La maglia tricolore Filippo Conca trova squadra: da amatore al World Tour nella Jayco AIula. Pogacar si riposa
- Postato il 13 agosto 2025
- Di Virgilio.it
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Per qualcuno è una favola, ma forse sarebbe meglio parlare di “anomalia del sistema”. Perché Filippo Conca è divenuto certamente più appetibile da quando ha conquistato il titolo elite nei campionati italiani di Gorizia lo scorso giugno, ma la domanda è perché mai nessuna squadra Continental o Professional gli avesse dato l’opportunità di dimostrare il suo valore, costringendolo a tesserarsi per una squadra amatoriale (lo Swatt Club). La Jayco AIUla ha posto rimedio alla mancanza: il team australiano l’ha messo sotto contratto e lo farà debuttare già a ferragosto nel Circuit Franco-Belge. E lo farà naturalmente con la divisa tricolore sulle spalle.
- L'occasione della vita: "Sogno di correre il Giro con la tricolore"
- Gianetti "racconta" Pogacar: "Ha vissuto un 2025 stressante"
- La rinuncia alla Vuelta e quel Tour "onorato fino in fondo"
L’occasione della vita: “Sogno di correre il Giro con la tricolore”
Conca ha vissuto il suo lieto fine, ammesso che si possa parlare di una semplice “svista” del mondo del ciclismo italiano, già piuttosto bistrattato visto l’andazzo. Conca che peraltro s’è ritrovato a fare un triplo salto in avanti, passando da un team di amatori creato sul web a una squadra World Tour vera e propria.
“Sono davvero felice di entrare a far parte del Team Jayco AIUla, una squadra dove sono convinto che troverò l’ambiente ideale per lavorare sodo”, ha commentato il campione italiano. Che potrà utilizzare gli stessi materiali tecnici di cui già disponeva (Giant e Cadex) e che s’è detto sicuro di trovare quello di cui andava in cerca, cioè una squadra in grado di supportarlo in tutto e per tutto, magari consentendogli anche di coronare il suo sogno più grande: “Correre il Giro d’Italia, e farlo con la maglia tricolore. Un’occasione per me davvero irripetibile”, ha spiegato Conca. Un’occasione che senza l’exploit di Gorizia mai si sarebbe potuta presentare.
Gianetti “racconta” Pogacar: “Ha vissuto un 2025 stressante”
Non ha certo di questi pensieri Tadej Pogacar, che si gode un po’ di meritato riposo dopo aver messo in bacheca il quarto Tour negli ultimi 6 anni. Lo sloveno tornerà in gara in Canada a metà settembre, ma intanto il suo diesse Mauro Gianetti ha provato a delineare obiettivi e programmi da qui a fine stagione. “Per noi avere Tadej al massimo della condizione è un requisito essenziale”, ha detto il dirigente della UAE Team Emirates XRG.
“Essere Pogacar è bello, ma non è facile, perché quando gareggia è sottoposto a una forte pressione. Tutti si aspettano che vada forte, che vinca, che dia spettacolo. Quindi è importante per noi gestire questa situazione, perché lui non è solo un corridore. Ha partecipato a tutte le classiche: Strade Bianche, Fiandre, Roubaix, Amstel, Liegi, e questa è davvero una sfida molto, molto impegnativa.
Forse chi non fa parte della squadra non lo apprezza molto, perché pensa che la Parigi-Roubaix sia solo una gara di un giorno. Ma ha un impatto molto più significativo su un corridore rispetto a una gara a tappe di una settimana, e partecipare a tutte le classiche di primavera è più difficile che partecipare a un GT. È una sfida fisica e mentale molto grande, ecco perché non andrà alla Vuelta“.
La rinuncia alla Vuelta e quel Tour “onorato fino in fondo”
Proprio la decisione di saltare la corsa a tappe spagnola, corsa una sola volta nel 2019, è arrivata dopo un Tour dominato dallo sloveno, ma dove la fatica s’è fatta sentire, e pure tanto. “Ha affrontato un Tour molto stressante e impegnativo soprattutto dal punto di vista fisico, con molti trasferimenti. Tadej è una persona molto schietta e stare al centro dell’attenzione ogni giorno è diventato faticoso.
Era stanco, come tutti, ma ha vinto il Tour, l’ha vinto con un sorriso e l’ultimo giorno a Montmartre ha dato spettacolo insieme a Wout Van Aert. Avrebbe potuto stare tranquillamente in mezzo al gruppo, ma voleva essere protagonista, onorare se stesso, onorare Tadej Pogacar, onorare il Tour e i suoi rivali. Quindi quello che ha fatto l’ultimo giorno del Tour, sorridendo per tutto il tempo, è stata la risposta a tutto quello che era successo”.