La coda di cometa rivela la morte in diretta di un pianeta. A ogni passaggio perde un pezzo grande come l’Everest
- Postato il 23 aprile 2025
- Scienza
- Di Blitz
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Queta è la cronaca di una vertigine dell’osservazione astronomica a cavallo di una cometa, un telescopio avventuroso a spasso per l’universo quale moderno ippogrifo. E che avventure spaziali: senza le piume e le ali iridescenti del mito ariostesco ma con la vista tanto acuminata da registrare la dissoluzione in diretta di un pianeta che muore.
Morte in diretta del pianeta BD+05 4868 Ab
Protagonisti il telescopio spaziale Tess e il pianeta BD+05 4868 Ab. Il nome del primo, il nostro ippogrifo virtuale, è l’acronimo di Transiting Exoplanet Survey Satellite, in pratica osserva le stelle più luminose e sorveglia il passaggio di esopianeti, pianeti cioè esterni al sistema solare.

Il secondo è un piccolo pianeta distante 140 anni luce dalla Terra con una coda da cometa, coda che rivela la disintegrazione progressiva e a gran velocità del pianeta stesso. A gran velocità, si fa per dire.
Ogni 30,5 ore, quanto impiega a compiere un’orbita intorno alla sua stella, la coda di cometa perde una quantità di massa equivalente al Monte Everest e di questo passo svanirà completamente nel giro di 1 o 2 milioni di anni.
È stato scoperto, grazie al telescopio spaziale Tess della Nasa, da un gruppo di astronomi guidato dal Massachusetts Institute of Technology, che ha pubblicato i risultati su The Astrophysical Journal Letters.
Una scia di detriti lunga 9 milioni di km
Dei quasi 6mila pianeti scoperti finora al di fuori del Sistema Solare, solo altri 3 mostrano una simile coda, ma quello appena individuato li supera tutti per lunghezza: la scia di detriti che lascia dietro di sé si estende fino a 9 milioni di chilometri, e ciò implica che il suo processo di evaporazione è il più catastrofico tra quelli noti.
Il pianeta, noto appunto con la sigla BD+05 4868 Ab, ha una massa inferiore a quella di Mercurio e orbita circa 20 volte più vicino alla sua stella. A questa distanza così ravvicinata, è probabilmente coperto di magma che raggiunge i 1.600 gradi. È questo magma, dunque, che il pianeta sta man mano disperdendo nello spazio, dove si raffredda e forma la lunga coda.
Il fenomeno è una conseguenza della sua massa estremamente ridotta: poca massa vuol dire una gravità debole che fa fatica a tenere insieme il pianeta, e più massa perde più la gravità si indebolisce ulteriormente in un circolo vizioso senza fine.
Essendo relativamente vicino alla Terra, il sistema planetario è anche un candidato ideale per il telescopio spaziale James Webb, di Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Canadese: per la prossima estate sono già in programma osservazioni con questo strumento, che aiuterà a capire di quali elementi è composta la coda e dunque, indirettamente, il pianeta.
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