La dominanza dei maschi tra primati non è scontata
Postato il 8 luglio 2025
Di Focus.it
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A lungo abbiamo pensato che il potere, tra primati, fosse sbilanciato a favore dei maschi, e che le società in cui sono le femmine a comandare fossero un'eccezione. Un'analisi dei conflitti tra oltre un centinaio di diverse specie di primati dimostra che ci siamo sbagliati: le scaramucce tra i due sessi nei primati sono molto più frequenti di quanto si pensasse.
Inoltre, in caso di conflitto non è affatto scontato che siano i maschi ad avere la meglio, e i fattori che portano le femmine a prevalere hanno poco a che fare con la forza bruta. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista PNAS.. Frequenti litigi tra sessi opposti. Un gruppo di scienziati delle Università di Montpellier (Francia), del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia e del German Primate Center di Göttingen ha analizzato 253 osservazioni dettagliate di conflitti tra 121 diverse specie di primati per capire perché e in che modo varino gli equilibri di potere tra maschi e femmine in questo gruppo animale.. E qui sono emerse le prime sorprese. Tanto per cominciare, quasi la metà delle interazioni aggressive vedeva fronteggiarsi un maschio e una femmina: quando scoppia una lite, è quindi quasi altrettanto probabile che avvenga con un individuo del sesso opposto che con uno dello stesso sesso. Eppure le passate ricerche tendevano a focalizzarsi principalmente sulle battaglie tra soli maschi o tra sole femmine, forse per la convinzione che maschi e femmine si contendessero risorse diverse. . Ma chi ha la meglio, in questi conflitti? Anche qui l'analisi ha rivelato una situazione più complessa rispetto al mondo dominato da maschi alfa che immaginavamo, in cui le poche società di primati guidate da femmine (come quelle dei bonobo e dei lemuri dalla coda ad anelli) sono l'eccezione.
«Recenti ricerche hanno iniziato a mettere in dubbio la visione tradizionale che vede nella dominanza maschile lo status di default, e il nostro studio fornisce un'indagine ancora più completa di come variano le relazioni di dominanza intersessuale», spiega Peter Kappeler del German Primate Center.
Le società in cui erano i maschi a prevalere (cioè in più del 90% dei casi) sono state solo 25 sulle 151 osservate. Quelle in cui a dominare sono le femmine, 16 su 151. Nel restante dei casi, cioè nel 70% delle popolazioni studiate, il potere non è detenuto da nessuno dei due sessi in particolare, o è solo moderatamente nelle mani di uno o dell'altro.. Le condizioni per un matriarcato. Le popolazioni in cui il potere è sbilanciato a favore delle femmine sono quelle monogame, nelle quali maschi e femmine hanno dimensioni simili o in cui la ricerca di cibo avviene principalmente sugli alberi. Queste sono tutte situazioni in cui le femmine hanno maggiori possibilità di scelta sul partner con cui accoppiarsi, e in cui sono in grado di procacciarsi il cibo da sole.
Altre situazioni che fanno pendere l'ago della bilancia verso le femmine sono quelle in cui esse devono competere tra loro per le risorse o nelle quali i conflitti contro i maschi rischiano meno di mettere in pericolo i piccoli - per esempio, perché le madri non li portano con sé quando vanno a caccia di cibo.. Nelle popolazioni in cui i maschi sono più grossi delle femmine, si accoppiano con più femmine o in cui la caccia avviene prettamente a terra è più facile che il potere sia a loro favore.. E l'uomo?. La ricerca potrebbe suggerire alcune riflessioni sulle dinamiche sociali umane. Il fatto che la maggior parte delle popolazioni di primati non abbia divisioni chiare di potere tra sessi mette in discussione le visioni del patriarcato che cercano legittimità nel mondo "naturale", perché - appunto - in natura non c'è nulla di netto e definito, ma la relazioni si presentano con tutto il loro carico di sfumature. Inoltre, per le sue caratteristiche, l'uomo si avvicina di più alle specie di primati in cui individui di entrambi i sessi possono diventare dominanti..