La fama accorcia la vita dei cantanti
- Postato il 27 novembre 2025
- Cronaca
- Di Agi.it
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La fama accorcia la vita dei cantanti
AGI - Cantanti celebri di Europa, Regno Unito e Nord America vivono in media quattro anni in meno rispetto ai colleghi non famosi, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Epidemiology & Community Health.
La ricerca, realizzata da un team internazionale guidato da Johanna Hepp, Christoph Heine, Melanie Schliebener e Michael Dufner dell’Università di Witten/Herdecke (Germania) e basata sull’analisi retrospettiva di 648 artisti, mostra che il rischio di morte aumenta del 33% dopo l’acquisizione della fama, suggerendo che il riconoscimento pubblico possa rappresentare un ulteriore fattore di vulnerabilità oltre ai rischi professionali noti nel settore musicale.
Dati e metodologia della ricerca
Il campione comprende 324 cantanti famosi selezionati dal database "Top 2000 Artists of All Time" e abbinati per anno di nascita, genere, nazionalità, etnia, genere musicale e ruolo sul palco con altri 324 artisti meno conosciuti. La maggioranza era composta da uomini (83,5 per cento), con un’età media di nascita nel 1949 e attività prevalente nei generi rock, R&B e pop. L’analisi indica che i cantanti famosi raggiungono in media i 75 anni, contro i 79 degli artisti non celebri. L’effetto non è stato influenzato dall’appartenenza a una band, che riduceva il rischio complessivo del 26 per cento ma non eliminava l’impatto della fama.
Quando emerge il rischio di mortalità
Secondo gli autori, il rischio emerge solo dopo il raggiungimento della notorietà e rimane significativo per tutto il periodo di celebrità, escludendo che il fenomeno dipenda da condizioni preesistenti o da una relazione inversa tra fama e mortalità. Gli studiosi paragonano l’aumento del rischio a quello associato al fumo occasionale (34 per cento) e ipotizzano che i fattori psicologici possano avere un ruolo rilevante.
Spiegazioni ipotizzate e limitazioni dello studio
Tra le possibili spiegazioni vengono citati esposizione prolungata allo stress, pressione delle performance, scrutinio pubblico e perdita di privacy, che potrebbero favorire comportamenti maladattivi o aggravare vulnerabilità già presenti. Gli autori precisano che si tratta di uno studio osservazionale e che non è possibile stabilire un rapporto di causa-effetto. Lo studio è inoltre limitato a cantanti occidentali attivi tra il 1950 e il 1990, quindi i risultati non possono essere estesi ad altre professioni o regioni. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che, nonostante la sicurezza economica spesso associata alla fama, l’effetto negativo sembra superare i potenziali benefici socioeconomici. Gli esperti suggeriscono anche che sarebbero necessari programmi di prevenzione e supporto psicologico dedicati agli artisti esposti alla pressione della celebrità.
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