La classifica dei Paesi migliori al mondo dove trasferirsi a vivere e lavorare
- Postato il 21 ottobre 2025
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- Di SiViaggia.it
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Oltre la metà degli italiani sogna di lavorare da remoto e vivere da nomade digitale. Se anche voi state pensando di farlo, sappiate che Global Citizen Solutions ha stilato una nuova classifica dei Paesi al mondo dove realizzare al meglio questo desiderio, il Global Digital Nomad Report 2025. L’Europa si conferma protagonista, grazie a infrastrutture sempre più moderne ed ecosistemi tecnologici in continua crescita.
In cima alla lista spiccano Spagna e Paesi Bassi, due destinazioni amatissime da chi ha scelto di lasciare l’ufficio tradizionale per abbracciare una carriera completamente virtuale, all’insegna della flessibilità e della libertà.
Negli ultimi anni, molti governi si sono mossi rapidamente per intercettare questa tendenza, introducendo visti e programmi di residenza pensati appositamente per attrarre lavoratori digitali. La classifica di Global Citizen Solutions prende in esame 64 Paesi, valutandoli in base a criteri come la durata dei visti, i requisiti di reddito e i percorsi verso la residenza permanente o la cittadinanza.
Perché la Spagna è il miglior Paese per nomadi digitali
Sole, tapas, fibra ottica e un visto su misura: la Spagna si conferma la meta ideale per i nomadi digitali che non vogliono rinunciare alla dolce vita mediterranea. In cima alla classifica globale dei Paesi più accoglienti, ha conquistato il primo posto grazie al suo visto per lavoratori da remoto, pensato per chi collabora con aziende straniere utilizzando esclusivamente strumenti digitali.
Uno dei grandi punti di forza di questo programma è la sua flessibilità: anche i freelance possono lavorare per clienti spagnoli, purché queste collaborazioni rappresentino meno del 20% del loro fatturato complessivo. Una formula intelligente che apre le porte al mercato locale senza snaturare la filosofia del lavoro da remoto.
Ma il successo della Spagna non si spiega solo con la burocrazia. Il Paese vanta una delle connessioni a banda larga più veloci d’Europa, un eccellente equilibrio tra qualità della vita, clima, infrastrutture e un quadro legale che favorisce chi desidera fermarsi più a lungo. Con questo visto, infatti, è possibile iniziare un percorso verso la residenza permanente e, in molti casi, ottenere la cittadinanza.
Un altro punto a favore? Il costo della vita, decisamente più accessibile. Per ottenere il visto, serve però qualche requisito: un titolo universitario o post-laurea rilasciato da un’istituzione riconosciuta (oppure almeno tre anni di esperienza professionale nel proprio campo), mezzi economici pari al 200% del salario minimo spagnolo, un’assicurazione sanitaria valida e, naturalmente, una fedina penale pulita.
La classifica dei Paesi dove trasferirsi a vivere e lavorare
Subito dopo la Spagna, al secondo posto si piazzano i Paesi Bassi, grazie al self-employed permit, un permesso dedicato ai lavoratori autonomi che dimostrano di apportare un “interesse essenziale” all’economia olandese. Oltre a facilitare la residenza permanente, il Paese si distingue per qualità della vita, sicurezza e vivibilità urbana.
Seguono la Repubblica Ceca, quinta in classifica, che offre uno dei pochi visti digitali con accesso diretto alla cittadinanza, e Portogallo, sesto, con il suo visto D8 per lavoratori da remoto, apprezzato per il basso costo della vita e la connettività eccellente.
Francia e Germania chiudono la top ten europea, la prima con punteggi elevati per qualità della vita e trasporti, la seconda per il suo Freelance Visa che consente di lavorare fino a tre anni. Anche Malta conquista un posto d’onore, grazie al clima stabile, l’inglese come lingua ufficiale e un’eccellente rete digitale.
Questa la classifica completa:
- Spagna
- Paesi Basi
- Uruguay
- Canada
- Repubblica Ceca
- Portogallo
- Francia
- Emirati Arabi Uniti
- Germania
- Malta