La finaccia del calciomercato italiano: la Serie A compra i vecchietti e i turchi si possono permettere pure Osimhen

  • Postato il 22 luglio 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La contraddizione comincia a essere evidente. Se da una parte i club italiani occupano ancora stabilmente il secondo posto nel ranking Uefa, dall’altra la cara vecchia Serie A si conferma un campionato in difficoltà. Soprattutto per quanto riguarda il calciomercato. I soldi sono sempre di meno. Proprio come le idee. Gli ultimi ‘colpi’ raccontano una tendenza chiara. Quella di non dare il giusto peso alla carta di identità. E non nell’accezione positiva del termine. Nelle prime settimane di trasferimenti diverse società hanno infatti deciso di riportare nel Bel Paese alcuni calciatori dal passato remoto radioso, ma dal futuro prossimo tutto da decifrare. Così il Milan che ha ceduto Tijjani Reijnders, per acclamazione il miglior centrocampista dello scorso campionato, ha portato in rossonero Ricci, ma soprattutto Luka Modric, ex leggenda del Real Madrid con 40 primavere ormai sulle spalle. Il Napoli campione d’Italia ha invece scommesso su Kevin De Bruyne, 34 anni appena compiuti e solo 19 presenze da titolare nell’ultima campagna del Manchester City di Guardiola.

Ma c’è un’altra direttrice che ha iniziato a suscitare curiosità. Ed è quella che collega l’Italia alla Turchia. Con la bilancia dei trasferimenti non è esattamente in equilibrio. Se il Galatasaray compra Osimhen dal Napoli per 75 milioni di euro e gli offre un contratto da 16 milioni a stagione, l’importazione di talenti verso lo Stivale non è altrettanto promettente. La Fiorentina ha preso dal Fenerbahce Edin Dzeko, 39 anni. Il Bologna ha riportato in Italia dal Besiktas Ciro Immobile, 35 anni. Il Como, una delle squadre più opulente della Serie A, sta trattando con il Galatasaray per Morata, 33 anni e sei mesi più che deludenti al Milan. È un cortocircuito singolare. Perché racconta di come i giocatori che erano andati a svernare in Turchia siano poi tornati in Italia per celebrare il loro definitivo crepuscolo calcistico.

La tendenza non deve essere sottostimata. Negli ultimi anni i club di Istanbul, sobbarcandosi giocatori che non avevano brillato in A o che erano ormai avanti con l’età, erano diventate delle autentiche ciambelle di salvataggio per fare quadrare i bilanci dei club italiani. Ora la storia è diversa. La SuperLig comincia a essere un polo d’attrazione per i giocatori nel fiore dell’età. Grazie anche alla capacità di spesa tutta nuova. Solo in questa estate, ad esempio, il Fenerbahce ha preso in prestito con diritto di riscatto Jhon Durán, ventunenne colombiano con un futuro da fuoriclasse che lo scorso gennaio era finito all’Al-Nassr per 77 milioni più 15 di bonus. E sta trattando anche Marco Asensio e Milan Skriniar con il PSG, oltre a Calhanoglu con l’Inter. Il Gala oltre a Osimhen ha preso Leroy Sané. Il Besiktas si è assicurata per una trentina di milioni Kokçu, un regista 24enne che piaceva a diversi club, anche italiani.

Questa riduzione del gap è dovuta a fattori anche molto diversi fra loro. Il Galatasaray può contare su degli accordi di sponsorizzazione formato monstre, che assicurano al club 115 milioni di euro l’anno. Senza dimenticare che il club stima di ottenere fra i 500 e i 600 milioni dalla cessione dei terreni su cui sorge il vecchio campo di allenamento (che verrà rimpiazzato da nuovi appartamenti). Il Fenerbahce, invece, può contare sulle disponibilità economiche sterminate di Ali Koc, rampollo della famiglia più ricca di Turchia. Il divario fra il calcio del Bosforo e quello tricolore resta ancora ampio (secondo Transfermarkt tute le rose della Super Lig turca valgono circa 1,1 miliardi, ossia circa 5 volte in meno rispetto a quelle della A), ma la crescita economica degli altri campionati sta accelerando.

Ne sa qualcosa la Roma, un club che può vantare una lunga tradizione di assi brasiliani (da Aldair a Cafu, passando per Emerson) ma che in questa finestra di mercato non è riuscita a strappare Rios al Palmeiras (con il giocatore che ha preferito la corte del Benfica), mentre ha faticato parecchio per assicurarsi Wesley del Flamengo. Entrambi i club sudamericani non avevano bisogno di vendere per rimpinguare le proprie casse. Così sono riusciti a tenere il punto e a cedere i propri giocatori al prezzo da loro indicato. Al momento gli acquisti futuribili della Serie A si contano sulle dita di una mano. Il Napoli ha preso Lang dal PSV. L’Inter Bonny dal Parma. E la Juve si è assicurata al solo costo delle commissioni Jonathan David, uno degli attaccanti più interessanti in circolazione. Eppure la Vecchia Signora sta cercando di fare cassa per lanciare l’affondo a Jadon Sancho, esterno inarrestabile ai tempi del Borussia Dortmund e successivamente flop con le maglie di Manchester United e Chelsea. A 25 anni, la speranza di rilanciare un potenziale fenomeno è ancora intatta. A patto di accettare la perdita della grandeur di un campionato che da centro del mondo calcistico è diventato periferia.

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