La Juventus deve tornare a suscitare rispetto, la lezione imprescindibile contro il Pafos in Champions

  • Postato il 11 dicembre 2025
  • Di Virgilio.it
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Partiamo da un quesito che scaturisce dall’analisi impietosa quanto lucida che il capitano Alessandro Del Piero, con una lettura profonda delle evidenze, ha costruito senza alcun timore di smentita ma derivante dall’onestà di chi conosce. Di chi sa. E che non segretamente si interroga su questa presunta identità che stenta a stabilire i confini e gli obiettivi entro cui si muove. La Juventus secondo Spalletti non ha ancora assunto lo spessore noto, stenta a farsi rispettare in campo e a smuovere quell’entusiasmo, facile, che era proprio dei suoi tifosi educati a una filosofia che diveniva modus vivendi.

La Juventus che non c’è

A Napoli, Lucio davanti ai microfoni ha dichiarato l’errore per sua stessa ammissione nell’impostare l’undici nel primo tempo, vanificando una possibilità per riconquistare quella baby fiducia necessaria ai giocatori, all’ambiente dopo aver accusato la perdita di Gatti e Vlahovic in pochi giorni. Una notizia nella notizia.

Contro il Pafos, la Juventus ha vinto all’Allianz Stadium di Torino, davanti al suo pubblico per 2-0. E ciò dovrebbe appagare tutti gli attori in scena. Non è stato e non sarà affatto così. In poche ore le opinioni pesanti di Claudio Marchisio prima e Alex Del Piero poi hanno squarciato il silenzio sull’inadeguatezza dimostrata nel primo tempo che ha destato la reazione del pubblico, deluso dall’arrendevolezza con la quale si stava sprecando un’opportunità gotta di accaparrarsi tre punti decisivi. E dimostrare che la Juventus c’è ancora, può incutere timore e soprattutto rispetto nell’avversario.

Le scelte iniziali di Spalletti contro il Pafos

Spalletti ha interpretato la partita schierando la squadra che riteneva potesse dargli più qualità in mezzo, superiorità sulle fasce per agevolare chi avrebbe dovuto raccogliere l’eredità di Vlahovic. Sulle corsie laterali l’estenuante ricerca d’intesa non ha funzionato tra Kalulu a destra e Koopmeiners a sinistra, l’esterno di centrocampo ovvero McKennie e Cambiaso, Zhegrova e Yildiz a cui spesso si aggiungeva Miretti, con Locatelli in supporto.

Passare dalla teoria alla pratica non è un automatismo, la preoccupazione prepotente riguarda però la perdita di identità, di quella capacità di reazione che trascende la stessa dimensione della qualità tecnica e anche fisica. I ciprioti del Pafos sono riusciti a incutere timore, nei primi 45′, impegnando troppo Di Gregorio.

La svolta con Conceicao

Con Conceicao al posto Zhegrova, la squadra ha acquisito quel quid che nell’ottica utilitaristica che si potrebbe spendere a posteriori occorre, è utile, serve anche solo per destare una qualche reazione di attaccamento. Quando Spalletti ha deciso di ribaltare modulo e rivedere le proprie idee, passando al 4-2-3-1, abbiamo registrato un miracolo piccolo piccolo, ma pur sempre degno di nota.

Conceicao ha impresso la svolta? Forse è più corretto affermare che l’ha suggerita, ha evidenziato ciò che era già leggibile e che un tecnico d’esperienza e dotato come Lucio ha compreso. Kelly e Kalulu hanno interpretato il ruolo di centrali, mentre McKennie (fino ad allora alquanto opaco) e Cambiaso da mezzali offensive hanno consentito di salire e di miglioraree il possesso palla.

Rimane la convinzione, che all’origine di ogni riflessione a posteriori e analitica, che Koopmeiners abbia un ruolo ormai definito e che non potrà essere rivisitato in scioltezza. Si possono fare tentativi, studiare compagni di reparto mobili e assecondare suggestioni ma il suo posto rimane quello.

Le poche certezze da salvare

Da salvare c’è David, che si dimostra un attaccante utile e concreto coadiuvato da una giocata di Yildiz parso appannato quanto spaurito eppure capace nel sistema più rassicurante di trovare l’assist per il canadese che ha messo in regola i conti.

Certo, tre punti valgono sebbene inquadrati in una competizione che risente e avverte la rilevanza del fattore reti nel format rinnovato. La Juventus è ancora in cerca d’autore, da salvare c’è qualcosa. Tanto materiale su cui porsi domande. Il tempo chiede tempo, per comprendere e capire, quando lo si ha a disposizione.

E campionato e Champions non ne concedono a Lucio, il quale subentrato nel pieno di una crisi che palesa le sue ripercussioni sul piano societario (manca un ds) e nel rendimento, è l’uomo in più. La figura che vorrebbe riassumere in sé identità, innovazione, leadership. Un tutto che, fino alla defenestrazione avvenuta per le note ragioni, incuteva rispetto in Serie A come in Europa.

Autore
Virgilio.it

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