La fame uccide come le bombe, Trump è una barzelletta, arriva Mara Carfagna e si mangia il Fico
- Postato il 23 agosto 2025
- Politica
- Di Blitz
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Dobbiamo inorridire dinanzi alle cifre rivelate dall’Onu: 132 mila bambini palestinesi rischiano di morire di fame.
Chi lo scrive non è di parte, è l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Non è quindi un messaggio rilanciato da chi vuol far pendere la bilancia verso Israele o Hamas.
Insomma, se non sono le bombe ad ucciderle, queste creature se ne andranno per mancanza di un tozzo di pane.
Trump, Netanyahu, Putin e gli altri grandi della terra avranno avuto il tempo di leggere la notizia? Sembra di no, se la situazione delle guerre rimane sempre la stessa.
Kiev è sotto i bombardamenti notte e giorno; nella striscia di Gaza l’esercito di Tel Aviv continua a sferrare quella che è stata definita l’operazione finale.
Nel mentre, Trump sferra sempre i suoi attacchi a cui non crede più nessuno: “Darò ancora un paio di settimane al Cremlino per decidersi”: Poi? Tutto rimane nel vago, anzi no, se Donald afferma che il premier russo e quello ucraino non riescono a trovare una data nella quale vedersi e discutere.
Trump duro da bar non ferma la fame

“Aspetterò ancora due settimane”, dice il primo inquilino della Casa Bianca. Ma questo è un ritornello che sentiamo ripetere e poi tornare indietro.
La carestia è l’unica responsabile di un tale sterminio? Nella striscia di Gaza, gli aiuti di tutto il mondo non arrivano perché le centinaia di camion con le provviste necessarie non possono entrare. La tregua o le tregue rimangono nel dimenticatoio, le superpotenze si studiano, cercano di capire quali manovre nasconde l’avversario.
Così le immagini di quei poveri fanciulli ridotti pelle e ossa occupano le prime pagine dei giornali. C’è indignazione, tutti gridano allo scandalo anche chi potrebbe intervenire.
Così nulla cambia: i tentativi di raggiungere la pace rimangono nel cassetto. Leone XIV rammenta ogni giorno quel sostantivo che il mondo intero pronuncia, ma è l’immobilismo a vincere.
“Putin non vuole la pace. Annuncia il suo impegno che poi rimane tale”, accusa una buona parte degli Stati Uniti. Il Cremlino risponde a tono: “È l’Occidente a respingere le nostre richieste che sono chiare e proponibilissime”.
La vana lezione di Draghi
Si continua a rimanere nel Limbo, mentre distruzione e morte non hanno un attimo di respiro. Se Russia e Stati Uniti si accusano a vicenda l’Europa che fa? A rispondere ad un interrogativo così importante è l’ex presidente del consiglio Mario Draghi. “È una spettatrice ininfluente”, sostiene senza peli sulla lingua. “L’illusione di contare si è evaporata”, aggiunge desolato perché “essere marginali è diventato un incubo da cui il vecchio continente deve assolutamente uscire”.
Sono parole durissime di una persona che è stata vicinissima a salire sul Colle e ora osserva con stupore l’assenteismo che dura ormai da tantissimi anni.
L’Europa dovrebbe resuscitare secondo l’ex presidente del Consiglio, far sentire la sua voce, dimostrare che è viva. Avviene il contrario: non solo a Bruxelles, ma anche a Roma e in altre capitali che dovrebbero contare.
Invece, vince il dibattito interno, le due opposizioni si fronteggiano nel tentativo di primeggiare. Nell’occhio del ciclone finisce sempre più spesso Giorgia Meloni che viene attaccata quotidianamente.
Ora, torna alla ribalta un personaggio che ha riempito le prime pagine per diversi giorni: Osama Almasri, lo ricordate? Quel terrorista arrestato e poi rilasciato dall’Italia che lo riaccompagnò in Libia con un aereo di Stato. Su una testata libica, l’Almasdar, ecco un video (datato 2021) in cui il generale uccide con le proprie mani un suo connazionale con il quale era venuto a diverbio per un posteggio.
La sinistra inveisce contro il governo, è il nostro esecutivo se questo accade. Domanda: se le immagini sono del 2021 che cosa c’entrano Meloni e i suoi ministri? È se ci fosse il ditino della intelligenza artificiale?
Meglio occuparsi di elezioni regionali perché in Puglia sta succedendo il finimondo. Antonio De Caro, il candidato presidente, usa parole di fuoco contro l’attuale governatore, Michele Emiliano che non vuole per nessuna ragione lasciare quella poltrona. Nel litigio (non proprio corretto) si inserisce pure la figura di un altro ex, Nichi Vendola, anche lui contro De Caro. “Se è così”, minaccia, “resto a Bruxelles a difendere il mio Paese”.
Uno stesso braccio di ferro (eufemismo) coinvolge la Campania, dove Vincenzo De Luca chiede una contro partita per lasciar libero il suo posto. i 5Stelle propongono Roberto Fico, un tempo presidente della Camera.
La crisi sembra risolta, ma non è cosi, perchè le acque si ingarbugliano di nuovo e all’orizzonte appare il volto di Mara Carfagna, pupilla dei “Noi moderati”. Una bella donna intelligente ed affascinante. Come dire: anche l’occhio vuole la sua parte e non sono pochi coloro i quali voterebbero per lei.
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