“La danza? Oggi si lavora per la gloria il che a lungo andare non basterà a pagare tutti i costi. Aprirò un negozio”: lo sfogo di Andreas Muller

  • Postato il 26 agosto 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Andreas Müller ha vinto la sedicesima edizione di “Amici di Maria De Filippi” nel 2017, battendo in finale Riccardo Marcuzzo e ha avuto due figlie Penelope e Ginevra, dalla sua ex coach Veronica Peparini. Il ballerino e coreografo si è sfogato con un lungo messaggio su Instagram Stories, esternando la delusione che ha provato e che prova con un certo meccanismo lavorativo.

“Lavoro come ballerino professionista da quando ho 20 anni. – ha affermato – L’anno prossimo ne faccio 30. In questi quasi 10 anni ho vissuto delle esperienze bellissime e non starò qui ad elencare quello che può essere un grande o un piccolo curriculum perché secondo me non è quello a determinare il talento visto, oltre l’investimento personale e la predisposizione, come in tutte le cose anche in questo mestiere esiste la fortuna, il posto giusto al momento giusto con le persone giuste. Certo è che, come in tutti i lavori, devi fare delle rinunce e dei sacrifici”.

E ancora: “Ho sempre avuto il desiderio di creare un curriculum di cui poter andar fiero facendo quindi (dopo aver fatto la gavetta) una selezione dei lavori, accettandone così alcuni e rifiutandone altri. Questo mi ha sicuramente portato ad avere una rete di contatti ristretta e a lavorare solo dove avevo il piacere di essere”.

“In 10 anni credo anche che molte cose siano cambiate, io in primis poiché tutto nella vita si evolve, si cresce e cambiano le esigenze… – ha continuato Muller – Avevo la possibilità di investire all’estero ma non l’ho fatto perché volevo stare qui vicino alla mia famiglia, volevo lavorare in Italia, mi stavo innamorando e ho messo al primo posto il desiderio di diventare padre. Ancora oggi ho contatti con l’estero e proposte di lavoro, ma mi ritrovo a non approfondire poiché a meno che non si tratti di lavori “corti” non riesco a lasciare la vita che ho, essendo per me di primaria importanza, e quindi continuo a investire in Italia”.

Il discorso poi continua: “Al tempo stesso il lavoro qui a parer mio è cambiato molto perché sempre in questi 10 anni ho avuto modo di confrontarmi con diverse realtà vedendone i mutamenti passo dopo passo che hanno portato al cambiamento di un mercato che un tempo era equilibrato da buon senso, professionalità e conti con la vita mentre invece oggi si lavora molto per la gloria il che a lungo andare non porta a nulla perché a meno che uno non abbia la fortuna di essere mantenuto o di vivere di rendita ad un certo punto la gloria non basterà a pagare tutti i costi che fanno parte del proprio presente e futuro. Ovviamente da una parte abbiamo la televisione, ed altre rappresentanze che hanno mantenuto sempre fede al proprio trattamento rendendo così omaggio e valore a questo mestiere ma soprattutto un fatturato che ti possa permettere principalmente di crearti un domani mentre invece ahimè ci sono dei contesti, fortunatamente non tutti, che hanno preso una brutta piega creando così dei precedenti, dei punti di non ritorno e hanno messo tutti sullo stesso piano: professionisti e non…”.

Quindi le prospettive future sono comunque concrete: “Continuerò a lasciare la porta aperta come ho sempre fatto per l’arte. Sappiate solo che non è facile e mi sono messo a nudo per raccontarlo. Ballerò dove avrò il piacere di ballare. Continuerò ad essere in sala con i ragazzi che hanno voglia di studiare con me, continuerò a sviluppare la mia vena creativa e le mie capacità coreografiche perché ho voglia di scoprirmi sempre di più e raggiungere nuovi obiettivi. Di certo non mollo quello che è stato uno dei miei primi amori nella mia vita finché le gambe reggeranno…”.

E infine: “Nel frattempo però aprirò questo mio primo negozio che spesso possa avere la stessa fortuna e lo stesso talento che credo di aver avuto io. So che non lo faccio spesso, ma è una nuova versione di me: grazie del continuo supporto e sostegno. Avevo detto che non sarebbe stata una polemica e di fatto non lo è”.

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Il Fatto Quotidiano

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