La Juve alla Casa Bianca mentre Trump parla di guerra: immagine distopica dallo Studio ovale

  • Postato il 19 giugno 2025
  • Di Panorama
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Alzi la mano chi non ha pensato di essere finito in una puntata di Scherzi a Parte o dentro un capolavoro distopico del cinema degli anni Novanta o Duemila. La Juventus schierata nello Studio Ovale, da Elkann ai giocatori, tutta impettita mentre seduto alla sua scrivania il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, discuteva di un possibile attacco all’Iran, di guerra e pace (poca), atleti trasgender e tutto quanto si trova in bella vista nell’agenda dell’uomo più potente del mondo.

Lui a perfetto agio, loro – quelli sullo sfondo in giacca e cravatta o con la felpa bianca d’ordinanza – in evidente e crescente imbarazzo perché consapevoli di essere finiti al posto giusto nel momento sbagliato. Sia chiaro, che un club di calcio italiano sia ricevuto nel cuore della Casa Bianca, la stanza dove si decidono i destini del mondo, è un’opportunità quasi unica e non solo quella che in gergo viene definita photo opportunity. La Juventus è arrivata lì, mentre gioca il Mondiale per Club, perché è un brand riconosciuto a livello mondiale e perché John Elkann qualcosa da spendere negli equilibri politico economici degli Stati Uniti ce l’ha. Dunque, una dimostrazione di forza e non di debolezza.

Le immagini della Juventus alla Casa Bianca da Trump

La Juve alla Casa Bianca mentre Trump parla di guerra: immagine distopica dallo Studio ovale
La Juve alla Casa Bianca mentre Trump parla di guerra: immagine distopica dallo Studio ovale
La Juve alla Casa Bianca mentre Trump parla di guerra: immagine distopica dallo Studio ovale
La Juve alla Casa Bianca mentre Trump parla di guerra: immagine distopica dallo Studio ovale
La Juve alla Casa Bianca mentre Trump parla di guerra: immagine distopica dallo Studio ovale
La Juve alla Casa Bianca mentre Trump parla di guerra: immagine distopica dallo Studio ovale

Però, mentre il mondo guarda col fiato sospeso a Trump, attende le sue parole al risveglio, cerca di interpretarne umori e decisioni politiche in un contesto di guerre e timori per la stabilità del globo, che Mr. President abbia fatto tutto questo sotto gli occhi di Vlahovic, McKennie, Gatti, Locatelli e tutti gli altri è diventato un po’ il simbolo di cosa sia il mondo della comunicazione oggi. Cosa? Un enorme helzapoppin distopico dove per helzapoppin vale la traduzione che ne viene fatta in italiano: casino, pasticcio, guazzabuglio. Cosa fuori di testa, insomma. Bastava guardare la faccia di quelli dietro a Trump.

Autore
Panorama

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