La Madonna della Guardia, sacra ai genovesi, un Papa la portò nei giardini vaticani: emozionante sorpresa
- Postato il 24 agosto 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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di Giuseppina Leone
Trovare la Madonna della Guardia, simbolo sacro ai genovesi di tutte le fedi nei giardini vaticani è stata una bella sorpresa. Ne avevo letto ma non ci avevo creduto. Invece, girando per i viali di quella meraviglia, l’ho vista, la statua e la nicchia, voluta da un Papa di un secolo fa, Giacomo della Chiesa, poi Benedetto XV, che fece costruire l’attuale mega santuario e anche una nicchia con statua nei giardini vaticani.
Benedetto XV era stato nella seconda metà dell’Ottocento, parroco proprio al santuario della Madonna della Guardia e si era portato in Vaticano la adorata statua.
Ne avevo letto e sentito, frequentando genovesi come Franco Manzitti, Giamba Mattarana e Marco Benedetto, che ho accompagnato più volte al santuario in cima al monte Figogna, da dove si domina il Ponente di Genova fin oltre Voltri e Savona. Un posto a 804 metri sul mare, dove serve il maglione anche a Ferragosto.
Ma rappresenta una sorpresa, in un viale dei giardini dei giardini del Vaticano, vedere la statua e la scritta.
Madonna o Notre Dame?

L’apparizione della Madonna viene fatta risalire al 1490, prima della scoperta dell’America. In realtà c’è chi pensa che i genovesi abbiano sottratto l’adorazione della Madonna della Guardia ai i marsigliesi, storici e secolari rivali nei traffici marittimi, la cui città è dominata fin dal 1200 da un altro santuario: Notre dame de la Garde.
La storia genovese, come ho potuto leggere io stessa in un cortile sulle pendici del monte in una delle mie escursioni, si svolge in due tempi. La prima volta fu quando Benedetto Pareto, contadino e pastore, disse ai concittadini che gli era apparsa la Madonna, ordinandogli di costruire un santuario in cima al monte. E aggiunse anche che secondo la Madonna, Pareto avrebbe voluto essere il custode del santuario e dopo di lui il figlio. Quei genovesi di montagna non gli credettero.
Poco tempo dopo, però, accadde che lo stesso Pareto salisse (grave imprudenza) su un albero di fico nel suo giardino a circa un quarto d’ora di macchina dal santuario attuale.
Il fico infido
Il ramo cedette e Pareto cadde. il ramo si era spezzato ma arrivò la Madonna che lo colse al volo, impedendo che si facesse male.
A questo punto, i genovesi gli credettero e costruirono un santuario.
Papa Benedetto XV a parte, la Chiesa non è mai stata molto calda sul miracolo, tanto che in mezzo millennio nessuno ha mai pensato di promuovere Pareto da Beato a Santo. In questo sembra esserci concorrenza di idee con il sacerdote controcorrente Paolo Farinella. Sostiene Farinella che si tratta di miti da estirpare. Miti che però, questo sì, uniscono i popoli.
La devozione dei marsigliesi e dei marinai francesi alla loro Dame de la Garde è pari a quella dei genovesi alla loro Madonna della Guardia. Ed è qualcosa di inestirpabile, di profondo, di essenzialmente popolare. Tale da fare apparire le razionali tesi di Farinella frutto di un livore non degno di un parroco genovese.
Paul Barras, nelle sue memorie, racconta un episodio molto illuminante. Barras fu un protagonista della Rivoluzione francese. Fu lui che mise in pista Napoleone, della cui amata Josephine era stato amante. Fu anche un gran ladrone. In missione in provincia faceva arrestare e ghigliottinare come controrivoluzionari coloro dei cui beni si voleva impadronire. Robespierre voleva fare pulizia e Barras giocò d’anticipo. Con altri furfanti pari a lui mise fuori gioco Robespierre. Uscì di scena con l’ascesa di Napoleone. I francesi non amano parlarne, non aumenta la grandeur rivoluzionaria.
Prima di aderire alla Rivoluzione, Barras aveva fatto un viaggio in India via nave. All’altezza delle Maldive, il veliero di Barras naufragò su una scogliera. I marinai, prima di andare a fondo, si raccomandarono a Notre Dame de la Garde, che fece il miracolo e li ispirò a costruire una zattera con cui raggiungere la terraferma.
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