“La Groenlandia sta meglio con gli Stati Uniti”. L’operazione Usa per influenzare l’opinione pubblica fa infuriare la Danimarca
- Postato il 27 agosto 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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L’hanno definita “operazione di influenza”. Una attività sotto traccia, condotta da tre funzionari americani, per spingere l’opinione pubblica verso l’idea che la Groenlandia starebbe bene con gli Stati Uniti, piuttosto che con la Danimarca. La vicenda è stata raccontata dalla radiotelevisione di Stato danese DR, e il ministro degli Esteri, Lars Rasmussen ha convocato l’incaricato d’affari statunitense: “Qualsiasi tentativo di ingerenza negli affari interni del regno sarà ovviamente inaccettabile”. Dopo le rivelazioni giornalistiche, la leader del Partito Conservatore, Mona Juul ha commentato: “Una situazione inaccettabile”.
La vicenda era iniziata nel dicembre 2024 con le dichiarazioni del presidente Trump sull’interesse verso la Groenlandia. Nel maggio di quest’anno, durante una intervista alla Nbc, il capo della Casa Bianca aveva ribadito: “Abbiamo davvero bisogno della Groenlandia. La Groenlandia ha una popolazione molto ridotta, di cui ci prenderemo cura e che apprezzeremo, ma abbiamo bisogno di quel territorio per la sicurezza internazionale”. Trump aveva aggiunto di non escludere l’uso della forza militare per annettere il territorio: una frase che ha lasciato molto perplessi, se si considera che si tratta di una regione di fatto controllata da un Paese che fa parte della Nato. Il Fatto ha dedicato a questo tema una inchiesta firmata da Giuseppe Pipitone che mette in fila i motivi per cui l’Artico, tra terre rare, petrolio, nuove rotte e interessi della criminalità organizzata internazionale, fra gola al tycoon e non solo.
Nelle ultime settimane l’argomento sembrava essere ridimensionato, ma le notizie riportate da DR riaprono la questione; tre americani legati al presidente Trump sono arrivati con un compito ben preciso: elaborare un elenco di groenlandesi interessati ai piani della Casa Bianca per mettere le basi e costruire un movimento secessionista. DR racconta di aver sentito ben otto fonti che hanno confermato questa notizia. Il compito di questi emissari sarebbe stato anche quello di costruire una narrazione che metta in cattiva luce le autorità danesi nel loro rapporto con la minoranza Inuit.
Tra queste vicende ci sono le separazioni di figli dai genitori in nome di test sulle attitudini genitoriali considerati poco adatti agli Inuit, e casi in cui medici danesi avrebbero inserito la spirale intrauterina a donne groenlandesi senza chiedere il loro consenso. Tornando alla missione americana per indirizzare l’opinione pubblica, DR ha anche consultato i servizi di sicurezza danesi (PET) ottenendo questa risposta: “Secondo la valutazione del PET la Groenlandia, soprattutto nella situazione attuale, è un bersaglio per campagne di influenza di vario genere”.
La strategia americana, secondo la ricostruzione del media danese, comprendeva tre fasi: una visita di parenti del presidente americano, una seconda visita del vice presidente J. D. Vance assieme alla moglie nel marzo scorso, durante la quale l’esponente della Casa Bianca non ha lesinato parole sulla delusione dei groenlandesi verso Copenaghen, e la terza è proprio quella dell’infiltrazione nella società per una pressione sul malcontento verso il governo danese. L’approfondimento del media DR si collega a quanto aveva già scritto il Wall Street Journal in un articolo esclusivo pubblicato il 5 maggio scorso dal titolo “Gli Stati Uniti ordinano alle agenzie di intelligence di intensificare lo spionaggio in Groenlandia”.
Il giornale americano ha raccontato come la direttrice dell’intelligence, Tulsi Gabbard avesse diramato una direttiva a Cia, Defense Intelligence Agency e la National Security Agency per avviare una raccolta di informazioni tra Groenlandia e Danimarca per identificare quei personaggi che potevano appoggiare la volontà del presidente Trump di annettere la terra degli Inuit. Gabbard aveva replicato: “Il Wall Street Journal dovrebbe vergognarsi di aiutare gli attori del Deep State che cercano di danneggiare il presidente politicizzando e divulgando informazioni riservate. Stanno violando la legge e minando la sicurezza e la democrazia della nostra nazione”.
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