La maggioranza di Ursula von der Leyen traballa e l’Ue è sempre più a destra

  • Postato il 10 luglio 2025
  • Di Panorama
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Mentre Pedro Sánchez, premier spagnolo e primo alfiere del socialismo europeo, ha più di una grana in casa e fatica a tenere in piedi il governo, la maggioranza Ursula affronta un momento difficile. Più traballante di quanto sperimentato nell’ultimo semestre della prima legislatura, quando metà delle normative green vedevano l’opposizione di Ecr e del Ppe. Ieri a uscire di carreggiata sono stati i socialisti. Per ben due volte.

La scorsa settimana, in un evento a sorpresa, il partito di destra Patriots for Europe si era assicurato il diritto di guidare il disegno di legge sul clima, che definirà la traiettoria per raggiungere la neutralità climatica entro la metà del secolo. Ciò ha portato gli eurodeputati di sinistra a credere che fosse improbabile che il disegno di legge venisse approvato dal Parlamento in tempo per il summit Onu Cop30 previsto in Brasile a novembre, dove l’Ue dovrebbe presentarsi con un impegno rafforzato per l’azione sul clima. Il socialdemocratico tedesco Tiemo Wölken ha ricordato che, in passato, sono state utilizzate procedure d’urgenza per i dossier riguardanti l’industria automobilistica, la deforestazione e la caccia al lupo e che, pertanto, sarebbe dovuto essere utilizzato anche per la «crisi centrale» del nostro tempo: il riscaldamento globale. Così Renew, socialisti e Verdi si sono riuniti per chiedere la procedura d’urgenza e accelerare l’iter della legge sul clima per il 2040. Risultato, l’Europarlamento ha votato: 300 a favore e 379 contrari. Batosta in piena regola.

È andata ancor peggio sul tema immigrazione. I partiti di sinistra hanno proposto un emendamento per eliminare il riferimento al memorandum d’intesa Italia-Albania dal report del Parlamento Ue sul Paese balcanico. Invece a Strasburgo 546 sì (contro 94 no), hanno deciso che il richiamo all’accordo del governo di Giorgia Meloni dovesse essere mantenuto in quel documento. «Nessuno ora può dire che il Parlamento è contro l’accordo», ha commentato Alberico Gambino, (Ecr) vicepresidente della commissione Affari esteri, secondo cui «il mandato che i cittadini europei hanno dato sull’immigrazione è chiaro. È importante, inoltre, sottolineare che i Balcani rivestono una funzione strategica nella lotta all’immigrazione illegale e per quanto riguarda la sicurezza europea». In precedenza, la posizione sostenuta dai Verdi era che fosse «inaccettabile» che il Parlamento europeo si limitasse «a prendere atto» del protocollo Italia-Albania in materia di migrazione, nell’ambito della relazione della Commissione sul Paese che ha fatto richiesta di adesione all’Ue. «Il risultato raggiunto oggi (ieri, ndr) in Parlamento, dove una larghissima maggioranza di deputati ha deciso di mantenere il riferimento al memorandum d’intesa Italia-Albania dimostra due cose», ha commentato a sua volta Carlo Fidanza, capo delegazione di Fdi-Ecr. Cioè che l’accordo diventa un punto di riferimento e che «Pd e sinistra sono isolate in Europa», ha concluso. In effetti, l’equilibrio sia dentro l’Europarlamento che all’interno del Consiglio si sta spostando a destra. A spingere in questa direzione ci sono tutte le difficoltà di trattativa con gli Usa in ambito dazi. Ci sono gli effetti della deindustrializzazione dovuta al modello di transizione voluto all’origine da Frans Timmermans e, infine, le difficoltà derivanti dal piano di riarmo e dall’impasse in Ucraina. Non è per niente un caso che oggi Ursula von der Leyen volerà a Roma per partecipare assieme a Volodymyr ZelenskyFriedrich Merz e altri leader alla conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina. Fino a poche ore fa, Von der Leyen era data per assente. Una indiscrezione che traeva origine dal fastidio socialista per la scelta della Capitale e per il ruolo attivo della Meloni. Il cambio di agenda sta a significare che l’asse si sta spostando non solo dentro il Parlamento e che Ursula si è trovata obbligata a prendere un volo per Roma. Per giunta, con una scoperta dell’ultimo minuto: alla riunione odierna dei volenterosi parteciperà per la prima volta una delegazione americana. Ad arrivare fisicamente a Roma sarà il generale Keith Kellogg, inviato speciale di Donald Trump. Un segno che gli auspici della Meloni su questo tema si stanno realizzando. Certo, non significa che oggi si troverà una quadra e che si risolverà l’impasse che si è creata dopo la marcia indietro di Blackrock che ha deciso di stoppare il progetto di ricostruzione da 15 miliardi. Ma ciò che è certo è la nuova configurazione dei volontari. Da conglomerato che si occupa di riarmo a gruppo che si spinge a parlare di ricostruzione. E se ciò avviene è perché la spinta socialista si è affievolita. Vedremo che succederà nelle prossime settimane e nelle prossime plenarie, ma le difficoltà dei socialisti in Spagna potrebbero diventare presto le difficoltà di Ursula.

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Panorama

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