La Fiat Ritmo di Vasco Rossi riappare dopo 40 anni, era in demolizione
- Postato il 6 agosto 2025
- Curiosità
- Di Virgilio.it
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Ha fatto chilometri senza sapere se stava portando qualcuno o solo cercando un posto dove fermarsi. Ha visto amori finire con la portiera sbattuta, amici salire con le birre in mano, cassette girare all’infinito finché la batteria reggeva. È rimasta ignorata per anni, a prendere polvere e silenzio, finché un meccanico ha capito che quella Fiat Ritmo non era ferro da buttare, ma un pezzo di una stagione in cui le canzoni uscivano sporche e sincere, con parole da strada e motori stanchi, proprio come i primi dischi di Vasco Rossi.
Il giorno in cui il Blasco l’ha “riabbracciata”
La macchina ormai ha i suoi anni addosso, la vernice se l’è mangiata il tempo e la carrozzeria si porta dietro segni impossibili da sistemare con una semplice lucidatura, però qualcosa lì dentro continua a tenere botta. Quando il rocker di Zocca se la trova davanti, la guarda tra lo stupito e il perplesso, un attimo appena, prima di mostrare un sorriso sornione e uscire con una frase: “Eh sì, è la mia vecchia Ritmo. Dove debbo firmare?”. Prende il libretto e firma senza pensarci troppo: la parola fine su un conto lasciato in sospeso quarant’anni prima.
La storia inizia molto prima, nel 2017, con una chiamata a Massimo Turrini, indaffarato in officina: tocca salire a Montefiorino e ritirare una Ritmo destinata alla demolizione, un lavoro nella norma, routine da meccanico. Così carica il carro attrezzi e all’arrivo gli sembra di svolgere normale amministrazione, finché, tra una parola tirata fuori a mezza voce e un’occhiata veloce alla macchina, salta fuori una frase, giusto un’ipotesi buttata lì: “E se fosse appartenuta a Vasco?”. A raccontare l’episodio è il giornalista Leo Turrini, parente del meccanico e penna storica del Resto del Carlino.
Nonostante si tratti di una semplice voce, Massimo controlla la targa all’istante, determinato a vederci chiaro. Recupera i dati, scorre i passaggi di proprietà, incrocia le date, tira fuori i documenti del Pubblico Registro ed ecco comparire il nome: Vasco Rossi ha posseduto proprio quella macchina con quel numero di telaio, una Ritmo chiara comprata in piena corsa, mentre la “vita spericolata” prendeva forma tra un palco traballante e chilometri infiniti.
Ispirò il disco Colpa d’Alfredo
Nel 1980 esce Colpa d’Alfredo, un disco ruvido e diretto, pieno di donne irraggiungibili, notti sbagliate, desideri irrefrenabili e una macchina comprata per partire, nominata in un verso lanciato sul vinile come un’esplosione, la stessa Fiat Ritmo grigia con la targa di Modena che oggi riappare per raccontare da dove tutto è cominciato.
Massimo sceglie di portarla via intera e comprarla. Mette mano agli interni, sistema il cambio, ripulisce le plastiche e rimette in funzione la radio solo per restituire la giusta dignità a un pezzo leggendario, respingendo ogni avance collezionisti, pronti a staccare assegni pur di aggiungerla al rispettivo garage, attratti da una storia in grado di superare qualsiasi like e vetrina. In mezzo a troppi oggetti privi di memoria, la Ritmo del Blasco non smette di evocare il fascino del passato, colto da un fine osservatore che ora, sopra il suo libretto, può vantare la firma di chi l’ha resa immortale senza accorgersene.