La disaffezione come dato strutturale: le Regionali 2025 misurano la distanza crescente tra cittadini e politica
- Postato il 26 novembre 2025
- Editoriale
- Di Paese Italia Press
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Le elezioni regionali del 23 e 24 novembre 2025 in Veneto, Campania e Puglia hanno restituito un quadro chiaro in cui il dato più significativo non riguarda i candidati vincenti o legati alle leadership precedenti, ma la quantità di elettori che ha scelto di non recarsi alle urne. In Veneto la partecipazione definitiva si è fermata al 44,6 %, in Campania al 44,06 % e in Puglia al 41,82 %. In Veneto la vittoria è andata a Alberto Stefani, succeduto a Luca Zaia, con circa il 64,4 % dei voti. In Campania ha vinto Roberto Fico, succedendo a Vincenzo De Luca, con circa il 60,6 %. In Puglia è stato eletto Antonio Decaro al posto di Michele Emiliano, con circa il 64,0 % dei voti.
Il distacco dal voto nasce certo da un’erosione sociale che interessa gran parte della popolazione. Un contesto di precarietà, disuguaglianze e riduzione dei servizi pubblici. Su tutti, il comparto sanità in particolare centro meridionale, alimenta la sensazione che il voto non cambi concretamente le condizioni di vita. La percezione di inefficienza, malagestione o corruzione rafforza questo distacco.
Ma tutto questo non basta a spiegare il distacco dei cittadini dalla politica.
Le scelte sbagliate o insufficienti in un contesto politico riconoscibile darebbe forza e sprone alla gente di modificare l’azione politica del partito in cui ci si riconosce. Il problema vero è che la stragrande maggioranza degli italiani non si riconosce più in nessuna forza politica e si astiene dal voto.
E si badi non è la crisi delle ideologie! Quelle sono crollate da un pezzo e forse non è stato neanche un male.
E’ la non riconoscibilità degli obbiettivi da raggiungere che allontana dalla sinistra gli elettori di sinistra e dalla destra gli elettori di destra.
Un esempio per gli elettori il cui cuore batte a sinistra: la sanità. IL PD continua a chiedere più soldi per accorciare le liste d’attesa, per aumentare il numero di medici e infermieri, ecc; ma a sinistra chi vuole una sanità efficiente ed uguale per tutti sa bene che l’unico modo di averla è quello di abolire la sanità privata. La piovra che con i suoi tentacoli rapina tutte le risorse a favore di una sanità per ricchi. Ma questo il PD non lo dice per non perdere frange di elettorato borghese.
Un esempio per gli elettori il cui cuore batte a destra: la condanna vera del passato fascista. Questa destra al governo per non perdere frange di elettorato estremista sarebbe stata costretta a nominare chi ancora espone nel salone di casa due busti del duce, alternando dichiarazioni ambigue di condanna e di tolleranza per le azioni di Casapaund. Chi vuole un autentico partito conservatore ma liberale, nonostante l’abilità della premier, non può riconoscersi in quel circo equestre di pulcinella che ruota attorno.
La verità in assoluto è che quando l’Italia vantava un’alta percentuale di votanti, certo c’era il collante ideologico che funzionava ottimamente, sullo sfondo però di una ignoranza spaventosa. Nella misura in cui la gente è cresciuta sviluppando un senso critico più ampio divenendo refrattaria ai condizionamenti e anche dalle ideologie, la crisi di credibilità dei partiti si è allargata a dismisura e la gente non va a votare.
Ne consegue che il giudizio sull’assenteismo, non è per forza negativo. Lascia intravedere una crisi di crescenza secondo cui rileva anche il bicchiere mezzo pieno. Consoliamoci così!
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