La galleria CLEARING chiude le sedi di New York e Los Angeles. “Impossibile operare secondo i nostri standard”

  • Postato il 7 agosto 2025
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Sotto al post che annuncia la chiusura di CLEARING su Instagram, molti parlano della fine di un’era. In 14 anni di attività, il progetto avviato nel 2011 da Olivier Babin ha saputo fare la differenza nel panorama del mercato dell’arte internazionale, costruendo oltre le sedi fisiche della galleria – a New York e Los Angeles (dal 2020), ma anche a Bruxelles (dal 2012) – una rete solida di relazioni per mettere in connessione artisti, curatori, collezionisti e istituzioni culturali. E in effetti l’era delle gallerie d’arte come le stiamo conoscendo sembra proprio, se non finita, in grande trasformazione.

CLEARING chiude a New York e Los Angeles

Ora l’ufficializzazione di uno stop – per gli spazi di New York e Los Angeles, rimasti sotto la gestione di Babin – non propriamente inatteso, viste le voci sulle difficoltà economiche della galleria che si sono rincorse nell’ultimo anno e le recenti dimissioni della direttrice della galleria newyorkese Susanna Chachko, non può comunque che lasciare l’amaro in bocca.
Non è stata una decisione facile” spiega Babin, artista prima ancora che gallerista “Fino all’ultimo, abbiamo sperato di voltare pagina. Ma senza una via d’uscita praticabile, oggi chiudiamo perché non possiamo più operare secondo gli standard a cui ci siamo sempre attenuti, per i nostri artisti, i nostri team e l’intera comunità”.

La storia della galleria d’arte contemporanea CLEARING

Da febbraio 2011 a luglio 2025 – l’ultima mostra di Coco Young, nella sede newyorkese su tre livelli sulla Bowery (dopo il trasloco dal grande spazio di Bushwick a Manhattan del 2023), è terminata alla fine di giugno scorso, mentre a Los Angeles andava in scena la personale di Henry Curchod, e in occasione di Art Basel esordiva la formula Maison Clearing, mostra-mercato allestita in una storica villa di Basilea – CLEARING ha ospitato più di 200 mostre, con oltre 250 artisti provenienti da tutto il mondo, e ha partecipato a più di 80 fiere d’arte. “Nel corso degli anni, abbiamo anche avuto il privilegio di vedere molti di questi artisti prendere parte a importanti mostre museali, biennali e pubblicazioni: momenti di riconoscimento e risonanza a cui siamo orgogliosi di essere associati e di sostenere”.

Il commiato di CLEARING dalla comunità di artisti, curatori e collezionisti

Del resto, CLEARING ha sempre amato definirsi una comunità plasmata da tutti gli artisti che sono entrati in contatto con la galleria. E ora a loro va il ringraziamento “per aver dato un senso a questa avventura”; ma la riconoscenza di Babin arriva anche alle istituzioni, ai curatori e ai collezionisti “che hanno sostenuto la nostra visione”. E alla squadra di lavoro, per l’impegno e la dedizione alla causa
In quest’ottica è forse da leggersi sotto una luce diversa l’esperienza (di cui sopra) portata ad Art Basel 2025, ufficialmente quale “modello sperimentale per abbracciare la dimensione sociale del mondo dell’arte, creando uno spazio votato sia all’intimità che alla scoperta. Per contrastare la fatica da fiera d’arte dando priorità al dialogo e allo scambio”. Obiettivi certamente in linea con la filosofia di CLEARING, e dunque validi. Maison Clearing, però, nell’idea di Babin, potrebbe anche aver rappresentato un momento celebrativo per chiudere con stile un ciclo durato quasi quindici anni. E adesso il rammarico è palpabile: “Guidare CLEARING è stato il grande onore della mia vita”.
A Bruxelles, invece, l’attività continua sotto la gestione di Lodovico Corsini, che da Babin si era “staccato” nel 2024, per divergenze sulla direzione delle attività europee di CLEARING: dopo una temporanea chiusura, la galleria belga ha riaperto come entità indipendente, portando con sé diversi artisti del porfolio di Clearing.

Livia Montagnoli

L’articolo "La galleria CLEARING chiude le sedi di New York e Los Angeles. “Impossibile operare secondo i nostri standard”" è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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