenza anche nella regione del Caucaso. La firma di un accordo di partnership strategica comprensiva con l’Azerbaijan, che evidenzia un allineamento tra gli interessi di Baku e quelli della Nuova Via della Seta, rappresenta un successo per Pechino, che si unisce alla decisione azera di potenziare il porto di Alat, affacciato sul Mar Caspio e la linea ferroviaria con la Georgia. Le compagnie ferroviarie di Azerbaigian, Georgia e Kazakhstan hanno inoltre rafforzato la connessione digitale tra i propri sistemi per ridurre i tempi di transito delle merci mentre gli investimenti cinesi sono in crescita tanto in Armenia quanto in Georgia.

L’espansione della sfera d’influenza della Cina nel Caucaso rappresenta una sconfitta significativa per la Russia, a lungo considerata la potenza dominante nella regione. Mosca, distratta dal conflitto in Ucraina, non riesce a competere con la mole di investimenti di Pechino, che preferisce sedurre i propri alleati con il soft power economico piuttosto che con la postura militare. La Cina aveva evitato, in passato, di puntare sul Caucaso per non inimicarsi Mosca preferendo i corridoi commerciali che attraversavano i territori di Iran e Russia. Le cose, ora, sono cambiate ed il nuovo quadro geopolitico regionale lo dimostra. Se la Russia perde potenza nel Caucaso ed in Asia Centrale non si può dire che l’Europa stia approfittando della défaillance di Mosca per insidiare Pechino. Pesano la mancanza di una visione strategica paragonabile a quella di Pechino e compatibile con il carattere autoritario di molti governi della regione, la minor attrattiva economica dell’Europa e la storica debolezza della posizione geopolitica di Bruxelles nella regione. L’Europa sembra collocarsi, in questo ambito, più come terminal ricettivo delle merci cinesi lungo il Middle Corridor che come antagonista efficace e superpotenza alternativa. I piani di espansione economica cinese mettono, così, in difficoltà tanto Bruxelles quanto Mosca che, almeno per una volta, si trovano sulla stessa sponda.

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Il Fatto Quotidiano

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