La Commissione europea valuta lo stop al Green claims. Cosa significa
- Postato il 20 giugno 2025
- Verde E Blu
- Di Formiche
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Un altro stop all’ideologia verde. Lo firma la Commissione europea su stimolo del centrodestra Ue che annuncia di voler ritirare la direttiva Green Claims, iniziativa in corso di negoziazione tra Parlamento e Consiglio Ue per favorire la trasparenza nelle dichiarazioni ambientali delle aziende e contro il cosiddetto greenwashing. Aveva subito dure critiche da parte di Ppe, Ecr e Patrioti, gli stessi gruppi che in precedenza ne avevano ufficialmente chiesto il ritiro. E Bruxelles ha detto sì.
Che cos’è
La direttiva Green Claims, presentata dalla Commissione europea nel marzo del 2023 per difendere i consumatori da false dichiarazioni ambientali, rientra nel più ampio progetto denominato Green Deal, con una serie di interventi connessi, come i requisiti comuni per la comunicazione ambientali, la richiesta alle aziende di provare che le dichiarazioni ambientali abbiano basi scientifiche riconosciute. Le due relatrici ombra del Ppe, Arba Kokalari e Danuše Nerudová, hanno contestato la necessità di ottenere prove scientifiche validate da terze parti su cui fondare le dichiarazioni ecologiche, “un’idea fondamentalmente errata”. Secondo Stefan de Keersmaecker, portavoce della Commissione, la Commissione europea “ha il diritto di iniziativa di presentare ma anche di ritirare una proposta dopo la propria valutazione del processo legislativo”.
Molti gruppi imprenditoriali hanno osservato in questi mesi che la legge avrebbe causato un aumento delle pratiche amministrative, senza contare le multe che sarebbero state applicate in caso di “greenwashing”, dispositivo nato per le pressioni dei gruppi ambientalisti.
Le reazioni dei conservatori
In questo modo viene “smontato un altro pezzo di ideologia green”, attaccano i conservatori di Ecr, secondo cui la normativa avrebbe potuto imporre oneri ingiustificati e restrizioni eccessive in materia di comunicazione ambientale delle aziende. Per il copresidente del gruppo Ecr al Parlamento Europeo, Nicola Procaccini e il capo delegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles, Carlo Fidanza, si registra la conferma della necessità di “norme ambientali equilibrate e realistiche, posizioni per cui ci battiamo fortemente dalla scorsa legislatura europea e che finalmente sembrano incontrare il buon senso della Commissione Ue e di altre forze politiche”. Per cui la proposta della Commissione di ritirare la direttiva “dimostra come il nostro impegno può fare la differenza e tutelare gli interessi dei cittadini e imprese e garantire un equilibrio tra sostenibilità e libertà d’impresa”.
I relatori ombra, ovvero gli eurodeputati di FdI/Ecr Fiocchi e Cavedagna, aggiungono che tale direttiva avrebbe danneggiato le piccole e medie imprese e i consumatori, con un eccesso di burocrazia, senza avere chiarezza sui costi. Lo stop Ue “dimostra che sulle questioni pratiche in Europa c’è un’intesa tra tutto il centrodestra con una posizione, quella di FdI, che è fondamentale per raggiungere questi obiettivi, abbandonando scelte ideologiche, tra le quali le follie green, per guardare con concretezza alle esigenze delle imprese e dei cittadini. Stiamo cambiando l’Europa”.
La posizione dell’Ue
L’Ue nel frattempo ha precisato che il ritiro della direttiva Green Claims è in esame. “Ritirare una proposta non è una cosa che facciamo tutti i giorni. Non è una decisione che prendiamo alla leggera e non è nemmeno qualcosa che faremo senza consultare i co-legislatori”. Il prossimo passo sarà quello di “informare i co-legislatori” inviando un “avvertimento che potremmo effettivamente prevedere di ritirare la proposta se fosse distorta”. Inoltre il prossimo lunedì si terrà l’ultimo trilogo in programma sul tema poi spettarà ai co-legislatori decidere se incontrarsi ugualmente. “Qualsiasi ritiro effettivo è un secondo passo, che avverrebbe solo in una fase successiva”, hanno aggiunto dalla commissione.