La locandina, il consiglio cinematografico di oggi: Fuga da Alcatraz, di Don Siegel

  • Postato il 7 maggio 2025
  • Cinema
  • Di Blitz
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Di recente, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, con un post su Truth, ha annunciato di aver ordinato di ricostruire e ampliare la nota prigione federale di Alcatraz, situata su una piccola isola californiana. La prigione, dismessa negli anni Sessanta, è diventata un luogo turistico visitato da centinaia di migliaia di persone ogni anno. Ora, però, l’attrazione turistica, tramite un’iniziativa che fa e continuerà a far discutere, tornerà forse a ospitare ancora una volta i criminali più spietati e violenti d’America: “Per troppo tempo l’America è stata afflitta da criminali feroci, violenti e recidivi, la feccia della società, che non contribuiranno mai a nulla se non alla miseria e alla sofferenza. Quando eravamo un Paese più serio, in passato, non esitavamo a rinchiudere i criminali più pericolosi e a tenerli lontani. È così che dovrebbe essere”, ha dichiarato Trump.

Alcatraz, nota anche come “The Rock”, è senza dubbio una tra le prigioni più famose al mondo, nota per il campionario di criminali leggendari che vi hanno “soggiornato”. La prigione, attiva dal 1934 al 1963, è inoltre entrata prepotentemente nell’immaginario collettivo grazie soprattutto al cinema. Sono molti, infatti, i film che hanno raccontato o più semplicemente toccato la realtà di Alcatraz, ampliandone il mito: da L’isola dell’ingiustizia (1995) a Senza un attimo di tregua (1967), da L’uomo di Alcatraz (1962) a The Rock (1996). Il film che vi consigliamo oggi, però, è un vero e proprio cult che più di altri è riuscito a consacrare la popolarità di questa leggendaria prigione: parliamo naturalmente di Fuga da Alcatraz (1979), di Don Siegel, con protagonista Clint Eastwood.

Fuga da Alcatraz, di Don Siegel

Nel 1960, negli Stati Uniti, esiste un luogo di detenzione considerato il più sicuro e inespugnabile, ovvero l’isola di Alcatraz, una prigione che ospita i peggiori criminali d’America. Dalla sua creazione, infatti, nessuno è riuscito a fuggire dall’isola ed è per questo motivo che il criminale Frank Norris (Clint Eastwood), noto per le sue abilità di evasione, viene condotto ad Alcatraz. La sua reputazione tra i criminali lo precede e il suo arrivo non passa di certo inosservato. Con il tempo, Norris rafforza il legame con alcuni detenuti, tra cui l’eccentrico Tornasole (Frank Ronzio), English (Paul Benjamin), Charley Puzo (Larry Hankin), e i fratelli Clarence (Jack Thibeau) e John Anglin (Fred Ward), esperti nel rapinare banche.

In un clima di grande oppressione e disperazione collettiva, il gruppo di Norris decide di architettare un preciso piano di fuga, sfruttando l’azione del mare sulle pareti di Alcatraz, rese deboli dall’erosione naturale dell’acqua. L’idea è infatti quella di scrostare il muro con un semplice tagliaunghie, un’operazione che richiederà lunghi mesi di lavoro e altrettanta attenzione pr non farsi scoprire dalle guardie.

Il “prison movie” per eccellenza

Dopo aver portato gli alieni sulla terra con L’invasione degli ultracorpi (1956), giustamente considerato uno dei capisaldi del cinema di fantascienza, e dopo aver introdotto una delle figure più popolari del poliziesco americano con il film Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo! (1971), il regista Don Sigel ci conduce all’interno della claustrofobica e mitologica prigione di Alcatraz, affidandosi ancora una volta alla fedele collaborazione attoriale di Clint Eastwood.

Basandosi sul libro Escape from Alcatraz, di J. Campbell Bruce, il regista, coadiuvato dall’impeccabile sceneggiatura di Richard Tuggle, porta in scena eventi realmente accaduti, quelli che hanno dato origine alla rocambolesca evasione da Alcatraz di tre detenuti nel 1962. Il film, il terzultimo della filmografia di Siegel, risulta essere anche una delle sue pellicole più riuscite, capace di decostruire, modificare e infine rinnovare il sottogenere dei film carcerari segnandone il punto di non ritorno cinematografico: da quel 1979 in avanti, infatti, ogni film sul tema si sarebbe dovuto necessariamente confrontare con l’opera di Siegel.

Ciò che rende il film validissimo e godibile ancora oggi è la perfetta e mai banale simmetria tra la caratterizzazione dei singoli personaggi, dal leader Norris/Eastwood a quelli secondari, e l’inclinazione a voler favorire la componente action, di cui Siegel è stato un maestro indiscusso ispirando una miriade di registi successivi. Nel mezzo, naturalmente, c’è anche la rappresentazione veritiera e pungente di una società sempre più frammentata in classi ben distinte, all’interno delle quali, e il film non manca mai di mostrarcele con grande autenticità, convivono e si alimentano tutte le più complesse e radicate contraddizioni Made in USA.

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Autore
Blitz

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