La fuga (senza patente) di Andrea Cavallari: l’arresto a Lloret de Mar, i documenti e i soldi falsi
- Postato il 18 luglio 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Andrea Cavallari, 26 anni, condannato per la strage di Corinaldo, è stato arrestato giovedì 17 luglio a Lloret del Mar, località turistica a circa 70 km da Barcellona. La fuga era iniziata il 3 luglio, subito dopo aver discusso la tesi di laurea all’Università di Bologna. Al momento dell’arresto, Cavallari stava uscendo da un hotel dove era registrato con un’identità falsa, e portava con sé 800 euro in banconote false, una carta di credito e documenti falsificati. L’arresto è stato possibile grazie alla collaborazione tra le autorità italiane e la polizia catalana, che lo stavano monitorando da alcuni giorni.
Un piano studiato nei dettagli
La fuga di Cavallari non è stata improvvisata, ma frutto di un piano meticoloso. Tutto è cominciato due settimane fa al ristorante “The Man of the Sea”, a Bologna, dove aveva festeggiato la laurea. Intorno alle 15 si è allontanato dai familiari ed è scomparso nel nulla. Non avendo la patente, ha sfruttato taxi, autonoleggi e il servizio di carpooling BlaBlaCar per muoversi tra Milano, la Costa Azzurra e infine la Spagna. Per non lasciare tracce, ha evitato le carte di credito nei primi giorni, affidandosi solo al contante. Durante la sua permanenza in Spagna si è spostato tra Barcellona e diverse località balneari, cambiando sistemazioni e mantenendo un basso profilo.
La rete di complici e la tracciabilità digitale
Cavallari non ha agito da solo. Negli anni trascorsi in carcere ha costruito una rete solida di contatti, fatta di amici, conoscenti e probabilmente complici. Le banche dati hanno rivelato un’attività costante di telefonate e incontri durante le ore d’aria, segno di una pianificazione che andava ben oltre la sola evasione. Questa rete gli ha fornito i documenti falsi, i soldi, e il supporto logistico per sostenere la fuga. Alla fine, però, è stato incastrato dai pagamenti effettuati con la carta di credito intestata al falso nome, che ha permesso alla polizia catalana di rintracciarlo. Anche l’analisi delle celle telefoniche ha contribuito all’arresto. Ora, grazie al mandato di arresto europeo, si prevede un’estradizione rapida in Italia.
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